Il Patient Blood Management (PBM) è il programma per la gestione del sangue, promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come nuovo standard di cura. La trasfusione viene utilizzata ampiamente in vari setting sanitari, ma non agisce sulle cause dell’anemia; considerando tale trattamento in rapporto al rischio di reazione trasfusionale, ai costi della gestione del sangue e ai recenti dati emersi sull’incremento della mortalità, morbilità e prolungamento della degenza ospedalieri, emerge la necessità di ricorrere ad interventi alternativi per la risoluzione dell’anemia. Il programma si basa sull’ottimizzazione dell’eritropoiesi, contenimento delle perdite ematiche e ottimizzazione della tolleranza all’anemia, per ridurre il numero di trasfusioni e migliorare gli esiti per i pazienti. La presente tesi analizza, tramite i dati presenti in letteratura, il ruolo che l’infermiere riveste all’interno di tale programma sia in realtà italiane, sia all’estero. La comparazione tra gli sviluppi dei programmi consente di mettere in luce i punti di forza della professione infermieristica ed eventualmente proporre alternative per l’applicazione del programma da parte degli infermieri. Come parte del team multidisciplinare, l’infermiere riveste un ruolo chiave per consentire la sinergia degli interventi attuati dai vari professionisti sanitari, ma anche permettere di diffondere le indicazioni proprie del programma PBM; inoltre, essendo a stretto contatto con il paziente, è colui che monitora ed educa lo stesso affinché gli obiettivi previsti dal piano individuale di trattamento siano raggiunti. I risultati presentano una scarsa documentazione del ruolo dell’infermiere nel programma PBM in Italia; maggiori informazioni si sono potute ricavare per i Paesi esteri, fornendo materiale interessante per la ricerca futura e lo sviluppo professionale.
Patient Blood Management: il ruolo dell'infermiere
MUNAROLO, JENNY
2021/2022
Abstract
Il Patient Blood Management (PBM) è il programma per la gestione del sangue, promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come nuovo standard di cura. La trasfusione viene utilizzata ampiamente in vari setting sanitari, ma non agisce sulle cause dell’anemia; considerando tale trattamento in rapporto al rischio di reazione trasfusionale, ai costi della gestione del sangue e ai recenti dati emersi sull’incremento della mortalità, morbilità e prolungamento della degenza ospedalieri, emerge la necessità di ricorrere ad interventi alternativi per la risoluzione dell’anemia. Il programma si basa sull’ottimizzazione dell’eritropoiesi, contenimento delle perdite ematiche e ottimizzazione della tolleranza all’anemia, per ridurre il numero di trasfusioni e migliorare gli esiti per i pazienti. La presente tesi analizza, tramite i dati presenti in letteratura, il ruolo che l’infermiere riveste all’interno di tale programma sia in realtà italiane, sia all’estero. La comparazione tra gli sviluppi dei programmi consente di mettere in luce i punti di forza della professione infermieristica ed eventualmente proporre alternative per l’applicazione del programma da parte degli infermieri. Come parte del team multidisciplinare, l’infermiere riveste un ruolo chiave per consentire la sinergia degli interventi attuati dai vari professionisti sanitari, ma anche permettere di diffondere le indicazioni proprie del programma PBM; inoltre, essendo a stretto contatto con il paziente, è colui che monitora ed educa lo stesso affinché gli obiettivi previsti dal piano individuale di trattamento siano raggiunti. I risultati presentano una scarsa documentazione del ruolo dell’infermiere nel programma PBM in Italia; maggiori informazioni si sono potute ricavare per i Paesi esteri, fornendo materiale interessante per la ricerca futura e lo sviluppo professionale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/38949