Con la riforma n. 533/1973 il legislatore attribuisce al giudice del lavoro maggiori poteri istruttori rispetto al giudice ordinario. La ratio di questo ampliamento emerge da due esigenze: da un lato ricercare la verità materiale e dall’altro superare lo “squilibrio” tra le due parti del processo: il datore di lavoro (considerata la parte contrattale forte) e il lavoratore (parte definita debole). Oggetto di tale elaborato sarà quindi un’analisi dettagliata dei casi in cui il giudice del lavoro può utilizzare i propri poteri istruttori e i limiti che deve rispettare, secondo quanto disposto dall’art. 421 c.p.c., sempre avendo riguardo ai principi del giusto processo sanciti dall’art. 111 Cost. analizzando al contempo le posizioni di dottrina e giurisprudenza sul tema.
I poteri istruttori del giudice del lavoro tra ricerca della verità materiale e principi del giusto processo
MONTAGNER, GIORGIA
2021/2022
Abstract
Con la riforma n. 533/1973 il legislatore attribuisce al giudice del lavoro maggiori poteri istruttori rispetto al giudice ordinario. La ratio di questo ampliamento emerge da due esigenze: da un lato ricercare la verità materiale e dall’altro superare lo “squilibrio” tra le due parti del processo: il datore di lavoro (considerata la parte contrattale forte) e il lavoratore (parte definita debole). Oggetto di tale elaborato sarà quindi un’analisi dettagliata dei casi in cui il giudice del lavoro può utilizzare i propri poteri istruttori e i limiti che deve rispettare, secondo quanto disposto dall’art. 421 c.p.c., sempre avendo riguardo ai principi del giusto processo sanciti dall’art. 111 Cost. analizzando al contempo le posizioni di dottrina e giurisprudenza sul tema.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/40108