Questo studio descrive i risultati ottenuti delle sensazioni uditive di pazienti selezionati date dal confronto tra la regolazione convenzionale degli apparecchi acustici e le misurazioni In-Vivo mediante sistema REM per individuare i limiti di quest’ultimo. Con queste informazioni, gli audioprotesisti, mediante la piattaforma software NOAH4, potranno fornire quello che dovrebbe essere il guadagno ottimale da impostare sugli apparecchi acustici per ottimizzare le capacità uditive dei pazienti. I pazienti scelti, oltre ad avere già esperienze protesiche avanzate, vengono selezionati sulla base di una presbiacusia avente il 40/70% di perdita uditiva media. L’età presentata da questo campionamento di 5 pazienti è compresa tra i 70/87 anni. La totalità dei pazienti, oltre ad essere protesizzati bilateralmente, disponeva di apparecchi acustici RITE dotati delle apposite chiocciole su misura. Per ottimizzare i tempi di esecuzione i pazienti scelti sono già disposti di una regolazione convenzionale degli apparecchi acustici. Per valutare i gradi di soddisfazione che scaturiscono si è scelto di somministrare ai pazienti sia pre che post misurazioni In-Vivo il questionario APHAB, il quale ci permette di evidenziare le difficoltà che i pazienti presentano nelle situazioni di comunicazione di vita quotidiana. I risultati derivati dal confronto delle sensazioni uditive si sono dimostrati migliori per il sistema REM di misurazione In-Vivo soprattutto per quanto riguarda la discriminazione del parlato; tuttavia, 4 pazienti su 5 hanno lamentato di eccessiva amplificazione per le frequenze acute. Tale difficoltà è stata risolta andando a sostituire i valori statistici REUR e RECD nel modulo di programmazione con quelli soggettivi. Questo perché chiudendo il condotto uditivo con la chiocciola su misura si provoca la conseguente riduzione del volume residuo andando quindi a modificare radicalmente la sua risonanza; infatti, si rammenta che più piccolo è il condotto uditivo maggiormente il picco della risonanza specifica migra verso le frequenze acute. Tale problematica ha permesso di evidenziare anche che i 4 pazienti, rispetto al singolo paziente, disponevano di un campo dinamico ristretto, il quale offre proprio una gestione della quantità di amplificazione limitata. Da questo è quindi possibile dedurre l’importanza di fornire il maggior numero di informazioni soggettive.
Limiti applicativi nella programmazione degli apparecchi acustici mediante REM secondo le percezioni soggettive dei pazienti
DAVJ, ANDREA
2021/2022
Abstract
Questo studio descrive i risultati ottenuti delle sensazioni uditive di pazienti selezionati date dal confronto tra la regolazione convenzionale degli apparecchi acustici e le misurazioni In-Vivo mediante sistema REM per individuare i limiti di quest’ultimo. Con queste informazioni, gli audioprotesisti, mediante la piattaforma software NOAH4, potranno fornire quello che dovrebbe essere il guadagno ottimale da impostare sugli apparecchi acustici per ottimizzare le capacità uditive dei pazienti. I pazienti scelti, oltre ad avere già esperienze protesiche avanzate, vengono selezionati sulla base di una presbiacusia avente il 40/70% di perdita uditiva media. L’età presentata da questo campionamento di 5 pazienti è compresa tra i 70/87 anni. La totalità dei pazienti, oltre ad essere protesizzati bilateralmente, disponeva di apparecchi acustici RITE dotati delle apposite chiocciole su misura. Per ottimizzare i tempi di esecuzione i pazienti scelti sono già disposti di una regolazione convenzionale degli apparecchi acustici. Per valutare i gradi di soddisfazione che scaturiscono si è scelto di somministrare ai pazienti sia pre che post misurazioni In-Vivo il questionario APHAB, il quale ci permette di evidenziare le difficoltà che i pazienti presentano nelle situazioni di comunicazione di vita quotidiana. I risultati derivati dal confronto delle sensazioni uditive si sono dimostrati migliori per il sistema REM di misurazione In-Vivo soprattutto per quanto riguarda la discriminazione del parlato; tuttavia, 4 pazienti su 5 hanno lamentato di eccessiva amplificazione per le frequenze acute. Tale difficoltà è stata risolta andando a sostituire i valori statistici REUR e RECD nel modulo di programmazione con quelli soggettivi. Questo perché chiudendo il condotto uditivo con la chiocciola su misura si provoca la conseguente riduzione del volume residuo andando quindi a modificare radicalmente la sua risonanza; infatti, si rammenta che più piccolo è il condotto uditivo maggiormente il picco della risonanza specifica migra verso le frequenze acute. Tale problematica ha permesso di evidenziare anche che i 4 pazienti, rispetto al singolo paziente, disponevano di un campo dinamico ristretto, il quale offre proprio una gestione della quantità di amplificazione limitata. Da questo è quindi possibile dedurre l’importanza di fornire il maggior numero di informazioni soggettive.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/39809