Non di rado, durante la vita di una società, possono emergere situazioni di conflittualità tra i soci. Divergenze di visione, opinioni contrastanti nella gestione del patrimonio societario o dissidi di natura meramente personale possono provocare stalli decisionali che, oltre ad incrinare il business, nei casi più gravi, possono condurre allo scioglimento della società. Tra le cause di liquidazione delle società di capitali, infatti, la legge contempla anche “l’impossibilità di funzionamento” o “la continuata inattività dell’assemblea”. Al fine di evitare questa conseguenza, nella pratica sono numerosi i rimedi che sono a disposizione degli operatori economici per preservare la funzionalità e la continuità dell’impresa. Il presente elaborato si propone di esaminare l’istituto della scissione “asimmetrica”, una particolare forma di scissione non proporzionale, introdotta dal d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6, capace di attuare un processo di riorganizzazione aziendale che, senza compromettere il valore fino a quel momento generato, mira a suddividere la compagine sociale litigiosa ed a mantenere, seppur in società differenti, la continuità nello svolgimento dell’impresa. La normativa di riferimento è contenuta all’art. 2506, comma 2, c.c. Certamente alla base della nuova previsione si pone il desiderio del legislatore di ampliare il margine di operatività della scissione, venendo incontro all’esigenza avvertita dalla prassi di poter intervenire anche sugli assetti proprietari della società. Tuttavia, a distanza di molti anni dalla sua legittimazione, la disciplina della scissione asimmetrica continua ad essere controversa e dibattuta: non è cioè chiara la ragione che ha indotto il legislatore a prescrivere l’unanimità dei consensi, quale condizione di validità ed efficacia della delibera, in luogo della regola maggioritaria, prevista invece per tutte le altre ipotesi di scissione non proporzionale. Il lavoro si suddivide in tre capitoli, il primo dei quali si limiterà a fornire un inquadramento generale dell’istituto della scissione, al fine di cogliere le sue caratteristiche peculiari ed i relativi profili operativi. Nel secondo capitolo si tratterà specificatamente della disciplina in tema di scissione asimmetrica. Dopo aver definito l’operazione e le sue finalità, verranno illustrate le modalità attraverso cui si realizza la separazione della compagine sociale, con particolare attenzione al requisito del consenso unanime espressamente previsto dalla legge. A questo punto, si renderà necessaria una riflessione circa la diversità di regime intercorrente tra questa tipologia di scissione e la scissione non proporzionale di cui all’art. 2506-bis, comma 4, c.c., con illustrazione delle relative posizioni dottrinali in materia. Il capitolo si chiuderà con un approfondimento relativo alla valenza applicativa della scissione asimmetrica, alla luce dell’interpretazione fornita dalla dottrina, dalla prassi notarile e, recentemente, anche dal Tribunale di Milano, con riferimento al caso della scissione c.d. “totale estrema”. Infine, il terzo capitolo sarà dedicato all’esposizione di un caso pratico, avente ad oggetto una scissione parziale ed asimmetrica di S.r.l., il quale, oltre ad illustrare come viene gestita concretamente un’operazione di scissione, darà anche risalto agli aspetti più tipicamente notarili emersi durante l’esperienza di tirocinio formativo, svoltasi presso uno Studio Notarile della provincia di Treviso.

La scissione asimmetrica quale tecnica di risoluzione dei conflitti tra soci. Un caso di studio dal punto di vista notarile

PALESE, ALESSIA
2021/2022

Abstract

Non di rado, durante la vita di una società, possono emergere situazioni di conflittualità tra i soci. Divergenze di visione, opinioni contrastanti nella gestione del patrimonio societario o dissidi di natura meramente personale possono provocare stalli decisionali che, oltre ad incrinare il business, nei casi più gravi, possono condurre allo scioglimento della società. Tra le cause di liquidazione delle società di capitali, infatti, la legge contempla anche “l’impossibilità di funzionamento” o “la continuata inattività dell’assemblea”. Al fine di evitare questa conseguenza, nella pratica sono numerosi i rimedi che sono a disposizione degli operatori economici per preservare la funzionalità e la continuità dell’impresa. Il presente elaborato si propone di esaminare l’istituto della scissione “asimmetrica”, una particolare forma di scissione non proporzionale, introdotta dal d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6, capace di attuare un processo di riorganizzazione aziendale che, senza compromettere il valore fino a quel momento generato, mira a suddividere la compagine sociale litigiosa ed a mantenere, seppur in società differenti, la continuità nello svolgimento dell’impresa. La normativa di riferimento è contenuta all’art. 2506, comma 2, c.c. Certamente alla base della nuova previsione si pone il desiderio del legislatore di ampliare il margine di operatività della scissione, venendo incontro all’esigenza avvertita dalla prassi di poter intervenire anche sugli assetti proprietari della società. Tuttavia, a distanza di molti anni dalla sua legittimazione, la disciplina della scissione asimmetrica continua ad essere controversa e dibattuta: non è cioè chiara la ragione che ha indotto il legislatore a prescrivere l’unanimità dei consensi, quale condizione di validità ed efficacia della delibera, in luogo della regola maggioritaria, prevista invece per tutte le altre ipotesi di scissione non proporzionale. Il lavoro si suddivide in tre capitoli, il primo dei quali si limiterà a fornire un inquadramento generale dell’istituto della scissione, al fine di cogliere le sue caratteristiche peculiari ed i relativi profili operativi. Nel secondo capitolo si tratterà specificatamente della disciplina in tema di scissione asimmetrica. Dopo aver definito l’operazione e le sue finalità, verranno illustrate le modalità attraverso cui si realizza la separazione della compagine sociale, con particolare attenzione al requisito del consenso unanime espressamente previsto dalla legge. A questo punto, si renderà necessaria una riflessione circa la diversità di regime intercorrente tra questa tipologia di scissione e la scissione non proporzionale di cui all’art. 2506-bis, comma 4, c.c., con illustrazione delle relative posizioni dottrinali in materia. Il capitolo si chiuderà con un approfondimento relativo alla valenza applicativa della scissione asimmetrica, alla luce dell’interpretazione fornita dalla dottrina, dalla prassi notarile e, recentemente, anche dal Tribunale di Milano, con riferimento al caso della scissione c.d. “totale estrema”. Infine, il terzo capitolo sarà dedicato all’esposizione di un caso pratico, avente ad oggetto una scissione parziale ed asimmetrica di S.r.l., il quale, oltre ad illustrare come viene gestita concretamente un’operazione di scissione, darà anche risalto agli aspetti più tipicamente notarili emersi durante l’esperienza di tirocinio formativo, svoltasi presso uno Studio Notarile della provincia di Treviso.
2021
The asymmetric demerger as a resolution technique. A case study
scissione
asimmetrica
conflitti tra soci
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/39517