Attualmente, quando viene formulata una diagnosi di ipoacusia ad un bambino, soprattutto in età preverbale, solitamente si utilizza la consueta metodica indirizzando il piccolo paziente ad una protesizzazione acustica o impianto cocleare accompagnato da un trattamento logopedico caratterizzato dalla riabilitazione “oralista” o dall’utilizzo dell’”Italiano Segnato”, in modo che il piccolo paziente abbia la possibilità di ricevere degli input sonori dall’ambiente esterno che saranno essenziali per lo sviluppo delle reti neurali e delle sinapsi, indispensabili per lo sviluppo del linguaggio. Esisterebbe un metodo altrettanto efficace alla sola logopedia con metodo oralista: la lingua dei segni. Ad oggi si pensa ancora che il linguaggio non possa essere favorito dall’utilizzo della lingua dei segni, in quanto si teme che il bambino ipoacusico possa abituarsi ad utilizzare solo la modalità segnata, poiché per lui rappresenterebbe un mezzo più semplice da acquisire rispetto alla modalità orale. Quello che non si sa è che, in realtà, l’utilizzo della lingua dei segni nell’abilitazione del piccolo paziente ipoacusico possa solo che favorire non solo lo sviluppo linguistico, ma anche cognitivo e sociale. Infatti, il bambino ipoacusico, entrando in contatto con comunità di sordi segnanti, si sentirà parte di quel gruppo provando un senso di inclusione sociale e riuscirà, quindi, ad identificarsi con essi, senza escludere nessuna opportunità di crescita nella società.

La lingua dei segni nell'abilitazione uditiva del bambino ipoacusico

RINALDI, SILVIA
2021/2022

Abstract

Attualmente, quando viene formulata una diagnosi di ipoacusia ad un bambino, soprattutto in età preverbale, solitamente si utilizza la consueta metodica indirizzando il piccolo paziente ad una protesizzazione acustica o impianto cocleare accompagnato da un trattamento logopedico caratterizzato dalla riabilitazione “oralista” o dall’utilizzo dell’”Italiano Segnato”, in modo che il piccolo paziente abbia la possibilità di ricevere degli input sonori dall’ambiente esterno che saranno essenziali per lo sviluppo delle reti neurali e delle sinapsi, indispensabili per lo sviluppo del linguaggio. Esisterebbe un metodo altrettanto efficace alla sola logopedia con metodo oralista: la lingua dei segni. Ad oggi si pensa ancora che il linguaggio non possa essere favorito dall’utilizzo della lingua dei segni, in quanto si teme che il bambino ipoacusico possa abituarsi ad utilizzare solo la modalità segnata, poiché per lui rappresenterebbe un mezzo più semplice da acquisire rispetto alla modalità orale. Quello che non si sa è che, in realtà, l’utilizzo della lingua dei segni nell’abilitazione del piccolo paziente ipoacusico possa solo che favorire non solo lo sviluppo linguistico, ma anche cognitivo e sociale. Infatti, il bambino ipoacusico, entrando in contatto con comunità di sordi segnanti, si sentirà parte di quel gruppo provando un senso di inclusione sociale e riuscirà, quindi, ad identificarsi con essi, senza escludere nessuna opportunità di crescita nella società.
2021
Sign language in hearing rehabilitation of the deaf child
Lingua dei segni
Bilinguismo bimodale
Bambino ipoacusico
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/39828