Negli ultimi anni molti studi osservazionali e prospettici hanno concentrato la loro attenzione nello stabilire quale tipo di relazione esista tra il deterioramento delle capacità uditive legata all’età (presbiacusia) e le prestazioni ridotte nei domini cognitivi. Attualmente però, la relazione causale e i meccanismi alla base di questa associazione sono ancora, in parte, un’incognita. Questa ricerca è stata eseguita facendo una revisione della letteratura, con lo scopo di: esaminare e verificare l’impatto della perdita della capacità uditiva come fattore di rischio nella diagnosi di disturbo neurocognitivo; definire e chiarire il ruolo che ha l’audioprotesista nel contribuire a prevenire o limitare, il più possibile, il declino il cognitivo. La demenza, condizione neurologica caratterizzata da un declino di molteplici funzioni cognitive, insorge principalmente in età avanzata e costituisce un grande problema per la salute pubblica mondiale. Il trattamento dei fattori di rischio è una strategia cruciale, considerando che, al momento, non esiste una terapia farmacologica efficace in grado di andarla a contrastare. Revisionando la letteratura sono emerse diverse teorie per spiegare questa possibile associazione. Un’ipotesi suggerisce che la deprivazione uditiva periferica nell’anziano possa portare a isolamento, quindi depressione, contribuendo a peggiorare la cognizione mentale del soggetto. Un'altra ipotesi è a favore dell’idea che il calo uditivo possa influenzare l’elaborazione corticale attraverso l’aumento del carico cognitivo e l’assegnazione di risorse all’elaborazione uditiva piuttosto che ad altri processi cognitivi. L’audioprotesista ha un ruolo rilevante nel coadiuvare medici e figure specializzate nella diagnosi e nel trattamento del declino cognitivo attraverso questionari peculiari e interventi sull’udito. Questi dati introduttivi identificano esplicitamente il valore indispensabile che avranno successive indagini, volte a cercare di entrare ancora più nel dettaglio di questa associazione, in modo che si possa riuscire ad intervenire precocemente, garantendo alti livelli di qualità di vita. Essere a conoscenza di questi meccanismi, inoltre, può aiutare l’audioprotesista durante il counseling audioprotesico, sia nel sostenere il paziente a prendere una decisione consapevole, sia come punto di partenza per un eventuale riabilitazione audioprotesica.
RIFLESSIONI SUL LEGAME TRA DEFICIT UDITIVO E FUNZIONE COGNITIVA – POSSIBILI AREE DI INTERVENTO PER LA PREVENZIONE DEL DECLINO COGNITIVO DELL’ANZIANO IPOACUSICO
DORI, MATTEO
2021/2022
Abstract
Negli ultimi anni molti studi osservazionali e prospettici hanno concentrato la loro attenzione nello stabilire quale tipo di relazione esista tra il deterioramento delle capacità uditive legata all’età (presbiacusia) e le prestazioni ridotte nei domini cognitivi. Attualmente però, la relazione causale e i meccanismi alla base di questa associazione sono ancora, in parte, un’incognita. Questa ricerca è stata eseguita facendo una revisione della letteratura, con lo scopo di: esaminare e verificare l’impatto della perdita della capacità uditiva come fattore di rischio nella diagnosi di disturbo neurocognitivo; definire e chiarire il ruolo che ha l’audioprotesista nel contribuire a prevenire o limitare, il più possibile, il declino il cognitivo. La demenza, condizione neurologica caratterizzata da un declino di molteplici funzioni cognitive, insorge principalmente in età avanzata e costituisce un grande problema per la salute pubblica mondiale. Il trattamento dei fattori di rischio è una strategia cruciale, considerando che, al momento, non esiste una terapia farmacologica efficace in grado di andarla a contrastare. Revisionando la letteratura sono emerse diverse teorie per spiegare questa possibile associazione. Un’ipotesi suggerisce che la deprivazione uditiva periferica nell’anziano possa portare a isolamento, quindi depressione, contribuendo a peggiorare la cognizione mentale del soggetto. Un'altra ipotesi è a favore dell’idea che il calo uditivo possa influenzare l’elaborazione corticale attraverso l’aumento del carico cognitivo e l’assegnazione di risorse all’elaborazione uditiva piuttosto che ad altri processi cognitivi. L’audioprotesista ha un ruolo rilevante nel coadiuvare medici e figure specializzate nella diagnosi e nel trattamento del declino cognitivo attraverso questionari peculiari e interventi sull’udito. Questi dati introduttivi identificano esplicitamente il valore indispensabile che avranno successive indagini, volte a cercare di entrare ancora più nel dettaglio di questa associazione, in modo che si possa riuscire ad intervenire precocemente, garantendo alti livelli di qualità di vita. Essere a conoscenza di questi meccanismi, inoltre, può aiutare l’audioprotesista durante il counseling audioprotesico, sia nel sostenere il paziente a prendere una decisione consapevole, sia come punto di partenza per un eventuale riabilitazione audioprotesica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/39813