La violenza di genere è un fenomeno sempre più diffuso a livello internazionale: secondo le statistiche messe in atto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa un terzo della popolazione femminile globale subisce violenze lungo il corso della propria vita. Ciò deriva da un patrimonio intellettuale stereotipico e pregiudizievole, da un pensiero egemone che posiziona le donne sottomesse per natura biologica all’azione dell’uomo. In particolare, la violenza sessuale perpetrata da non-partner è causa di seri traumi biopsicosociali e di varie tipologie di sofferenze psichiche. Questo studio si propone di analizzare il ruolo della stampa nell’informare la società rispetto al fenomeno qui preso in esame; infatti, il contributo dei giornali nella formazione dell’opinione pubblica è determinante. L’industria culturale giornalistica comunica alle masse ciò che accade nel mondo: ha la responsabilità di formare i significati collettivi di ciò che racconta, influenza le norme sociali di comportamento e i valori di riferimento per interpretare gli eventi. È il mezzo culturale attraverso cui le persone formano e giustificano le loro credenze. La letteratura mostra che la copertura mediatica dei casi di violenza sessuale da non partner è sbilanciata, incolpa la donna per lo stupro avvenuto. Si costruiscono modelli culturali che non favoriscono la parità tra sessi, bensì alimentano le differenze basate sul genere, dicotomizzando i ruoli vittima\carnefice in schemi rigidi. Quali sono le implicazioni di una narrazione culturale basata sullo stereotipo della donna vittima colpevole dell’abuso? Questa ricerca vuole confermare che scegliere un linguaggio che incolpa le donne, costruire e divulgare script socioculturali non corretti che favoriscono la cultura dello stupro, sia una delle ragioni per cui le vittime non denunciano la coercizione fisica subita, sentendosi poco credibili agli occhi della società. Ciononostante, i dati indicano che sia possibile raffigurare un fenomeno complesso e critico come l’abuso sessuale, favorendo consapevolezza della responsabilità maschile e sociale in generale. Una rappresentazione esente da pregiudizi e stereotipi è il primo passo per il cambiamento ai fini di prevenire la giustificazione dello stupro femminile e di promuovere una cultura basata sulla dignità e sul rispetto dei diritti umani delle donne.
QUESTIONI CULTURALI, LINGUISTICHE E DI GENERE: COME LA STAMPA RAPPRESENTA LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA SESSUALE
FUSCO, MANUEL
2021/2022
Abstract
La violenza di genere è un fenomeno sempre più diffuso a livello internazionale: secondo le statistiche messe in atto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa un terzo della popolazione femminile globale subisce violenze lungo il corso della propria vita. Ciò deriva da un patrimonio intellettuale stereotipico e pregiudizievole, da un pensiero egemone che posiziona le donne sottomesse per natura biologica all’azione dell’uomo. In particolare, la violenza sessuale perpetrata da non-partner è causa di seri traumi biopsicosociali e di varie tipologie di sofferenze psichiche. Questo studio si propone di analizzare il ruolo della stampa nell’informare la società rispetto al fenomeno qui preso in esame; infatti, il contributo dei giornali nella formazione dell’opinione pubblica è determinante. L’industria culturale giornalistica comunica alle masse ciò che accade nel mondo: ha la responsabilità di formare i significati collettivi di ciò che racconta, influenza le norme sociali di comportamento e i valori di riferimento per interpretare gli eventi. È il mezzo culturale attraverso cui le persone formano e giustificano le loro credenze. La letteratura mostra che la copertura mediatica dei casi di violenza sessuale da non partner è sbilanciata, incolpa la donna per lo stupro avvenuto. Si costruiscono modelli culturali che non favoriscono la parità tra sessi, bensì alimentano le differenze basate sul genere, dicotomizzando i ruoli vittima\carnefice in schemi rigidi. Quali sono le implicazioni di una narrazione culturale basata sullo stereotipo della donna vittima colpevole dell’abuso? Questa ricerca vuole confermare che scegliere un linguaggio che incolpa le donne, costruire e divulgare script socioculturali non corretti che favoriscono la cultura dello stupro, sia una delle ragioni per cui le vittime non denunciano la coercizione fisica subita, sentendosi poco credibili agli occhi della società. Ciononostante, i dati indicano che sia possibile raffigurare un fenomeno complesso e critico come l’abuso sessuale, favorendo consapevolezza della responsabilità maschile e sociale in generale. Una rappresentazione esente da pregiudizi e stereotipi è il primo passo per il cambiamento ai fini di prevenire la giustificazione dello stupro femminile e di promuovere una cultura basata sulla dignità e sul rispetto dei diritti umani delle donne.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/40364