Assunta la pluralità culturale e linguistica come uno dei caratteri di specificità del contesto scolastico, diviene essenziale il passaggio dalla multiculturalità, condizione di fatto risultante dalle migrazioni, all’interculturalità, intesa come progetto di una società cosmopolita integrata e coesa (Damiano, 2008). L’intercultura si pone come modello che permette di assumere la diversità come paradigma dell’identità stessa della scuola nel pluralismo, occasione per aprire l’intero sistema a tutte le differenze (MIUR, 2007). Da una parte, si afferma l’universalità dell’educazione interculturale e plurilingue, presupponendo una concezione dinamica di cultura e identità, dall’altra si riconosce la necessità di uno sguardo attento alle peculiarità dei percorsi scolastici intrapresi dagli alunni con background migratorio. L’apprendimento dell’italiano L2 implica il riferimento all’intero repertorio linguistico dei bambini, in cui pratiche orali e scritte integrano spesso suoni, parole e strutture che appartengono alla lingua d’origine e alla lingua seconda, segnando diverse forme di “bilinguismo in movimento” che attende di essere riconosciuto, mantenuto e sviluppato (Favaro, 2018). L’acquisizione di competenze linguistico-comunicative ampie e sicure in italiano L2 diviene occasione privilegiata per promuovere la crescita della persona e l’esercizio pieno della cittadinanza (MIUR, 2012). I riferimenti pedagogici e teorici relativi all’intercultura e all’italiano L2 si sono configurati come “sapere di sfondo” (Mortari, 2009) tenuto in dialogo con la documentazione e la narrazione dell’esperienza formativa osservata nella classe prima della Scuola Primaria “Lenotti” dell’IC 12 Golosine (VR). Lo studio di caso ha permesso di porre lo sguardo sul percorso di apprendimento della lingua italiana da parte di un bambino di origine cinese. L’osservazione in classe è stata realizzata con l’intento di mettere a fuoco le modalità con cui è stato appreso l’italiano in relazione ai caratteri peculiari che contraddistinguono il metodo Siglo, scelto dall’insegnante Cosetta Tomas per sostenere la scoperta del linguaggio alfabetico e guidare gli alunni nell’apprendimento della lettura e della scrittura. Si tratta di un metodo ideato dal maestro Giovanni Meneghello, insegnante appassionato del suo lavoro e continuamente in ricerca, e dal prof. Claudio Girelli, docente associato di pedagogia sperimentale presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi di Verona. Il metodo viene definito ortogenetico poiché favorisce l’apprendimento della lettura e della scrittura nel modo il più possibile naturale e in autonomia, considerando il linguaggio alfabetico come una rappresentazione visiva di quello parlato e facendo leva sull’unica corrispondenza possibile fra i due linguaggi a livello immediato, cioè sulla corrispondenza a livello di sillaba globale (Girelli, 2016). Dallo studio di caso è emerso il modo in cui la prospettiva di questo metodo e le condizioni necessarie per realizzarlo abbiano permesso l’acquisizione di una lingua seconda attraverso la scoperta e l’uso in contesti comunicativi significativi e carichi di affettività, promuovendo la sviluppo di capacità cognitive, sociali ed emotive, oltre che il pieno fiorire della persona all’interno del gruppo-classe, divenuto comunità di pratica. L’osservazione partecipante è stata considerata strumento principale di indagine, entrando in classe per un periodo di tempo prolungato, da novembre a maggio, e adottando una postura che permettesse di stare il più possibile in risonanza ricettiva rispetto a quanto emergente dal contesto. L’osservazione è stata accompagnata dalla documentazione, dalla narrazione dell’esperienza e dal confronto con i diversi attori coinvolti, utilizzando la scrittura come pratica riflessiva privilegiata.

Apprendere l’Italiano L2 in una classe plurilingue Un’esperienza formativa alla Scuola Primaria con il metodo Siglo

DALLE PEZZE, GIULIA
2021/2022

Abstract

Assunta la pluralità culturale e linguistica come uno dei caratteri di specificità del contesto scolastico, diviene essenziale il passaggio dalla multiculturalità, condizione di fatto risultante dalle migrazioni, all’interculturalità, intesa come progetto di una società cosmopolita integrata e coesa (Damiano, 2008). L’intercultura si pone come modello che permette di assumere la diversità come paradigma dell’identità stessa della scuola nel pluralismo, occasione per aprire l’intero sistema a tutte le differenze (MIUR, 2007). Da una parte, si afferma l’universalità dell’educazione interculturale e plurilingue, presupponendo una concezione dinamica di cultura e identità, dall’altra si riconosce la necessità di uno sguardo attento alle peculiarità dei percorsi scolastici intrapresi dagli alunni con background migratorio. L’apprendimento dell’italiano L2 implica il riferimento all’intero repertorio linguistico dei bambini, in cui pratiche orali e scritte integrano spesso suoni, parole e strutture che appartengono alla lingua d’origine e alla lingua seconda, segnando diverse forme di “bilinguismo in movimento” che attende di essere riconosciuto, mantenuto e sviluppato (Favaro, 2018). L’acquisizione di competenze linguistico-comunicative ampie e sicure in italiano L2 diviene occasione privilegiata per promuovere la crescita della persona e l’esercizio pieno della cittadinanza (MIUR, 2012). I riferimenti pedagogici e teorici relativi all’intercultura e all’italiano L2 si sono configurati come “sapere di sfondo” (Mortari, 2009) tenuto in dialogo con la documentazione e la narrazione dell’esperienza formativa osservata nella classe prima della Scuola Primaria “Lenotti” dell’IC 12 Golosine (VR). Lo studio di caso ha permesso di porre lo sguardo sul percorso di apprendimento della lingua italiana da parte di un bambino di origine cinese. L’osservazione in classe è stata realizzata con l’intento di mettere a fuoco le modalità con cui è stato appreso l’italiano in relazione ai caratteri peculiari che contraddistinguono il metodo Siglo, scelto dall’insegnante Cosetta Tomas per sostenere la scoperta del linguaggio alfabetico e guidare gli alunni nell’apprendimento della lettura e della scrittura. Si tratta di un metodo ideato dal maestro Giovanni Meneghello, insegnante appassionato del suo lavoro e continuamente in ricerca, e dal prof. Claudio Girelli, docente associato di pedagogia sperimentale presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi di Verona. Il metodo viene definito ortogenetico poiché favorisce l’apprendimento della lettura e della scrittura nel modo il più possibile naturale e in autonomia, considerando il linguaggio alfabetico come una rappresentazione visiva di quello parlato e facendo leva sull’unica corrispondenza possibile fra i due linguaggi a livello immediato, cioè sulla corrispondenza a livello di sillaba globale (Girelli, 2016). Dallo studio di caso è emerso il modo in cui la prospettiva di questo metodo e le condizioni necessarie per realizzarlo abbiano permesso l’acquisizione di una lingua seconda attraverso la scoperta e l’uso in contesti comunicativi significativi e carichi di affettività, promuovendo la sviluppo di capacità cognitive, sociali ed emotive, oltre che il pieno fiorire della persona all’interno del gruppo-classe, divenuto comunità di pratica. L’osservazione partecipante è stata considerata strumento principale di indagine, entrando in classe per un periodo di tempo prolungato, da novembre a maggio, e adottando una postura che permettesse di stare il più possibile in risonanza ricettiva rispetto a quanto emergente dal contesto. L’osservazione è stata accompagnata dalla documentazione, dalla narrazione dell’esperienza e dal confronto con i diversi attori coinvolti, utilizzando la scrittura come pratica riflessiva privilegiata.
2021
Learning Italian as a second language in a plurilingual class An educational experience in Primary School with the Siglo method
Italiano L2
Metodo Siglo
Apprendimento
Plurilinguismo
Costruire comunità
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/40440