I recenti sviluppi delle tecniche di “neuroimaging” non solo permettono di comprendere la struttura anatomica del cervello, ma anche di visualizzarne la funzionalità nello svolgimento di determinate attività. Ciò ha persino comportato dei rilevanti risvolti dal punto di vista del diritto, in particolare del diritto penale e processuale penale. Da una lesione ad un’area specifica del cervello, o da una sua alterazione, possono scaturire delle modificazioni nella sfera comportamentale o cognitiva, fino alla comparsa di condotte aggressive ed antisociali penalmente rilevanti. Tali premesse hanno portato alla nascita di studi che sollevano dei dubbi sull’esistenza del libero arbitrio e di rilevanti ripercussioni in tema di imputabilità e di quantificazione della pena. Per queste ragioni dallo scorso secolo si sono analizzati diversi casi giudiziari, di giurisdizione italiana e non, in cui si sono valutate l’ammissibilità e la rilevanza ai fini decisionali della prova neuroscientifica, presentata in ambito di consulenze tecniche e perizie, la quale deve in ogni caso accolta nel rispetto dei criteri individuati dalla sentenza statunitense Daubert del 1993 (Daubert vs. Merrel Dow Pharmaceuticals).
Il rapporto tra alterazioni cerebrali e comportamento criminale. Il nostro cervello come vero imputato.
BERTIN, ARIANNA
2021/2022
Abstract
I recenti sviluppi delle tecniche di “neuroimaging” non solo permettono di comprendere la struttura anatomica del cervello, ma anche di visualizzarne la funzionalità nello svolgimento di determinate attività. Ciò ha persino comportato dei rilevanti risvolti dal punto di vista del diritto, in particolare del diritto penale e processuale penale. Da una lesione ad un’area specifica del cervello, o da una sua alterazione, possono scaturire delle modificazioni nella sfera comportamentale o cognitiva, fino alla comparsa di condotte aggressive ed antisociali penalmente rilevanti. Tali premesse hanno portato alla nascita di studi che sollevano dei dubbi sull’esistenza del libero arbitrio e di rilevanti ripercussioni in tema di imputabilità e di quantificazione della pena. Per queste ragioni dallo scorso secolo si sono analizzati diversi casi giudiziari, di giurisdizione italiana e non, in cui si sono valutate l’ammissibilità e la rilevanza ai fini decisionali della prova neuroscientifica, presentata in ambito di consulenze tecniche e perizie, la quale deve in ogni caso accolta nel rispetto dei criteri individuati dalla sentenza statunitense Daubert del 1993 (Daubert vs. Merrel Dow Pharmaceuticals).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/40128