L'insufficienza intestinale è un'insufficienza d'organo, causata da malattie congenite o acquisite, caratterizzata dalla riduzione della funzione intestinale al di sotto del minimo necessario per garantire un adeguato assorbimento di macronutrienti e/o acqua ed elettroliti. Una possibile complicanza dell’insufficienza intestinale è l’alterazione dell’omeostasi scheletrica, condizione che predispone il soggetto allo sviluppo progressivo di rachitismo, osteomalacia e osteoporosi. La patogenesi delle complicanze ossee nell'insufficienza intestinale è multifattoriale e comprende il malassorbimento di micronutrienti che giocano un ruolo chiave nella mineralizzazione ossea tra cui calcio, fosforo, magnesio, vitamine liposolubili, ma anche la perdita di bicarbonati e una ridotta attività fisica. OBIETTIVO: Tramite questo studio ci si pone l’obiettivo di indagare la presenza di alterazioni dell’omeostasi scheletrica in un campione di pazienti adulti con insufficienza intestinale cronica e analizzare la possibile correlazione tra la loro insorgenza e gli introiti alimentari individuali. MATERIALI E METODI: Il campione oggetto di studio è composto da n.16 soggetti adulti con insufficienza intestinale cronica afferenti all’ambulatorio multidisciplinare dedicato dell’Azienda Ospedale-Università di Padova. I pazienti sono stati sottoposti ad una valutazione dello stato nutrizionale e all’esecuzione di una densitometria ossea e degli esami ematochimici utili per la valutazione dell’assetto osseo. È stata loro richiesta anche la compilazione di un diario alimentare di tre giorni al fine di analizzare gli apporti alimentari sia spontanei, sia tramite integrazioni orali e/o venose. RISULTATI: Sulla base dello stato nutrizionale (criteri GLIM 2018) il campione è stato diviso in due gruppi (n.8 soggetti malnutriti, n.7 con buono stato nutrizionale), i quali, a fronte di un apporto calorico-proteico giornaliero sovrapponibile, presentano una differenza nell’introito di micronutrienti tramite la dieta. Nel gruppo con malnutrizione l’apporto alimentare di calcio, fosforo e vitamina D risulta inferiore, inoltre c’è un maggior ricorso all’utilizzo di supplementi nutrizionali orali e integratori a base di calcio e vitamina D e, dall’analisi delle densitometrie ossee, l’osteoporosi è più frequente. CONCLUSIONE: L’alterazione dell’omeostasi scheletrica è una complicanza che deve essere considerata in tutti i soggetti con insufficienza intestinale cronica. Il danno osseo risulta essere più grave in coloro che presentano un ridotto BMI, un introito alimentare inferiore di calcio, fosforo e vitamina D ed uno stile di vita sedentario.

Insufficienza intestinale cronica, danno osseo e dieta: valutazione di una casistica di pazienti adulti

MATTIELLO, CHIARA
2021/2022

Abstract

L'insufficienza intestinale è un'insufficienza d'organo, causata da malattie congenite o acquisite, caratterizzata dalla riduzione della funzione intestinale al di sotto del minimo necessario per garantire un adeguato assorbimento di macronutrienti e/o acqua ed elettroliti. Una possibile complicanza dell’insufficienza intestinale è l’alterazione dell’omeostasi scheletrica, condizione che predispone il soggetto allo sviluppo progressivo di rachitismo, osteomalacia e osteoporosi. La patogenesi delle complicanze ossee nell'insufficienza intestinale è multifattoriale e comprende il malassorbimento di micronutrienti che giocano un ruolo chiave nella mineralizzazione ossea tra cui calcio, fosforo, magnesio, vitamine liposolubili, ma anche la perdita di bicarbonati e una ridotta attività fisica. OBIETTIVO: Tramite questo studio ci si pone l’obiettivo di indagare la presenza di alterazioni dell’omeostasi scheletrica in un campione di pazienti adulti con insufficienza intestinale cronica e analizzare la possibile correlazione tra la loro insorgenza e gli introiti alimentari individuali. MATERIALI E METODI: Il campione oggetto di studio è composto da n.16 soggetti adulti con insufficienza intestinale cronica afferenti all’ambulatorio multidisciplinare dedicato dell’Azienda Ospedale-Università di Padova. I pazienti sono stati sottoposti ad una valutazione dello stato nutrizionale e all’esecuzione di una densitometria ossea e degli esami ematochimici utili per la valutazione dell’assetto osseo. È stata loro richiesta anche la compilazione di un diario alimentare di tre giorni al fine di analizzare gli apporti alimentari sia spontanei, sia tramite integrazioni orali e/o venose. RISULTATI: Sulla base dello stato nutrizionale (criteri GLIM 2018) il campione è stato diviso in due gruppi (n.8 soggetti malnutriti, n.7 con buono stato nutrizionale), i quali, a fronte di un apporto calorico-proteico giornaliero sovrapponibile, presentano una differenza nell’introito di micronutrienti tramite la dieta. Nel gruppo con malnutrizione l’apporto alimentare di calcio, fosforo e vitamina D risulta inferiore, inoltre c’è un maggior ricorso all’utilizzo di supplementi nutrizionali orali e integratori a base di calcio e vitamina D e, dall’analisi delle densitometrie ossee, l’osteoporosi è più frequente. CONCLUSIONE: L’alterazione dell’omeostasi scheletrica è una complicanza che deve essere considerata in tutti i soggetti con insufficienza intestinale cronica. Il danno osseo risulta essere più grave in coloro che presentano un ridotto BMI, un introito alimentare inferiore di calcio, fosforo e vitamina D ed uno stile di vita sedentario.
2021
Chronic intestinal failure, bone damage and diet: evaluation of a sample of adult patients
Intestino corto
danno osseo
dieta
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/39914