Gli anni ‘60 sono stati per l’Italia un periodo di boom economico nel quale molte infrastrutture sono state realizzate, spesso senza prestare attenzione alle problematiche ambientali che in quel periodo non erano così evidenti come lo sono ai giorni nostri. Questo studio si propone di quantificare, eseguendo un inventario del carbonio, le emissioni di anidride carbonica causate dalla realizzazione dell’area denominata “ex Foro Boario”, situata nella città di Padova. L’intento è concentrarsi principalmente sul suolo, pertanto, non viene considerato l’edificato nel conteggio della cubatura, ma solo la pavimentazione. Al fine di una più puntuale valutazione delle emissioni si adotta un approccio di Life Cycle Assessment (LCA) eseguendo uno studio cradle to gate considerando le fasi di approvvigionamento, produzione, distribuzione e uso; si fa riferimento ai dati del rapporto di Eurobitume del 2010, dell’International association of oil & gas producers (IOGP) e di uno studio di Life Cycle Inventory del Swedish Environment Research Institute. Dai risultati emerge che la maggior parte delle emissioni (89%), sono dovute al settore produttivo. In particolare, il composto che grava maggiormente a livello ambientale risulta essere l’ossido di calcio, il quale è un costituente principale sia dell’asfalto che del cemento. La fase di trasporto via nave, che generalmente risulta essere una significativa fonte di emissioni, si vedrà che non possiede un ruolo predominante alla scala del caso studio. Nel cercare misure di mitigazione degli impatti sarebbe quindi opportuno agire sui processi produttivi di asfalto e cemento. Oltre al danno ambientale legato all’edificazione, va tenuto conto anche del continuo deficit nell’assorbimento di anidride carbonica dovuto al cambio d’uso di suolo. Il cemento impedisce infatti al terreno di svolgere la sua funzione di carbon sink, senza contare che, eventuali alberature potrebbero ulteriormente aiutare nella cattura dell’ anidride carbonica. Si considera poi il servizio ecologico di rimozione della CO2 da parte delle alberature che verranno piantate come disposto dal Piano Urbanistico Attuativo disposto per quell’area. Si presentano poi stime, effettuate tramite l’utilizzo di equazioni allometriche, del tempo necessario per far sì che la velocità di stoccaggio della CO2 arrivi a regime. Oltre a ciò viene ipotizzato un ulteriore scenario di riqualificazione che interessa anche la superficie non compresa nel PUA (la quale ammonta al 67% del totale).

IMPRONTA CARBONICA PER L’EDIFICAZIONE DELL’EX FORO BOARIO E SCENARI DI RIQUALIFICAZIONE IN AREA DI VERDE URBANO

NNABUIFE, MARTIN IKENNA
2021/2022

Abstract

Gli anni ‘60 sono stati per l’Italia un periodo di boom economico nel quale molte infrastrutture sono state realizzate, spesso senza prestare attenzione alle problematiche ambientali che in quel periodo non erano così evidenti come lo sono ai giorni nostri. Questo studio si propone di quantificare, eseguendo un inventario del carbonio, le emissioni di anidride carbonica causate dalla realizzazione dell’area denominata “ex Foro Boario”, situata nella città di Padova. L’intento è concentrarsi principalmente sul suolo, pertanto, non viene considerato l’edificato nel conteggio della cubatura, ma solo la pavimentazione. Al fine di una più puntuale valutazione delle emissioni si adotta un approccio di Life Cycle Assessment (LCA) eseguendo uno studio cradle to gate considerando le fasi di approvvigionamento, produzione, distribuzione e uso; si fa riferimento ai dati del rapporto di Eurobitume del 2010, dell’International association of oil & gas producers (IOGP) e di uno studio di Life Cycle Inventory del Swedish Environment Research Institute. Dai risultati emerge che la maggior parte delle emissioni (89%), sono dovute al settore produttivo. In particolare, il composto che grava maggiormente a livello ambientale risulta essere l’ossido di calcio, il quale è un costituente principale sia dell’asfalto che del cemento. La fase di trasporto via nave, che generalmente risulta essere una significativa fonte di emissioni, si vedrà che non possiede un ruolo predominante alla scala del caso studio. Nel cercare misure di mitigazione degli impatti sarebbe quindi opportuno agire sui processi produttivi di asfalto e cemento. Oltre al danno ambientale legato all’edificazione, va tenuto conto anche del continuo deficit nell’assorbimento di anidride carbonica dovuto al cambio d’uso di suolo. Il cemento impedisce infatti al terreno di svolgere la sua funzione di carbon sink, senza contare che, eventuali alberature potrebbero ulteriormente aiutare nella cattura dell’ anidride carbonica. Si considera poi il servizio ecologico di rimozione della CO2 da parte delle alberature che verranno piantate come disposto dal Piano Urbanistico Attuativo disposto per quell’area. Si presentano poi stime, effettuate tramite l’utilizzo di equazioni allometriche, del tempo necessario per far sì che la velocità di stoccaggio della CO2 arrivi a regime. Oltre a ciò viene ipotizzato un ulteriore scenario di riqualificazione che interessa anche la superficie non compresa nel PUA (la quale ammonta al 67% del totale).
2021
CARBON FOOTPRINT FOR THE CONSTRUCTION OF "EX FORO BOARIO" AND URBAN GREEN REQUALIFICATION SCENARIOS
Carbon footprint
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LCA
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/39462