Negli ultimi anni si è registrato un sostanziale aumento nell’uso di stent endovascolari per la riparazione degli aneurismi dell’aorta addominale. Una delle maggiori complicanze di questo tipo di intervento è la presenza di endoleak persistenti di tipo II, questo fenomeno si verifica dall’ 8% al 23% dei casi a causa del flusso retrogrado proveniente dall’arteria mesenterica inferiore (IMA) e dalle arterie lombari nei pazienti sottoposti ad EVAR. La maggior parte degli E II sono innocui e si risolvono spontaneamente dopo un periodo di tempo variabile, ma quelli con un meccanismo persistente di afflusso-deflusso di sangue possono portare alla progressione dell'aneurisma con un aumentato rischio di re intervento e fallimento della procedura. Diverse tecniche di approccio hanno mostrato percentuali di successo non elevate e non possono, quindi, essere identificate come soluzioni definitive, pertanto, l'interesse verso metodi preventivi per evitare il fenomeno dell’endoleak è cresciuto progressivamente. In particolare, la tecnica percutanea preventiva con spirali metalliche rappresenta un tentativo promettente nell’aumentare le possibilità di guarigione del paziente andando ad opporsi a questo tipo di complicanze. L’intento dello studio è valutare i dati provenienti da un campione di pazienti operati con questo tipo di trattamento allo scopo di capirne la fattibilità e l’efficacia attraverso il monitoraggio dei follow-up mediante misurazione tridimensionale del volume dell’aneurisma e bidimensionale del diametro. In particolare, l’obbiettivo dell’analisi è la verifica dell’efficacia della tipologia di trattamento e la misura del volume dell’aneurisma compiuta dal TSRM prima e dopo l’intervento. Lo studio ha valutato i dati provenienti da un insieme di 26 pazienti tra i 64 e i 87 anni trattati per il 92% tramite embolizzazione con spirali metalliche dei quali sono stati raccolti valori riguardanti: il diametro precedente all’operazione e a sei mesi di distanza, le volumetrie precedenti al trattamento, postoperatorie, e a sei mesi, la presenza di spirali, il tipo di follow-up, la patologia e la presenza e tipologia di endoleak. I dati raccolti evidenziano una riduzione delle dimensioni a sei mesi nel 95% dei casi, indicatore della buona riuscita dell’intervento con solo il 12.5% di endoleak di tipo II. La misura del volume della sacca (eseguita dal Tecnico di Radiologia) consente una valutazione obiettiva e indipendente dei risultati della procedura risultando indipendente e non inficiato dagli artefatti derivanti dalle spirali metalliche. Il trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta addominale mediante embolizzazione con spirali metalliche è risultato nella nostra esperienza fattibile e sicuro, con risultati nel breve e medio periodo superiori ai valori medi della letteratura come tasso di endoelak e riduzione del volume della sacca.
Ruolo del TSRM nel monitoraggio di follow-up nei trattamenti endovascolari all'aorta addominale.
BOTTEGAL, DAMIANO
2021/2022
Abstract
Negli ultimi anni si è registrato un sostanziale aumento nell’uso di stent endovascolari per la riparazione degli aneurismi dell’aorta addominale. Una delle maggiori complicanze di questo tipo di intervento è la presenza di endoleak persistenti di tipo II, questo fenomeno si verifica dall’ 8% al 23% dei casi a causa del flusso retrogrado proveniente dall’arteria mesenterica inferiore (IMA) e dalle arterie lombari nei pazienti sottoposti ad EVAR. La maggior parte degli E II sono innocui e si risolvono spontaneamente dopo un periodo di tempo variabile, ma quelli con un meccanismo persistente di afflusso-deflusso di sangue possono portare alla progressione dell'aneurisma con un aumentato rischio di re intervento e fallimento della procedura. Diverse tecniche di approccio hanno mostrato percentuali di successo non elevate e non possono, quindi, essere identificate come soluzioni definitive, pertanto, l'interesse verso metodi preventivi per evitare il fenomeno dell’endoleak è cresciuto progressivamente. In particolare, la tecnica percutanea preventiva con spirali metalliche rappresenta un tentativo promettente nell’aumentare le possibilità di guarigione del paziente andando ad opporsi a questo tipo di complicanze. L’intento dello studio è valutare i dati provenienti da un campione di pazienti operati con questo tipo di trattamento allo scopo di capirne la fattibilità e l’efficacia attraverso il monitoraggio dei follow-up mediante misurazione tridimensionale del volume dell’aneurisma e bidimensionale del diametro. In particolare, l’obbiettivo dell’analisi è la verifica dell’efficacia della tipologia di trattamento e la misura del volume dell’aneurisma compiuta dal TSRM prima e dopo l’intervento. Lo studio ha valutato i dati provenienti da un insieme di 26 pazienti tra i 64 e i 87 anni trattati per il 92% tramite embolizzazione con spirali metalliche dei quali sono stati raccolti valori riguardanti: il diametro precedente all’operazione e a sei mesi di distanza, le volumetrie precedenti al trattamento, postoperatorie, e a sei mesi, la presenza di spirali, il tipo di follow-up, la patologia e la presenza e tipologia di endoleak. I dati raccolti evidenziano una riduzione delle dimensioni a sei mesi nel 95% dei casi, indicatore della buona riuscita dell’intervento con solo il 12.5% di endoleak di tipo II. La misura del volume della sacca (eseguita dal Tecnico di Radiologia) consente una valutazione obiettiva e indipendente dei risultati della procedura risultando indipendente e non inficiato dagli artefatti derivanti dalle spirali metalliche. Il trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta addominale mediante embolizzazione con spirali metalliche è risultato nella nostra esperienza fattibile e sicuro, con risultati nel breve e medio periodo superiori ai valori medi della letteratura come tasso di endoelak e riduzione del volume della sacca.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/39442