ABORTO SPONTANEO: RUOLO DELL'INFERMIERE NEL SOSTEGNO ALLA DONNA

Problem: Miscarriage, according to the World Health Organization (WHO) is "the premature expulsion of an embryo or fetus from the uterus up to 22 weeks of pregnancy and weighing up to 500 grams." It also states that, it is one of the complications affecting about 20-30% of pregnancies; it is still considered "taboo" and is a source of stigma and shame for those who experience it. The spread of misinformation and prejudice on this issue of abortion still leads women who have experienced it or are experiencing it not to talk about it and to suffer in solitude. In the face of this, the health personnel present at those moments must be able to provide assistance to these women, give support, take in their feelings and make them feel comfortable to express them. However, this is the greatest difficulty encountered: establishing this type of relationship, based on the elements available to enable good care. Often health workers and especially nurses, when faced with women's doubts and silences, respond in the way they think is best with statements such as, "she is still young, it will be fine next time" "it was only her first pregnancy, she will have others" "at least she has other children ": all this does not give importance to patients' feelings leading to ineffective care. After this tragic event, the woman has to grieve through moral support necessary to cope and overcome the incident, since, she feels like a mother from the moment she finds out she is pregnant, starting from the very beginning to imagine her baby. In this context, it is not the woman's gestational age at the time of the abortion that is important, but the condition of motherhood itself. Objective: The objective of this literature review is to determine the role of the nurse in supporting the woman who has undergone a miscarriage by highlighting the interventions to be carried out for good care that contributes to improving the psychological outcomes of patients. Material and Methods: The search material was found on the electronic databases Pubmed, Cinahl and Scopus, the Google search engine. Inclusion criteria were: abstract and full text present. Spontaneous abortion nursing, miscarriage nursing care, early pregnancy loss, spontaneous abortion care were used as keywords. Results: The results obtained indicate that in order to provide good patient care, the nurse should: - Have adequate training to acquire the necessary skills to manage the needs of patients after the premature loss of their baby. - Have good communication and interpersonal skills to provide adequate information that is clear and understandable to patients. - Know how to advise participation in support groups where they can share their grief with people who have already gone through this experience. - Knowing how to recognize loss in order to understand and share patients' grief so as to avoid feelings of abandonment. - Learning how to manage any kind of personal involvement to avoid emotional overload that could eventually lead to burn-out situation.

Problema: L’aborto spontaneo, secondo l’Organizazione Mondiale delle Salute (OMS) è “l’espulsione prematura di un embrione o un feto dall’utero fino a 22 settimane di gravidanza e di peso fino a 500 grammi”. Dichiara inoltre che, è una delle complicazioni che riguarda circa il 20-30% delle gravidanze; è ancora oggi considerato “tabù” e rappresenta fonte di stigma e vergogna per chi lo vive. La diffusione di informazioni sbagliate e di pregiudizi su questa tematica dell’aborto porta ancora oggi le donne che l’hanno vissuto o che lo vivono a non parlarne e a soffrirne in solitudine. Di fronte a questo, il personale sanitario presente in quei momenti, deve essere in grado di fornire assistenza a queste donne, di dare supporto, di recepire i loro sentimenti e far si che si sentono a loro agio per esprimerli. Tuttavia, è questa la difficoltà più grande riscontrata: instaurare questa tipologia di relazione, in base agli elementi a disposizione per permettere una buona assistenza. Spesso gli operatori sanitari e in particolare gli infermieri, davanti ai dubbi e ai silenzi delle donne, rispondono nel modo che pensano più giusto con affermazioni quali: “lei è ancora giovane, andrà bene la prossima volta” “era solo la sua prima gravidanza, ne avrà altre” “almeno ha altri figli ”: tutto questo non da importanza ai sentimenti delle pazienti portando ad una assistenza non efficace. Dopo questo evento tragico, la donna deve elaborare un lutto attravero un supporto morale necessario ad affrontare e a superare l’accaduto, poiché, si sente madre sin da quando scopre di essere incinta, iniziando fin da subito ad immaginare il suo bambino. In questo contesto non è importante l’età gestazionale della donna al momento dell’aborto, ma la condizione stessa di maternità. Obiettivo: L’obiettivo di questa revisione della letteratura è di determinare il ruolo dell’infermiere nel sostegno alla donna che ha subito un aborto spontaneo evidenziando gli interventi da svolgere per una buona assistenza che contribuisca a migliorare gli esiti psicologici delle pazienti. Materiale e Metodi: Il materiale di ricerca è stato trovato sui database elettronici Pubmed, Cinahl e Scopus, il motore di ricerca Google. I criteri di inclusioni sono stati: abstract e full text presenti. Come parole chiave sono state utizzate: “Spontaneous abortion nursing”, “Miscarriage nursing care”, “early pregnancy loss”, “spontaneous abortion care”. Risultati: I risutati ottenuti indicano che, per poter fornire un buona assistenza ai pazienti l’infermiere dovrebbe: • Avere una adeguata formazione per acquisire le competenze necessarie a gestire le esigenze delle pazienti dopo la perdita prematura del loro bambino. • Avere una buona capacità comunicativa e relazionale per fornire informazioni adeguate, chiare e comprensibile per le pazienti. • Saper consigliare la partecipazione a gruppi di sostegno dove condividere il proprio dolore con persone che hanno già affrontato quest’esperienza. • Sapere riconoscere la perdita per comprendere e condividere il dolore delle pazienti in modo da evitare il sentimento di abbandono. • Imparare a gestire ogni tipo di coinvolgimento personale per evitare sovraccarico emozionale che potrebbe portare eventualmente a situazione di burn-out.