Il Covid-19 e l'alterazione del sinallagma contrattuale: gli effetti della pandemia sui contratti di durata

L’avvento della pandemia ha determinato una situazione di stallo e di incertezza che si è estrinsecata altresì nella realtà giuridica, innescando una serie di quesiti circa l’applicazione di istituti normativi. Il diritto dei contratti non è stato da ciò esente. Il Covid e le relative misure emergenziali adottate hanno infatti determinato una crisi non poco significativa nell’esecuzione del vincolo contrattuale, mettendo talvolta a rischio la stessa causa in concreto dell’accordo così come istaurato ab initio. I contratti maggiormente incisi da questa circostanza sopravvenuta sono quelli ad esecuzione continuata o periodica, in cui il fattore tempo ne rende peculiare la relativa natura. Il punto di avvio di questo lavoro di tesi è costituito da una fattispecie verificatasi durante la pandemia che è stata oggetto di studio durante il tirocinio curriculare, relativa ad un rapporto di locazione commerciale. Tale vicenda ha costituito occasione per poter esaminare le questioni giuridiche connesse che fungono da punti di indagine dell’elaborato, diretto a vagliare l’idoneità dei rimedi previsti nel codice civile per la gestione delle sopravvenienze. L’analisi inoltre prende ad esame l’obbligo di rinegoziazione, prospettato da buona parte della dottrina quale rimedio atipico in grado di garantire ai contraenti una tutela contrattuale maggiormente effettiva. Tale strumento viene sviluppato altresì in chiave comparatistica, in particolar modo guardando l’ordinamento spagnolo, nel quale al pari di quello italiano non è previsto tale obbligo da una norma codicistica ad hoc. Ripercorrendo la relativa dottrina e giurisprudenza, l’indagine fornisce in conclusione una soluzione al caso di specie, avuto riguardo alle riflessioni ed argomentazioni approntate nel corso della trattazione.