Non è raro che le persone con una diagnosi di disturbo dello spettro dell'autismo presentino in comorbidità altri disturbi psichiatrici, tra i quali i disturbi di personalità, specialmente nell'autismo ad alto funzionamento. Dalla letteratura scientifica è possibile identificare diversi studi che si focalizzano nella valutazione di questa co-presenza di disturbi. Valutando i risultati riportati, emerge che all’interno di molti quadri di autismo sono infatti individuabili sia tratti che disturbi di personalità con diagnosi piena, in particolare appartenenti al cluster A codificati secondo il DSM-5 (personalità paranoide, personalità schizoide e personalità schizotipica). Gli aspetti in comune tra lo spettro dell'autismo e i disturbi di personalità di cluster A sono legati soprattutto alla sfera della cognizione sociale, ovvero a tutti quei meccanismi cognitivi che permettono all'individuo di interpretare e di rispondere adeguatamente al mondo sociale. In entrambe le categorie di disturbi c'è un'alterazione di questi meccanismi e l'individuo ha evidenti difficoltà nella comunicazione e nell'interazione sociale; allo stesso modo, sono presenti pattern di comportamenti e di interessi che sono peculiari e si differenziano da quelli messi in atto dalla popolazione generale in termini di caratteristiche, frequenza e intensità. Questa sovrapposizione di sintomi rende il lavoro clinico, e la vita dell'individuo, più complesso e richiede una maggiore sensibilità e meticolosità nel momento della diagnosi e dell'intervento. Per raggiungere una definizione corretta e completa del caso clinico, è necessario approfondire la sintomatologia manifestata e la storia di sviluppo del paziente, così da poter differenziare le diagnosi o stabilire una comorbidità tra il disturbo di personalità e il disturbo dello spettro dell’autismo. Sono entrambi disturbi che hanno un elevato impatto sulla vita della persona che ne soffre, in modo particolare se presenti in comorbidità, e in merito a questo c’è un ampio spazio per ulteriori approfondimenti futuri.
Cluster A di personalità nello spettro dell'autismo
FASOLATO, ALESSIA
2021/2022
Abstract
Non è raro che le persone con una diagnosi di disturbo dello spettro dell'autismo presentino in comorbidità altri disturbi psichiatrici, tra i quali i disturbi di personalità, specialmente nell'autismo ad alto funzionamento. Dalla letteratura scientifica è possibile identificare diversi studi che si focalizzano nella valutazione di questa co-presenza di disturbi. Valutando i risultati riportati, emerge che all’interno di molti quadri di autismo sono infatti individuabili sia tratti che disturbi di personalità con diagnosi piena, in particolare appartenenti al cluster A codificati secondo il DSM-5 (personalità paranoide, personalità schizoide e personalità schizotipica). Gli aspetti in comune tra lo spettro dell'autismo e i disturbi di personalità di cluster A sono legati soprattutto alla sfera della cognizione sociale, ovvero a tutti quei meccanismi cognitivi che permettono all'individuo di interpretare e di rispondere adeguatamente al mondo sociale. In entrambe le categorie di disturbi c'è un'alterazione di questi meccanismi e l'individuo ha evidenti difficoltà nella comunicazione e nell'interazione sociale; allo stesso modo, sono presenti pattern di comportamenti e di interessi che sono peculiari e si differenziano da quelli messi in atto dalla popolazione generale in termini di caratteristiche, frequenza e intensità. Questa sovrapposizione di sintomi rende il lavoro clinico, e la vita dell'individuo, più complesso e richiede una maggiore sensibilità e meticolosità nel momento della diagnosi e dell'intervento. Per raggiungere una definizione corretta e completa del caso clinico, è necessario approfondire la sintomatologia manifestata e la storia di sviluppo del paziente, così da poter differenziare le diagnosi o stabilire una comorbidità tra il disturbo di personalità e il disturbo dello spettro dell’autismo. Sono entrambi disturbi che hanno un elevato impatto sulla vita della persona che ne soffre, in modo particolare se presenti in comorbidità, e in merito a questo c’è un ampio spazio per ulteriori approfondimenti futuri.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/39276