Recent scientific evidence suggests that approach-avoidance bias in cognitive processing can play an important role in unhealthy eating habits and eating disorders. This study aims to assess the automatic tendencies of approach and avoidance towards high-calorie (HCF) and low-calorie (LCF) foods and to test if these are affected by different factors related to the participants’ physiological state (i.e., level of perceived hunger and time passed since their last meal), hedonic aspects (i.e., subjective evaluation of wanting and liking towards food), fear of stimuli and impulsivity, in a sample recruited from the general population. The study includes 204 participants e it is based on a mobile application of the Approach-Avoidance Task (AAT), with high- and low-calorie and neutral stimuli. Results suggested the presence of an approach bias towards food, without significant differences in calorie content. The approach bias towards LCF and HCF was, however, affected by the condition of hunger, in which significantly faster reactions towards LCF were observed compared to HCF. Similarly, the data also detected a significant effect of impulsivity on the approach bias, with faster reactions towards LCF as compared with HCF. On the contrary, neither the time passed since participants’ last meal nor wanting, liking, and fear towards food measures showed significant effects. These results help to shed light on the complexity of approach and avoidance behaviour towards food stimuli and confirm the need for further studies to deepen their functioning mechanisms.

Evidenze scientifiche recenti suggeriscono che bias di approccio e di evitamento verso il cibo, attivi nei processi di elaborazione cognitiva, possono rivestire un ruolo importante in abitudini alimentari poco salutari e in disturbi dell’alimentazione. L’obiettivo di questo studio è stato quello di analizzare le tendenze automatiche di approccio ed evitamento nei confronti di cibi ad alto (High-calorie Food, HCF) e basso contenuto calorico (Low-calorie Food, LCF) e di verificare se queste siano influenzate da diversi fattori legati allo stato fisiologico della persona (livello di fame percepita e tempo trascorso dall’ultimo pasto), ad aspetti edonici (valutazioni soggettive di wanting e liking verso il cibo), alla paura riportata verso gli stimoli e all’impulsività, in un campione della popolazione generale. Lo studio include 204 partecipanti e si basa sull’utilizzo di una applicazione mobile dell’Approach-Avoidance Task (AAT), con stimoli alimentari a basso e alto contenuto calorico e stimoli neutri. I risultati suggeriscono la presenza di un bias di approccio verso il cibo, senza differenze significative rispetto al contenuto calorico. Il bias di approccio verso LCF e HCF viene invece influenzato dalla condizione di fame, nella quale si osservano risposte significativamente più veloci verso i LCF rispetto agli HCF. Similmente, i dati rilevano un effetto significativo anche dell’impulsività sul bias di approccio, con risposte più veloci verso i LCF rispetto agli HCF. Al contrario, non risultano effetti significativi del tempo trascorso dall’ultimo pasto né di misure di wanting, liking e paura rivolte al cibo. Questi risultati contribuiscono a fare luce sulla complessità del comportamento di approccio e di evitamento verso stimoli alimentari e confermano la necessità di ulteriori studi di approfondimento dei loro meccanismi di funzionamento.

Bias di approccio ed evitamento verso immagini di cibo: uno studio con un'applicazione mobile nella popolazione generale

COLOMBINI, GIULIA
2021/2022

Abstract

Recent scientific evidence suggests that approach-avoidance bias in cognitive processing can play an important role in unhealthy eating habits and eating disorders. This study aims to assess the automatic tendencies of approach and avoidance towards high-calorie (HCF) and low-calorie (LCF) foods and to test if these are affected by different factors related to the participants’ physiological state (i.e., level of perceived hunger and time passed since their last meal), hedonic aspects (i.e., subjective evaluation of wanting and liking towards food), fear of stimuli and impulsivity, in a sample recruited from the general population. The study includes 204 participants e it is based on a mobile application of the Approach-Avoidance Task (AAT), with high- and low-calorie and neutral stimuli. Results suggested the presence of an approach bias towards food, without significant differences in calorie content. The approach bias towards LCF and HCF was, however, affected by the condition of hunger, in which significantly faster reactions towards LCF were observed compared to HCF. Similarly, the data also detected a significant effect of impulsivity on the approach bias, with faster reactions towards LCF as compared with HCF. On the contrary, neither the time passed since participants’ last meal nor wanting, liking, and fear towards food measures showed significant effects. These results help to shed light on the complexity of approach and avoidance behaviour towards food stimuli and confirm the need for further studies to deepen their functioning mechanisms.
2021
Approach-avoidance bias towards food stimuli: a study with a mobile App in the general population
Evidenze scientifiche recenti suggeriscono che bias di approccio e di evitamento verso il cibo, attivi nei processi di elaborazione cognitiva, possono rivestire un ruolo importante in abitudini alimentari poco salutari e in disturbi dell’alimentazione. L’obiettivo di questo studio è stato quello di analizzare le tendenze automatiche di approccio ed evitamento nei confronti di cibi ad alto (High-calorie Food, HCF) e basso contenuto calorico (Low-calorie Food, LCF) e di verificare se queste siano influenzate da diversi fattori legati allo stato fisiologico della persona (livello di fame percepita e tempo trascorso dall’ultimo pasto), ad aspetti edonici (valutazioni soggettive di wanting e liking verso il cibo), alla paura riportata verso gli stimoli e all’impulsività, in un campione della popolazione generale. Lo studio include 204 partecipanti e si basa sull’utilizzo di una applicazione mobile dell’Approach-Avoidance Task (AAT), con stimoli alimentari a basso e alto contenuto calorico e stimoli neutri. I risultati suggeriscono la presenza di un bias di approccio verso il cibo, senza differenze significative rispetto al contenuto calorico. Il bias di approccio verso LCF e HCF viene invece influenzato dalla condizione di fame, nella quale si osservano risposte significativamente più veloci verso i LCF rispetto agli HCF. Similmente, i dati rilevano un effetto significativo anche dell’impulsività sul bias di approccio, con risposte più veloci verso i LCF rispetto agli HCF. Al contrario, non risultano effetti significativi del tempo trascorso dall’ultimo pasto né di misure di wanting, liking e paura rivolte al cibo. Questi risultati contribuiscono a fare luce sulla complessità del comportamento di approccio e di evitamento verso stimoli alimentari e confermano la necessità di ulteriori studi di approfondimento dei loro meccanismi di funzionamento.
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Bias
Eating behaviour
Food
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/39274