Background. Lo scompenso cardiaco rientra tra le principali patologie croniche e colpisce circa 600.000 persone in Italia. È dimostrato che una presa in carico proattiva e integrata tra ospedale e territorio permetta una migliore gestione dei segni e sintomi dei pazienti con insufficienza cardiaca, con successiva riduzione delle ospedalizzazioni e dei costi. Finalità e obiettivi. Questo studio propone di indagare le caratteristiche peculiari dei pazienti che si rivolgono al Pronto Soccorso con segni e sintomi di scompenso cardiaco, al fine di ottimizzarne (in termini di efficienza, efficacia ed economicità) la presa in cura proattiva a livello territoriale. Materiali e metodi. È stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo sui pazienti che hanno avuto accesso al Pronto Soccorso con segni e sintomi di insufficienza cardiaca. Dalle cartelle cliniche si sono ricavati i dati inerenti all’età, al genere, al codice colore e al sintomo riferito al triage, alla terapia farmacologica assunta, alle comorbilità e al luogo di provenienza. I dati sono stati elaborati mediante una statistica descrittiva e presentati attraverso tabelle riassuntive e grafici. Risultati. La maggior parte degli accessi è avvenuta da parte di anziani con età > 75 anni senza una rilevante differenza per genere. Il 98% del campione presenta varie comorbilità, (le principali sono diabete, ipertensione, cardiopatia ischemica, insufficienza renale, BPCO), con un indice di comorbilità di Charlson maggiore di 5. Il 66% del campione assume quotidianamente dalle 3 alle 5 compresse che non comprendono soltanto terapia farmacologica di prima linea specifica per lo scompenso cardiaco. Il 5% (n=19) del campione totale ha effettuato una riammissione entro 30 giorni dalla dimissione dal Pronto Soccorso. Conclusioni. Emerge la necessità di ottimizzare la gestione dello scompenso cardiaco continuando a potenziare l’integrazione ospedale-territorio, di individuare fra i soggetti con insufficienza cardiaca quelli maggiormente fragili e di impiegare risorse professionali e tecnologiche avanzate per rendere più solide le condizioni di stabilità clinica, con conseguenti riduzioni degli accessi specialistici e dei ricoveri. Keyword: “heart failure characteristics”, “ER readmission”, “nursing”
Fattori prognostici dello scompenso cardiaco: prevenzione e cura proattiva. Uno studio osservazionale in Pronto Soccorso.
BALTES, GIULIA
2021/2022
Abstract
Background. Lo scompenso cardiaco rientra tra le principali patologie croniche e colpisce circa 600.000 persone in Italia. È dimostrato che una presa in carico proattiva e integrata tra ospedale e territorio permetta una migliore gestione dei segni e sintomi dei pazienti con insufficienza cardiaca, con successiva riduzione delle ospedalizzazioni e dei costi. Finalità e obiettivi. Questo studio propone di indagare le caratteristiche peculiari dei pazienti che si rivolgono al Pronto Soccorso con segni e sintomi di scompenso cardiaco, al fine di ottimizzarne (in termini di efficienza, efficacia ed economicità) la presa in cura proattiva a livello territoriale. Materiali e metodi. È stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo sui pazienti che hanno avuto accesso al Pronto Soccorso con segni e sintomi di insufficienza cardiaca. Dalle cartelle cliniche si sono ricavati i dati inerenti all’età, al genere, al codice colore e al sintomo riferito al triage, alla terapia farmacologica assunta, alle comorbilità e al luogo di provenienza. I dati sono stati elaborati mediante una statistica descrittiva e presentati attraverso tabelle riassuntive e grafici. Risultati. La maggior parte degli accessi è avvenuta da parte di anziani con età > 75 anni senza una rilevante differenza per genere. Il 98% del campione presenta varie comorbilità, (le principali sono diabete, ipertensione, cardiopatia ischemica, insufficienza renale, BPCO), con un indice di comorbilità di Charlson maggiore di 5. Il 66% del campione assume quotidianamente dalle 3 alle 5 compresse che non comprendono soltanto terapia farmacologica di prima linea specifica per lo scompenso cardiaco. Il 5% (n=19) del campione totale ha effettuato una riammissione entro 30 giorni dalla dimissione dal Pronto Soccorso. Conclusioni. Emerge la necessità di ottimizzare la gestione dello scompenso cardiaco continuando a potenziare l’integrazione ospedale-territorio, di individuare fra i soggetti con insufficienza cardiaca quelli maggiormente fragili e di impiegare risorse professionali e tecnologiche avanzate per rendere più solide le condizioni di stabilità clinica, con conseguenti riduzioni degli accessi specialistici e dei ricoveri. Keyword: “heart failure characteristics”, “ER readmission”, “nursing”File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/38856