Background. L’anemia rappresenta una delle più frequenti patologie umane in assoluto, l’alterazione ematologica più frequente, ed una delle più diffuse condizioni morbose che grava sullo stato di salute globale. La prevalenza dell’anemia è particolarmente elevata nei pazienti anziani, ospedalizzati o istituzionalizzati. La causa più comune di anemia a livello globale è la sideropenia. Sebbene sia stato dimostrato un impatto significativo della sideropenia, con o senza anemia, sulla prognosi nei pazienti ospedalizzati, tale problematica, riceve spesso poca attenzione con approcci diagnostici talora incompleti e di conseguenza, una scarsa educazione di pazienti e caregiver in fase di dimissione e nel follow-up successivo. Scopo della tesi. L’obiettivo di questo studio è quello di indagare, in una coorte di pazienti sideropenici ricoverati in un reparto di Medicina, come è stato gestito il problema della sideropenia al momento della dimissione. Abbiamo esplorato se il paziente e/o il caregiver fossero stati informati correttamente in merito alla carenza di ferro, se fossero stati consigliati interventi mirati di follow-up clinico, laboratoristico ed eventuali terapie, al fine di migliorare il counselling del paziente sideropenico, proponendo un opuscolo informativo/educazionale di nostra creazione da consegnare in fase di dimissione. Materiali e metodi. Lo studio è stato condotto in due fasi, un’analisi retrospettiva su una coorte di pazienti adulti, ricoverati presso il reparto di Clinica Medica 1 del Policlinico Universitario di Padova, tra il 01/12/2017 ed il 30/04/2018, seguita da una fase osservazionale tramite un follow-up telefonico con somministrazione di un questionario, previa acquisizione di consenso informato, eseguito nel mese di agosto 2022. Risultati. Nella fase retrospettiva dello studio abbiamo arruolato 69 pazienti sideropenici (41 M, 28 F, età mediana al ricovero 69 aa, range 24-82, 35 Anemici e 34 Non anemici). I pazienti Non anemici sono risultati significativamente più giovani degli Anemici (p=0,003). L’analisi della sopravvivenza dopo la dimissione ha mostrato un tasso di mortalità tre volte superiore negli anemici. Nella fase osservazionale dello studio abbiamo arruolato 25 pazienti (15 M, 10 F, età mediana 74 aa, range 34-87, 13 Anemici e 12 Non Anemici). Tutti i pazienti non autosufficienti con presenza di un caregiver identificato o istituzionalizzati sono risultati appartenere al gruppo degli Anemici (p=0,007). Nei pazienti Anemici abbiamo osservato inoltre una tendenza alla ri-ospedalizzazione maggiore rispetto ai Non anemici (54% vs 38%). Solo in una piccola percentuale di pazienti sideropenici (6 pari al 28%) è stato consigliato alla dimissione di eseguire controlli ematochimici per la sideropenia e tale indicazione è stata fornita più spesso ai pazienti Anemici rispetto ai Non anemici (p=0,035). Solo 4 pazienti (16%) hanno eseguito esami ematochimici di controllo e in tutti i casi la sideropenia era ancora presente, inoltre, solo il 24% dei pazienti ha ripetuto terapia marziale dopo la dimissione senza significative differenze tra Anemici e Non anemici. Discussione. Il nostro studio dimostra che i pazienti Anemici hanno una mortalità 3 volte superiore ai Non anemici, ma nonostante la conferma che anemia e sideropenia rappresentano un grave problema per la salute e la qualità di vita del paziente, vengono spesso trascurate e solo occasionalmente segnalate al paziente o al caregiver. L’educazione del paziente e/o del caregiver alla dimissione, in merito a sideropenia e anemia, scopo per cui abbiamo creato il nostro opuscolo informativo, può migliorare la precoce identificazione dei sintomi e le eventuali complicanze, garantire un corretto monitoraggio con controlli ematochimici periodici e migliorare l’aderenza alle terapie, portando dunque a un beneficio globale per la salute del paziente.
Valutazione retrospettiva e osservazionale di una coorte monocentrica di pazienti ricoverati con evidenza di sideropenia, con l'obiettivo di migliorare counselling, follow up e compliance al trattamento marziale dopo la dimissione
MAZZOLIN, GIADA
2021/2022
Abstract
Background. L’anemia rappresenta una delle più frequenti patologie umane in assoluto, l’alterazione ematologica più frequente, ed una delle più diffuse condizioni morbose che grava sullo stato di salute globale. La prevalenza dell’anemia è particolarmente elevata nei pazienti anziani, ospedalizzati o istituzionalizzati. La causa più comune di anemia a livello globale è la sideropenia. Sebbene sia stato dimostrato un impatto significativo della sideropenia, con o senza anemia, sulla prognosi nei pazienti ospedalizzati, tale problematica, riceve spesso poca attenzione con approcci diagnostici talora incompleti e di conseguenza, una scarsa educazione di pazienti e caregiver in fase di dimissione e nel follow-up successivo. Scopo della tesi. L’obiettivo di questo studio è quello di indagare, in una coorte di pazienti sideropenici ricoverati in un reparto di Medicina, come è stato gestito il problema della sideropenia al momento della dimissione. Abbiamo esplorato se il paziente e/o il caregiver fossero stati informati correttamente in merito alla carenza di ferro, se fossero stati consigliati interventi mirati di follow-up clinico, laboratoristico ed eventuali terapie, al fine di migliorare il counselling del paziente sideropenico, proponendo un opuscolo informativo/educazionale di nostra creazione da consegnare in fase di dimissione. Materiali e metodi. Lo studio è stato condotto in due fasi, un’analisi retrospettiva su una coorte di pazienti adulti, ricoverati presso il reparto di Clinica Medica 1 del Policlinico Universitario di Padova, tra il 01/12/2017 ed il 30/04/2018, seguita da una fase osservazionale tramite un follow-up telefonico con somministrazione di un questionario, previa acquisizione di consenso informato, eseguito nel mese di agosto 2022. Risultati. Nella fase retrospettiva dello studio abbiamo arruolato 69 pazienti sideropenici (41 M, 28 F, età mediana al ricovero 69 aa, range 24-82, 35 Anemici e 34 Non anemici). I pazienti Non anemici sono risultati significativamente più giovani degli Anemici (p=0,003). L’analisi della sopravvivenza dopo la dimissione ha mostrato un tasso di mortalità tre volte superiore negli anemici. Nella fase osservazionale dello studio abbiamo arruolato 25 pazienti (15 M, 10 F, età mediana 74 aa, range 34-87, 13 Anemici e 12 Non Anemici). Tutti i pazienti non autosufficienti con presenza di un caregiver identificato o istituzionalizzati sono risultati appartenere al gruppo degli Anemici (p=0,007). Nei pazienti Anemici abbiamo osservato inoltre una tendenza alla ri-ospedalizzazione maggiore rispetto ai Non anemici (54% vs 38%). Solo in una piccola percentuale di pazienti sideropenici (6 pari al 28%) è stato consigliato alla dimissione di eseguire controlli ematochimici per la sideropenia e tale indicazione è stata fornita più spesso ai pazienti Anemici rispetto ai Non anemici (p=0,035). Solo 4 pazienti (16%) hanno eseguito esami ematochimici di controllo e in tutti i casi la sideropenia era ancora presente, inoltre, solo il 24% dei pazienti ha ripetuto terapia marziale dopo la dimissione senza significative differenze tra Anemici e Non anemici. Discussione. Il nostro studio dimostra che i pazienti Anemici hanno una mortalità 3 volte superiore ai Non anemici, ma nonostante la conferma che anemia e sideropenia rappresentano un grave problema per la salute e la qualità di vita del paziente, vengono spesso trascurate e solo occasionalmente segnalate al paziente o al caregiver. L’educazione del paziente e/o del caregiver alla dimissione, in merito a sideropenia e anemia, scopo per cui abbiamo creato il nostro opuscolo informativo, può migliorare la precoce identificazione dei sintomi e le eventuali complicanze, garantire un corretto monitoraggio con controlli ematochimici periodici e migliorare l’aderenza alle terapie, portando dunque a un beneficio globale per la salute del paziente.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/38939