The purpose of our study is to evaluate the differences between traditional and in situ audiometry, and how this affects the calibration of the hearing aid. To do this, we took a sample of 12 hearing aid wearers aged between 70 and 90 with no care-giver. All the subjects in the sample underwent tonal audiometry with headphones, the stimuli used were pure tones for both methodologies, the frequencies that were analyzed for traditional tonal audiometry are between 250-8000 Hz, while for on the other hand, in situ audiometry, frequencies between 250-6000 Hz were analyzed. Considerable differences were observed between the hearing threshold levels with the conventional and in situ method at the end of this study. Specifically on the low frequencies (250-500 Hz) the average difference was -6.95 dB, which is the highest in situ threshold compared to the traditional method, while in the medium frequencies (1000-2000 Hz) the average difference is -4.8 dB and finally in the high frequencies (4000-6000 Hz) the average is +2.02 dB. These threshold differences directly affect the prescriptive formulas for calculating the target gain, this generally causes an additional gain of generally 5 dB.

Lo scopo del nostro studio è quello di valutare le differenze tra l’audiometria tradizionale e quella in situ, e come questa vanno ad influenzare la taratura dell’apparecchio acustico. Per fare ciò abbiamo preso un campione di 12 soggetti portatori di apparecchi acustici con età compresa tra i 70 e i 90 anni con assenza di care-giver. Tutti i soggetti del campione sono stati sottoposti ad audiometria tonale con cuffie, gli stimoli utilizzati sono stati i toni puri per entrambe le meto, le frequenze che sono state analizzate per l’audiometria tonale tradizionale sono comprese tra i 250-8000 Hz, mentre per l’audiometria in situ sono invece state analizzate le frequenze comprese tra 250-6000 Hz. Alla fine di questo studio sono state osservate differenze considerevoli tra i livelli di soglia uditiva con il metodo convenzionale e in situ. Nello specifico sulle basse frequenze (250-500 Hz) la differenza media e risultata essere di -6,95 dB ovvero la soglia in situ più alta rispetto al metodo tradizione, mentre nelle medie frequenze (1000-2000 Hz) la differenza media risulta di -4,8 dB e infine nelle alte frequenze (4000-6000 Hz) la media risulta essere di +2,02 dB. Queste differenze di soglia vanno a influire direttamente sulle formule prescrittive per il calcolo del guadagno target, questo provoca generalmente un ulteriore guadagno generalmente di 5 dB.

Audiometria in Situ ed Audiometria Tradizionale a confronto: effetti sul fitting in un campione di pazienti.

DAL ZOTTO, NICOLA
2021/2022

Abstract

The purpose of our study is to evaluate the differences between traditional and in situ audiometry, and how this affects the calibration of the hearing aid. To do this, we took a sample of 12 hearing aid wearers aged between 70 and 90 with no care-giver. All the subjects in the sample underwent tonal audiometry with headphones, the stimuli used were pure tones for both methodologies, the frequencies that were analyzed for traditional tonal audiometry are between 250-8000 Hz, while for on the other hand, in situ audiometry, frequencies between 250-6000 Hz were analyzed. Considerable differences were observed between the hearing threshold levels with the conventional and in situ method at the end of this study. Specifically on the low frequencies (250-500 Hz) the average difference was -6.95 dB, which is the highest in situ threshold compared to the traditional method, while in the medium frequencies (1000-2000 Hz) the average difference is -4.8 dB and finally in the high frequencies (4000-6000 Hz) the average is +2.02 dB. These threshold differences directly affect the prescriptive formulas for calculating the target gain, this generally causes an additional gain of generally 5 dB.
2021
In Situ Audiometry and Traditional Audiometry in comparison: effects on fitting in a sample of patients
Lo scopo del nostro studio è quello di valutare le differenze tra l’audiometria tradizionale e quella in situ, e come questa vanno ad influenzare la taratura dell’apparecchio acustico. Per fare ciò abbiamo preso un campione di 12 soggetti portatori di apparecchi acustici con età compresa tra i 70 e i 90 anni con assenza di care-giver. Tutti i soggetti del campione sono stati sottoposti ad audiometria tonale con cuffie, gli stimoli utilizzati sono stati i toni puri per entrambe le meto, le frequenze che sono state analizzate per l’audiometria tonale tradizionale sono comprese tra i 250-8000 Hz, mentre per l’audiometria in situ sono invece state analizzate le frequenze comprese tra 250-6000 Hz. Alla fine di questo studio sono state osservate differenze considerevoli tra i livelli di soglia uditiva con il metodo convenzionale e in situ. Nello specifico sulle basse frequenze (250-500 Hz) la differenza media e risultata essere di -6,95 dB ovvero la soglia in situ più alta rispetto al metodo tradizione, mentre nelle medie frequenze (1000-2000 Hz) la differenza media risulta di -4,8 dB e infine nelle alte frequenze (4000-6000 Hz) la media risulta essere di +2,02 dB. Queste differenze di soglia vanno a influire direttamente sulle formule prescrittive per il calcolo del guadagno target, questo provoca generalmente un ulteriore guadagno generalmente di 5 dB.
in-situ
audiometria
fitting
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/38820