Il suicidio assistito è una procedura che permette al professionista sanitario preposto (in genere medico) di prescrivere un farmaco al paziente che lo richieda con l’intento di pro-vocarne la morte; in Italia è stato illegale fino al 22 novembre 2019, giorno in cui è stato dichiarato anticostituzionale l’articolo del Codice Penale che non escludeva la punibilità di chi lo esercitasse. Il paziente deve risultare idoneo alla verifica dei seguenti requisiti per poter avanzare questa richiesta: deve essere in grado di intendere e di volere, portatore di una patologia irreversibile che causi gravi sofferenze fisiche e psichiche, vivo grazie a dei presidi di sostegno vitale. Poiché in Italia è una procedura del tutto nuova, non è ancora disponibile una chiara organizzazione dei ruoli all’interno dell’équipe sanitaria. Nello specifico, la presente tesi ha l’obiettivo di analizzare la letteratura di Stati che ab-biano legalizzato il suicidio assistito, evidenziando il ruolo del personale infermieristico al fine di delineare un profilo più chiaro che questa categoria può assumere in Italia. Sono state studiate fonti provenienti da Spagna, Belgio, Olanda, Stati Uniti d’America. La ricerca e il confronto tra realtà molto diverse tra loro hanno permesso non solo di avere un’idea di quale posizione potrà ricoprire il personale infermieristico, ma anche di eviden-ziare i punti deboli degli altri Stati, in modo che questi possano essere presi in considera-zione per migliorare la pratica italiana. Tra i risultati principali, è emerso che gli infermieri/e si occupano dell’informazione da fornire al paziente (solo qualora sia quest’ultimo a richiedere specificatamente il suicidio assistito) o della delega ad una figura preposta, del supporto psicologico anche per la fami-glia, della preparazione del malato, delle cure palliative e di quelle post mortem. Non sem-pre la figura infermieristica partecipa al processo decisionale; quasi mai le è consentito avere alcuna interazione con il farmaco letale; svolge una parte molto importante nel so-stegno del paziente in quanto persona ad esso più vicina. Per poter eseguire questa revisione, sono stati selezionati studi basati sull’esperienza di infermieri/e a contatto con pazienti che abbiano richiesto il suicidio assistito, quindi al di fuori dell’Italia. Ciò ha permesso di avere una visione prospettica del ruolo infermieristico in Italia, ma per avere un quadro completo e verificare che venga garantita un’alta qualità di cure sarà necessario svolgere un’indagine retrospettiva basata sull’esperienza di infer-mieri ed infermiere italiani/e, una volta regolarizzata la procedura.
Il suicidio assistito in Italia e il ruolo del personale infermieristico
RIZZO, AURORA
2021/2022
Abstract
Il suicidio assistito è una procedura che permette al professionista sanitario preposto (in genere medico) di prescrivere un farmaco al paziente che lo richieda con l’intento di pro-vocarne la morte; in Italia è stato illegale fino al 22 novembre 2019, giorno in cui è stato dichiarato anticostituzionale l’articolo del Codice Penale che non escludeva la punibilità di chi lo esercitasse. Il paziente deve risultare idoneo alla verifica dei seguenti requisiti per poter avanzare questa richiesta: deve essere in grado di intendere e di volere, portatore di una patologia irreversibile che causi gravi sofferenze fisiche e psichiche, vivo grazie a dei presidi di sostegno vitale. Poiché in Italia è una procedura del tutto nuova, non è ancora disponibile una chiara organizzazione dei ruoli all’interno dell’équipe sanitaria. Nello specifico, la presente tesi ha l’obiettivo di analizzare la letteratura di Stati che ab-biano legalizzato il suicidio assistito, evidenziando il ruolo del personale infermieristico al fine di delineare un profilo più chiaro che questa categoria può assumere in Italia. Sono state studiate fonti provenienti da Spagna, Belgio, Olanda, Stati Uniti d’America. La ricerca e il confronto tra realtà molto diverse tra loro hanno permesso non solo di avere un’idea di quale posizione potrà ricoprire il personale infermieristico, ma anche di eviden-ziare i punti deboli degli altri Stati, in modo che questi possano essere presi in considera-zione per migliorare la pratica italiana. Tra i risultati principali, è emerso che gli infermieri/e si occupano dell’informazione da fornire al paziente (solo qualora sia quest’ultimo a richiedere specificatamente il suicidio assistito) o della delega ad una figura preposta, del supporto psicologico anche per la fami-glia, della preparazione del malato, delle cure palliative e di quelle post mortem. Non sem-pre la figura infermieristica partecipa al processo decisionale; quasi mai le è consentito avere alcuna interazione con il farmaco letale; svolge una parte molto importante nel so-stegno del paziente in quanto persona ad esso più vicina. Per poter eseguire questa revisione, sono stati selezionati studi basati sull’esperienza di infermieri/e a contatto con pazienti che abbiano richiesto il suicidio assistito, quindi al di fuori dell’Italia. Ciò ha permesso di avere una visione prospettica del ruolo infermieristico in Italia, ma per avere un quadro completo e verificare che venga garantita un’alta qualità di cure sarà necessario svolgere un’indagine retrospettiva basata sull’esperienza di infer-mieri ed infermiere italiani/e, una volta regolarizzata la procedura.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/38967