L’intelligenza numerica è una tematica di sempre maggiore interesse, negli anni la letteratura si è arricchita di numerosi contributi che indagano le abilità che la compongono, i meccanismi cognitivi che la regolano, la sua origine e come si sviluppa nel corso della vita dell’individuo. Oggi sappiamo che alcuni meccanismi sono innati come l’ANS (Approximate Number System) e l’OTS (Object tracking system). L’ANS ci permette di discriminare quantità più o meno grandi tra loro (Dehaene, 1997; Feigenson et al., 2004) mentre l’OTS, tramite il meccanismo alla base del subitizing, ci permette di tracciare nello spazio una numerosità riconducibile a una quantità di 3 oggetti. Nonostante le basi innate si rende necessaria la scolarizzazione e, prima ancora, un ambiente familiare stimolante che definiamo come home numeracy environment (Benavides-Varela et al., 2016) per permettere alle abilità numeriche di esprimersi al meglio delle loro potenzialità. In questo studio abbiamo indagato la relazione tra questo home numeracy environment e le early numeracy abilities, che sono precursori di abilità matematiche più complesse e comprendono competenze come il conteggio e l’acquisizione di un lessico numerico. Quello che ci aspettiamo dalla ricerca è che esista una correlazione positiva tra la frequenza di home numeracy e la prestazione del bambino/a in una serie di compiti che indagano alcune abilità matematiche come la corrispondenza bi-univoca e la comprensione dei quantificatori semantici. Il campione è costituito da 20 bambini tra i 25 e i 44 mesi che hanno completato una batteria online in 3 sessioni per le abilità numeriche. Per quanto riguarda i dati relativi alla home numeracy, i genitori hanno compilato un questionario online in cui dovevano indicare su una scala Likert a 5 punti con che frequenza svolgevano una serie di attività.
Esiste un’associazione tra early numeracy abilities e home numeracy nei toddlers? Uno studio pilota
DALLA MONTÀ, ANNA
2021/2022
Abstract
L’intelligenza numerica è una tematica di sempre maggiore interesse, negli anni la letteratura si è arricchita di numerosi contributi che indagano le abilità che la compongono, i meccanismi cognitivi che la regolano, la sua origine e come si sviluppa nel corso della vita dell’individuo. Oggi sappiamo che alcuni meccanismi sono innati come l’ANS (Approximate Number System) e l’OTS (Object tracking system). L’ANS ci permette di discriminare quantità più o meno grandi tra loro (Dehaene, 1997; Feigenson et al., 2004) mentre l’OTS, tramite il meccanismo alla base del subitizing, ci permette di tracciare nello spazio una numerosità riconducibile a una quantità di 3 oggetti. Nonostante le basi innate si rende necessaria la scolarizzazione e, prima ancora, un ambiente familiare stimolante che definiamo come home numeracy environment (Benavides-Varela et al., 2016) per permettere alle abilità numeriche di esprimersi al meglio delle loro potenzialità. In questo studio abbiamo indagato la relazione tra questo home numeracy environment e le early numeracy abilities, che sono precursori di abilità matematiche più complesse e comprendono competenze come il conteggio e l’acquisizione di un lessico numerico. Quello che ci aspettiamo dalla ricerca è che esista una correlazione positiva tra la frequenza di home numeracy e la prestazione del bambino/a in una serie di compiti che indagano alcune abilità matematiche come la corrispondenza bi-univoca e la comprensione dei quantificatori semantici. Il campione è costituito da 20 bambini tra i 25 e i 44 mesi che hanno completato una batteria online in 3 sessioni per le abilità numeriche. Per quanto riguarda i dati relativi alla home numeracy, i genitori hanno compilato un questionario online in cui dovevano indicare su una scala Likert a 5 punti con che frequenza svolgevano una serie di attività.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/39725