Guardare l’ipoacusia non come una semplice riduzione della capacità uditiva, ma come un complesso di alterazioni che comporta conseguenze sia psicologiche che comportamentali, è il modo più adeguato ad avere un approccio efficace e costruttivo con una persona che ne è affetta. È inoltre indispensabile valutare tutte le problematiche di diversa natura collegabili alla perdita uditiva. “Una persona affetta da perdita uditiva significa molto più che una coclea danneggiata, ecco perché dobbiamo occuparci di ogni singola persona” Claus Elberling È da questi principi che parte l’indagine oggetto di questa tesi. Dall’inizio della pandemia, oramai dal 2020, i già innumerevoli disagi di natura psicologica e sociale da parte degli ipoacusici hanno subìto un notevole incremento a causa dell’utilizzo della mascherina e del distanziamento sociale come protezione dal SARS-CoV-2. Attraverso la somministrazione di un questionario da noi allestito si è cercato di indagare preliminarmente quanto queste misure abbiano inciso sull’esclusione, comunicazione, socialità e lavoro dei 132 soggetti aderenti allo studio, osservando i disagi nei diversi ambiti socio-lavorativi che queste persone hanno dovuto affrontare ed affrontano tuttora e degli eventuali strumenti inclusivi utilizzati, per provare a gestirli. Le misure di prevenzione e protezione previste nel corso della pandemia si sono rivelate più difficili da gestire da parte di persone con ipoacusia moderata ed hanno spinto una parte di essi ad adottare un apparecchio acustico. Questa tra le opzioni resta un’alternativa molto ponderata e la scelta dell’applicazione resta, nonostante le difficoltà emergenti, utilizzata dopo lunga valutazione. Il campione ha testimoniato di aver fortemente risentito dell’impatto sia sociale che lavorativo risultato dalle predette misure di prevenzione durante la pandemia, pur provando a trovare alternative e soluzioni, consistite principalmente nel chiedere di abbassare la mascherina e scandire meglio le parole. Risulta che siano stati utilizzati poco i dispositivi di ascolto a distanza e le mascherine trasparenti e addirittura in contesti medico-sanitari queste persone riferiscono di essere state supportate molto poco. L’organizzazione lavorativa è stata cambiata solo in un numero esiguo di casi ed il medico del lavoro è stato altrettanto poco coinvolto e presente. Tali dati preliminari sono similmente emersi anche in altri studi extraeuropei. Si è pertanto evinto come sia fondamentale fornire strumenti adeguati, informazione e formazione di tutti coloro che svolgono attività pubbliche di contatto con l’utenza al fine di poter creare un ambiente maggiormente inclusivo soprattutto in un momento storico così delicato.

"Impatto socio-lavorativo e strumenti inclusivi utilizzati dalle persone ipoacusiche nel corso della pandemia da SARS-CoV-2".

CAUTIERO, ANGELA
2021/2022

Abstract

Guardare l’ipoacusia non come una semplice riduzione della capacità uditiva, ma come un complesso di alterazioni che comporta conseguenze sia psicologiche che comportamentali, è il modo più adeguato ad avere un approccio efficace e costruttivo con una persona che ne è affetta. È inoltre indispensabile valutare tutte le problematiche di diversa natura collegabili alla perdita uditiva. “Una persona affetta da perdita uditiva significa molto più che una coclea danneggiata, ecco perché dobbiamo occuparci di ogni singola persona” Claus Elberling È da questi principi che parte l’indagine oggetto di questa tesi. Dall’inizio della pandemia, oramai dal 2020, i già innumerevoli disagi di natura psicologica e sociale da parte degli ipoacusici hanno subìto un notevole incremento a causa dell’utilizzo della mascherina e del distanziamento sociale come protezione dal SARS-CoV-2. Attraverso la somministrazione di un questionario da noi allestito si è cercato di indagare preliminarmente quanto queste misure abbiano inciso sull’esclusione, comunicazione, socialità e lavoro dei 132 soggetti aderenti allo studio, osservando i disagi nei diversi ambiti socio-lavorativi che queste persone hanno dovuto affrontare ed affrontano tuttora e degli eventuali strumenti inclusivi utilizzati, per provare a gestirli. Le misure di prevenzione e protezione previste nel corso della pandemia si sono rivelate più difficili da gestire da parte di persone con ipoacusia moderata ed hanno spinto una parte di essi ad adottare un apparecchio acustico. Questa tra le opzioni resta un’alternativa molto ponderata e la scelta dell’applicazione resta, nonostante le difficoltà emergenti, utilizzata dopo lunga valutazione. Il campione ha testimoniato di aver fortemente risentito dell’impatto sia sociale che lavorativo risultato dalle predette misure di prevenzione durante la pandemia, pur provando a trovare alternative e soluzioni, consistite principalmente nel chiedere di abbassare la mascherina e scandire meglio le parole. Risulta che siano stati utilizzati poco i dispositivi di ascolto a distanza e le mascherine trasparenti e addirittura in contesti medico-sanitari queste persone riferiscono di essere state supportate molto poco. L’organizzazione lavorativa è stata cambiata solo in un numero esiguo di casi ed il medico del lavoro è stato altrettanto poco coinvolto e presente. Tali dati preliminari sono similmente emersi anche in altri studi extraeuropei. Si è pertanto evinto come sia fondamentale fornire strumenti adeguati, informazione e formazione di tutti coloro che svolgono attività pubbliche di contatto con l’utenza al fine di poter creare un ambiente maggiormente inclusivo soprattutto in un momento storico così delicato.
2021
"Socio-occupational impact and inclusive tools used by people with hearing loss during the SARS-CoV-2 pandemic".
strumenti inclusivi
socio-lavorativo
ipoacusia
mascherina
SARS-COV-2
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/39805