Introduzione: La memoria di lavoro fonologica è una struttura cognitiva cruciale per l’elaborazione linguistica e, nei bambini prescolari, gravi difficoltà di questo sistema possono costituire un fattore di rischio per lo sviluppo del linguaggio espressivo. Tale componente è quindi molto indagata sia in letteratura che nell'ambito clinico, proprio al fine di individuare i soggetti a rischio e definire il profilo di funzionamento linguistico. Tipicamente, per valutarla, si utilizzano compiti di ripetizione di materiale verbale. Obiettivo: Con questi presupposti, per ragioni legate allo studio delle variabili che possono condizionare l’apprendimento linguistico dei bambini italiani, la nostra ricerca si propone di indagare le abilità di MBT verbale nello sviluppo tipico dei bambini della scuola dell'infanzia. Materiali e Metodi: Ad un campione di soggetti parlanti italiano, a sviluppo tipico, di età compresa tra i 38 e i 78 mesi, sono stati somministrati due test per valutare la capacità di memoria a breve termine verbale: un test di span di cifre e uno di ripetizione di non parole (NWR). Risultati: Dalle analisi di statistica descrittiva, in ambedue i test è emersa una correlazione statisticamente significativa con andamento positivo tra le prestazioni dei partecipanti in relazione all'età. Inoltre, in entrambe le prove, è emersa un'ampia variabilità di risposte nei bambini anche all’interno della stessa fascia d’età, soprattutto tra i 4-5 anni. Nel compito di NWR, i punteggi di ripetizione delle non parole quadrisillabe sono minori rispetto alla ripetizione delle bisillabe e delle trisillabe; inoltre, gli item a struttura fonotattica semplice sono ripetuti più accuratamente rispetto a quelli contenenti un gruppo consonantico. Discussione: La correlazione lineare positiva tra età e punteggi in entrambe le prove evidenzia un miglioramento evolutivo, coerente con quanto riportato in letteratura. La capienza di span dei bambini italiani è sovrapponibile ai dati proposti dagli studi anglosassoni e spagnoli per le medesime età, nonostante le differenze di lunghezza delle parole numero tra il sistema linguistico italiano (la maggior parte bisillabe) e inglese (quasi tutte monosillabe). Questo induce a pensare che i bambini italiani non abbiano ancora sviluppato delle strategie di ripasso subvocale mature da manifestare l'effetto lunghezza della parola per questo compito, ma anche che possano essere agevolati a immagazzinare stringhe fonologiche più lunghe dei pari inglesi, per abitudine ad un sistema linguistico che, in generale, li espone maggiormente a vocaboli bisillabici o trisillabici. Nella prova di NWR, il campione sembrerebbe risentire dell'effetto lunghezza della parola soprattutto nella ripetizione di quadrisillabe. In entrambe le prove è stata rilevata un'elevata variabilità e dispersione di punteggi tra bambini della stessa età, sembra quindi esserci un andamento peculiare tra i due test. Conclusione: I risultati ottenuti, complessivamente, costituiscono delle prove a favore dell’evoluzione della capacità del sistema di memoria a breve termine verbale in relazione all'età. Pur essendoci una correlazione positiva tra età e punteggi, un aspetto da non sottovalutare, riguarda l’importante variabilità interindividuale presente nel nostro campione, che induce a riflettere su quali altri fattori possano influenzare le prestazioni per questo tipo di prove. Si sottolinea dunque l’importanza di proseguire la ricerca con ulteriori approfondimenti, alla ricerca dei fattori che condizionano la memoria a breve termine verbale e le abilità linguistiche dei prescolari, tarati e normalizzati su una popolazione di bambini italiani.

Memoria a breve termine e linguaggio in età prescolare

TORRESAN, SARA
2021/2022

Abstract

Introduzione: La memoria di lavoro fonologica è una struttura cognitiva cruciale per l’elaborazione linguistica e, nei bambini prescolari, gravi difficoltà di questo sistema possono costituire un fattore di rischio per lo sviluppo del linguaggio espressivo. Tale componente è quindi molto indagata sia in letteratura che nell'ambito clinico, proprio al fine di individuare i soggetti a rischio e definire il profilo di funzionamento linguistico. Tipicamente, per valutarla, si utilizzano compiti di ripetizione di materiale verbale. Obiettivo: Con questi presupposti, per ragioni legate allo studio delle variabili che possono condizionare l’apprendimento linguistico dei bambini italiani, la nostra ricerca si propone di indagare le abilità di MBT verbale nello sviluppo tipico dei bambini della scuola dell'infanzia. Materiali e Metodi: Ad un campione di soggetti parlanti italiano, a sviluppo tipico, di età compresa tra i 38 e i 78 mesi, sono stati somministrati due test per valutare la capacità di memoria a breve termine verbale: un test di span di cifre e uno di ripetizione di non parole (NWR). Risultati: Dalle analisi di statistica descrittiva, in ambedue i test è emersa una correlazione statisticamente significativa con andamento positivo tra le prestazioni dei partecipanti in relazione all'età. Inoltre, in entrambe le prove, è emersa un'ampia variabilità di risposte nei bambini anche all’interno della stessa fascia d’età, soprattutto tra i 4-5 anni. Nel compito di NWR, i punteggi di ripetizione delle non parole quadrisillabe sono minori rispetto alla ripetizione delle bisillabe e delle trisillabe; inoltre, gli item a struttura fonotattica semplice sono ripetuti più accuratamente rispetto a quelli contenenti un gruppo consonantico. Discussione: La correlazione lineare positiva tra età e punteggi in entrambe le prove evidenzia un miglioramento evolutivo, coerente con quanto riportato in letteratura. La capienza di span dei bambini italiani è sovrapponibile ai dati proposti dagli studi anglosassoni e spagnoli per le medesime età, nonostante le differenze di lunghezza delle parole numero tra il sistema linguistico italiano (la maggior parte bisillabe) e inglese (quasi tutte monosillabe). Questo induce a pensare che i bambini italiani non abbiano ancora sviluppato delle strategie di ripasso subvocale mature da manifestare l'effetto lunghezza della parola per questo compito, ma anche che possano essere agevolati a immagazzinare stringhe fonologiche più lunghe dei pari inglesi, per abitudine ad un sistema linguistico che, in generale, li espone maggiormente a vocaboli bisillabici o trisillabici. Nella prova di NWR, il campione sembrerebbe risentire dell'effetto lunghezza della parola soprattutto nella ripetizione di quadrisillabe. In entrambe le prove è stata rilevata un'elevata variabilità e dispersione di punteggi tra bambini della stessa età, sembra quindi esserci un andamento peculiare tra i due test. Conclusione: I risultati ottenuti, complessivamente, costituiscono delle prove a favore dell’evoluzione della capacità del sistema di memoria a breve termine verbale in relazione all'età. Pur essendoci una correlazione positiva tra età e punteggi, un aspetto da non sottovalutare, riguarda l’importante variabilità interindividuale presente nel nostro campione, che induce a riflettere su quali altri fattori possano influenzare le prestazioni per questo tipo di prove. Si sottolinea dunque l’importanza di proseguire la ricerca con ulteriori approfondimenti, alla ricerca dei fattori che condizionano la memoria a breve termine verbale e le abilità linguistiche dei prescolari, tarati e normalizzati su una popolazione di bambini italiani.
2021
Short-term memory and language in preschool children
memoria
linguaggio
sviluppo linguistico
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/39879