L’udito risulta un senso essenziale sia per la comunicazione sia per la percezione dell’ambiente circostante, secondo le stime dell’OMS, a causa delle scorrette abitudini di vita e dell’inquinamento acustico sta crescendo il numero di persone con difficoltà di udito non solo limitato alla popolazione anziana, ma anche a quella giovanile esposta al rischio a causa di attività ricreative e lavorative, si stimano a livello mondiale oltre un miliardo di giovani a rischio di ipoacusia in futuro. La maggioranza degli ipoacusici rimane comunque nella fascia over 65 e l’Italia segue il trend. Osservando il numero di pazienti che avrebbero beneficio con gli apparecchi si nota tuttavia che solo una minoranza sceglie di utilizzarli e che la latenza tra l’insorgenza dell’ ipoacusia e la protesizzazione risulta essere mediamente di 10 anni, innescando le conseguenze negative dovute alla protesizzazione tardiva, tuttavia se nel caso dell’anziano puo’ comportare una mancata riabilitazione o una insorgenza di deficit cognitivo, nel caso del paziente più giovane le conseguenze sono peggiori, comportando a seconda dell’età e del tipo di ipoacusia, uno sviluppo scorretto o assente a livello cognitivo, linguistico e sociale. Risulta tuttavia difficile ignorare l’avversione verso l’apparecchio, sia essa a causa di problematiche psicologiche, estetiche o economiche. Nel mercato degli apparecchi acustici si e’ cercato di ovviare al problema della visibilità e dell’ingombro degli apparecchi in maniera via via piu’ efficace, fino ad arrivare ad un prodotto completamente invisibile quando indossato che permette un uso prolungato rispetto alle protesi tradizionali. Lo scopo primario di questa tesi è di valutare tramite l’uso di questionari il grado di soddisfazione dei pazienti che utilizzano apparecchi acustici ad uso prolungato (non impiantabili). Un secondo aspetto affrontato è la comparazione, mediante prove in campo libero e questionari, tra tradizionali apparecchi acustici rispetto a quelli ad uso prolungato. I risultati affermano che in questo studio, gli apparecchi ad uso prolungato rappresentano un ausilio utile al recupero della funzione uditiva e che soddisfano il paziente in maniera anche superiore alle normali protesi considerando anche l’impatto estetico e psicologico.
INDAGINE SUL GRADIMENTO DEGLI APPARECCHI ACUSTICI AD USO PROLUNGATO
DE CAO, ANDREA
2021/2022
Abstract
L’udito risulta un senso essenziale sia per la comunicazione sia per la percezione dell’ambiente circostante, secondo le stime dell’OMS, a causa delle scorrette abitudini di vita e dell’inquinamento acustico sta crescendo il numero di persone con difficoltà di udito non solo limitato alla popolazione anziana, ma anche a quella giovanile esposta al rischio a causa di attività ricreative e lavorative, si stimano a livello mondiale oltre un miliardo di giovani a rischio di ipoacusia in futuro. La maggioranza degli ipoacusici rimane comunque nella fascia over 65 e l’Italia segue il trend. Osservando il numero di pazienti che avrebbero beneficio con gli apparecchi si nota tuttavia che solo una minoranza sceglie di utilizzarli e che la latenza tra l’insorgenza dell’ ipoacusia e la protesizzazione risulta essere mediamente di 10 anni, innescando le conseguenze negative dovute alla protesizzazione tardiva, tuttavia se nel caso dell’anziano puo’ comportare una mancata riabilitazione o una insorgenza di deficit cognitivo, nel caso del paziente più giovane le conseguenze sono peggiori, comportando a seconda dell’età e del tipo di ipoacusia, uno sviluppo scorretto o assente a livello cognitivo, linguistico e sociale. Risulta tuttavia difficile ignorare l’avversione verso l’apparecchio, sia essa a causa di problematiche psicologiche, estetiche o economiche. Nel mercato degli apparecchi acustici si e’ cercato di ovviare al problema della visibilità e dell’ingombro degli apparecchi in maniera via via piu’ efficace, fino ad arrivare ad un prodotto completamente invisibile quando indossato che permette un uso prolungato rispetto alle protesi tradizionali. Lo scopo primario di questa tesi è di valutare tramite l’uso di questionari il grado di soddisfazione dei pazienti che utilizzano apparecchi acustici ad uso prolungato (non impiantabili). Un secondo aspetto affrontato è la comparazione, mediante prove in campo libero e questionari, tra tradizionali apparecchi acustici rispetto a quelli ad uso prolungato. I risultati affermano che in questo studio, gli apparecchi ad uso prolungato rappresentano un ausilio utile al recupero della funzione uditiva e che soddisfano il paziente in maniera anche superiore alle normali protesi considerando anche l’impatto estetico e psicologico.File | Dimensione | Formato | |
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