La musica liturgica e paraliturgica, forse più che altri repertori, vive molto spesso al confine fra tradizione orale e scritta. Molte ricerche effettuate sul territorio italiano, relative a musiche legate alle tradizioni liturgiche e devozionali ancora in funzione nelle varie regioni, ci confermano questa osmosi tra colto e popolare. La Pasturella di Agnone, rientra a pieno titolo in questi casi: si tratta di una melodia autoctona, da una parte tradizionalmente attribuita alla mano di un compositore locale, dall’altra musicalmente riconducibile al formulario melodico popolare della zona. La scelta di fare di questo brano l’oggetto della ricerca formalizzata nel presente elaborato è stata dettata dal particolare legame affettivo che nutro per Agnone, piccola città del Molise, nell’attuale provincia di Isernia, nella quale sono nato e cresciuto. L’ascolto di questa melodia, che sin da bambino mi ha affascinato ed incuriosito, accompagna e caratterizza un particolare periodo delle celebrazioni dell’anno liturgico che dal 21 novembre muovono fino al 3 febbraio, inglobando e ampliando il Tempo di Natale per tutti gli Agnonesi. Questo lavoro di ricerca si pone il fine principale di esaminare quanto e come la Pasturella, abbia rappresentato nel tempo - e ancora oggi rappresenti - per i suoi esecutori e ascoltatori, un elemento di identità culturale; e come e quanto la sua esecuzione, articolata in una serie di interpretazioni che si muovono, come si diceva, tra i territori del colto e del popolare, costituisca un momento saliente nella vita della comunità agnonese. Al fine di supportare l’indagine con gli elementi storico-sociali e musicologici necessari alla comprensione della sostanza e del significato del brano in esame, parte della ricerca si è basata sulla disamina della bibliografia locale, inclusi articoli apparsi sui periodici. E’ seguita una prima ricognizione archivistica, al fine di riportare notizia delle fonti musicali manoscritte cui viene tradizionalmente ricondotto il brano. Infine, momento fondamentale dell’indagine è stato rappresentato dalla ricerca sul campo, con la raccolta di testimonianze dalla viva voce di alcuni esecutori di ieri e di oggi e della documentazione audio/video inedita. Consapevole di trattare un argomento a me molto caro farò ben attenzione a mantenere il giusto distacco emotivo, con l’impegno di non far emergere il mio punto di vista e di restituire questo studio a quanti vorranno leggerlo nel modo più oggettivo e fedele alla realtà.
La Pasturella del Natale agnonese fra devozione popolare, interpretazioni musicali e istanze identitarie
LONGO, RICCARDO ARMANDO
2021/2022
Abstract
La musica liturgica e paraliturgica, forse più che altri repertori, vive molto spesso al confine fra tradizione orale e scritta. Molte ricerche effettuate sul territorio italiano, relative a musiche legate alle tradizioni liturgiche e devozionali ancora in funzione nelle varie regioni, ci confermano questa osmosi tra colto e popolare. La Pasturella di Agnone, rientra a pieno titolo in questi casi: si tratta di una melodia autoctona, da una parte tradizionalmente attribuita alla mano di un compositore locale, dall’altra musicalmente riconducibile al formulario melodico popolare della zona. La scelta di fare di questo brano l’oggetto della ricerca formalizzata nel presente elaborato è stata dettata dal particolare legame affettivo che nutro per Agnone, piccola città del Molise, nell’attuale provincia di Isernia, nella quale sono nato e cresciuto. L’ascolto di questa melodia, che sin da bambino mi ha affascinato ed incuriosito, accompagna e caratterizza un particolare periodo delle celebrazioni dell’anno liturgico che dal 21 novembre muovono fino al 3 febbraio, inglobando e ampliando il Tempo di Natale per tutti gli Agnonesi. Questo lavoro di ricerca si pone il fine principale di esaminare quanto e come la Pasturella, abbia rappresentato nel tempo - e ancora oggi rappresenti - per i suoi esecutori e ascoltatori, un elemento di identità culturale; e come e quanto la sua esecuzione, articolata in una serie di interpretazioni che si muovono, come si diceva, tra i territori del colto e del popolare, costituisca un momento saliente nella vita della comunità agnonese. Al fine di supportare l’indagine con gli elementi storico-sociali e musicologici necessari alla comprensione della sostanza e del significato del brano in esame, parte della ricerca si è basata sulla disamina della bibliografia locale, inclusi articoli apparsi sui periodici. E’ seguita una prima ricognizione archivistica, al fine di riportare notizia delle fonti musicali manoscritte cui viene tradizionalmente ricondotto il brano. Infine, momento fondamentale dell’indagine è stato rappresentato dalla ricerca sul campo, con la raccolta di testimonianze dalla viva voce di alcuni esecutori di ieri e di oggi e della documentazione audio/video inedita. Consapevole di trattare un argomento a me molto caro farò ben attenzione a mantenere il giusto distacco emotivo, con l’impegno di non far emergere il mio punto di vista e di restituire questo studio a quanti vorranno leggerlo nel modo più oggettivo e fedele alla realtà.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/40926