La segregazione formativa di genere porta studenti e studentesse a scegliere percorsi formativi associati, sulla base di stereotipi, al proprio genere: area tecnico-scientifica per i maschi, area umanistica per le femmine. Difatti la partecipazione femminile nei corsi di studio e nelle carriere STEM (scienze, tecnologie, ingegneria e matematica) è in aumento solo da tempi molto recenti e rappresenta ancora oggi una minoranza a livello nazionale e internazionale. Tale fenomeno coinvolge temi di parità di genere, mobilità e giustizia sociali ed ha un impatto negativo sulle opportunità di carriera e l’indipendenza economica delle donne nonché su società, economia e l’innovazione scientifica e tecnologica. Il presente elaborato affronta alcune possibili cause del fenomeno proposte in letteratura. Esse si riferiscono principalmente alla presenza di stereotipi sul genere e sulla figura dello/a scienziato/a e al loro impatto sul percorso di sviluppo e su quello scolastico, in particolare attraverso il processo di socializzazione di genere (Belotti, 1973). L’idea che gli uomini siano naturalmente più adatti e interessati a perseguire carriere scientifiche è presente a livello esplicito ed implicito in uomini, donne, bambini e bambine e scoraggia queste ultime dal compiere tale scelta. La trattazione prosegue nell’analisi della funzione educativa e promotrice di valori inclusivi e paritari della Scuola nella società e sul ruolo e la responsabilità che essa può assumere nei confronti del problema specifico della segregazione formativa di genere. Sono numerose infatti le indicazioni pedagogiche, etiche e normative che spingerebbero le scuole e le/gli insegnanti ad attivarsi nel promuovere un cambiamento positivo in questo ambito. Nello spazio scolastico emerge infatti la presenza del “curricolo implicito”, il quale spesso sottintende significati stereotipati, e prendono forma alcuni specifici meccanismi quali l’effetto Pigmalione, che riflette le aspettative e i pregiudizi proiettati dal corpo docenti sui risultati scolastici di bambini e bambine, e il c.d. stereotype threat (o minaccia dello stereotipo) che, se attivato, pone a rischio la performance e il senso di autoefficacia di alunne e alunni. La combinazione di questi fenomeni rischia di avere un impatto notevole sulla motivazione, l’interesse e le prospettive di carriera di bambine e ragazze, riflettendosi in una più scarsa partecipazione delle donne nelle carriere STEM. La mia disamina si sposta in seguito sulle possibili strategie per contrastare l'impatto negativo degli stereotipi sul coinvolgimento delle bambine e delle ragazze nel campo scientifico. A questo proposito sono numerose le ricerche che propongono l’uso di role models (modellie/i di ruolo) che possano ispirare le bambine ad intraprendere questo percorso e contrastare l’idea che “femminile” e “abile nelle scienze” siano caratteristiche quasi incompatibili (Dasgupta, 2011). Tra le possibili modalità per presentare delle modelle di ruolo ad un pubblico infantile, ho scelto di concentrare l’attenzione sull’uso di libri di testo scolastici e altri materiali didattici, nonché sulla letteratura per l'infanzia in generale. Diverse analisi sottolineano l’ampia diffusione di rappresentazioni stereotipate e sessiste nei testi scolastici e nella narrativa infantile (Biemmi, 2012). Allo stesso tempo ci sono suggerimenti in letteratura che inducono a considerare, come possibile strategia d’azione per il cambiamento, una rappresentazione nell’ambito delle STEM caratterizzata da maggiore diversità e dalla presenza di donne contro-stereotipiche.

Dalla parte delle scienziate. Contrastare la segregazione formativa di genere attraverso rappresentazioni diverse e contro-stereotipiche

LAVATELLI, ANAÏS
2021/2022

Abstract

La segregazione formativa di genere porta studenti e studentesse a scegliere percorsi formativi associati, sulla base di stereotipi, al proprio genere: area tecnico-scientifica per i maschi, area umanistica per le femmine. Difatti la partecipazione femminile nei corsi di studio e nelle carriere STEM (scienze, tecnologie, ingegneria e matematica) è in aumento solo da tempi molto recenti e rappresenta ancora oggi una minoranza a livello nazionale e internazionale. Tale fenomeno coinvolge temi di parità di genere, mobilità e giustizia sociali ed ha un impatto negativo sulle opportunità di carriera e l’indipendenza economica delle donne nonché su società, economia e l’innovazione scientifica e tecnologica. Il presente elaborato affronta alcune possibili cause del fenomeno proposte in letteratura. Esse si riferiscono principalmente alla presenza di stereotipi sul genere e sulla figura dello/a scienziato/a e al loro impatto sul percorso di sviluppo e su quello scolastico, in particolare attraverso il processo di socializzazione di genere (Belotti, 1973). L’idea che gli uomini siano naturalmente più adatti e interessati a perseguire carriere scientifiche è presente a livello esplicito ed implicito in uomini, donne, bambini e bambine e scoraggia queste ultime dal compiere tale scelta. La trattazione prosegue nell’analisi della funzione educativa e promotrice di valori inclusivi e paritari della Scuola nella società e sul ruolo e la responsabilità che essa può assumere nei confronti del problema specifico della segregazione formativa di genere. Sono numerose infatti le indicazioni pedagogiche, etiche e normative che spingerebbero le scuole e le/gli insegnanti ad attivarsi nel promuovere un cambiamento positivo in questo ambito. Nello spazio scolastico emerge infatti la presenza del “curricolo implicito”, il quale spesso sottintende significati stereotipati, e prendono forma alcuni specifici meccanismi quali l’effetto Pigmalione, che riflette le aspettative e i pregiudizi proiettati dal corpo docenti sui risultati scolastici di bambini e bambine, e il c.d. stereotype threat (o minaccia dello stereotipo) che, se attivato, pone a rischio la performance e il senso di autoefficacia di alunne e alunni. La combinazione di questi fenomeni rischia di avere un impatto notevole sulla motivazione, l’interesse e le prospettive di carriera di bambine e ragazze, riflettendosi in una più scarsa partecipazione delle donne nelle carriere STEM. La mia disamina si sposta in seguito sulle possibili strategie per contrastare l'impatto negativo degli stereotipi sul coinvolgimento delle bambine e delle ragazze nel campo scientifico. A questo proposito sono numerose le ricerche che propongono l’uso di role models (modellie/i di ruolo) che possano ispirare le bambine ad intraprendere questo percorso e contrastare l’idea che “femminile” e “abile nelle scienze” siano caratteristiche quasi incompatibili (Dasgupta, 2011). Tra le possibili modalità per presentare delle modelle di ruolo ad un pubblico infantile, ho scelto di concentrare l’attenzione sull’uso di libri di testo scolastici e altri materiali didattici, nonché sulla letteratura per l'infanzia in generale. Diverse analisi sottolineano l’ampia diffusione di rappresentazioni stereotipate e sessiste nei testi scolastici e nella narrativa infantile (Biemmi, 2012). Allo stesso tempo ci sono suggerimenti in letteratura che inducono a considerare, come possibile strategia d’azione per il cambiamento, una rappresentazione nell’ambito delle STEM caratterizzata da maggiore diversità e dalla presenza di donne contro-stereotipiche.
2021
On women scientists' side. Contrasting gender segregation in education by a diverse and counter-stereotypical representation
Donne nelle STEM
Stereotipi
Role model
Scienze
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/40081