Con questo contributo intendo approfondire il tema della pala d’altare, in un contesto preciso: la città di Padova attorno alla metà del Quattrocento. Per fare ciò, tratterò un caso di studio molto dibattuto, la pala d’altare dipinta dalla famiglia Bellini per la Cappella Gattamelata al Santo. Mi propongo di dare alcune indicazioni generali sulla tipologia della pala d’altare nel Quattrocento a Padova, principalmente sulla base delle considerazioni di Jacob Burckhardt, di André Chastel e di Davide Banzato su tale argomento. Cercherò quindi di capire quale dovesse essere probabilmente la struttura della pala per la Cappella Gattamelata, quale dovesse essere la sua cornice. Questo sarà possibile tramite l’analisi degli esempi coevi, prodotti nel contesto padovano da artisti eccellenti, quali Donatello, Andrea Mantegna e i Vivarini. Tratterò la storia della Cappella Gattamelata, costruita negli anni Cinquanta del XV secolo per volere del condottiero da Narni e su indicazioni della moglie di Erasmo, Giacoma da Leonessa. Sulla scorta di importanti testimonianze storiche, come quelle di Marcantonio Michiel e di Valerio Polidoro, e di studi più recenti, ripercorrerò le vicende della cappella e della sua decorazione, sia ad affresco sia su tavola, e poi del successivo riallestimento seicentesco, che sta a monte dello smantellamento della pala d’altare dipinta dai Bellini. Mi concentrerò su alcune ipotesi per la ricostruzione della originale pala d’altare belliniana per la cappella padovana. Questo polittico è stato al centro di una intensa vicenda critica soprattutto dopo il 1985, anno in cui Miklós Boskovits e Colin Eisler pubblicavano importanti saggi in cui ricollegavano alla pala Gattamelata una tavola coi Santi Antonio Abate e Bernardino della National Gallery of Art di Washington (D.C.) e tre tavolette con Storie di Cristo dei Musei Correr di Venezia, Civico di Padova e della Pinacoteca Nazionale di Ferrara. Tale ipotesi ricostruttiva è stata accolta con più o meno favore dagli storici dell’arte negli anni successivi. Ma solo grazie a Giacomo Alberto Calogero e ad Antonio Mazzotta, essa è stata messa in discussione in modo sistemico. Questi due studiosi hanno fermamente contestato il collegamento tra queste tavole e la pala dei Bellini per la Cappella Gattamelata. Infine, concluderò questa trattazione aggiungendo le mie considerazioni personali in merito alle precedenti ipotesi ricostruttive della pala Gattamelata. Spiegherò quale è per me l’ipotesi più convincente.
La Cappella Gattamelata al Santo e lo stato degli studi sulla pala della famiglia Bellini
SIGNOR, ANDREA
2021/2022
Abstract
Con questo contributo intendo approfondire il tema della pala d’altare, in un contesto preciso: la città di Padova attorno alla metà del Quattrocento. Per fare ciò, tratterò un caso di studio molto dibattuto, la pala d’altare dipinta dalla famiglia Bellini per la Cappella Gattamelata al Santo. Mi propongo di dare alcune indicazioni generali sulla tipologia della pala d’altare nel Quattrocento a Padova, principalmente sulla base delle considerazioni di Jacob Burckhardt, di André Chastel e di Davide Banzato su tale argomento. Cercherò quindi di capire quale dovesse essere probabilmente la struttura della pala per la Cappella Gattamelata, quale dovesse essere la sua cornice. Questo sarà possibile tramite l’analisi degli esempi coevi, prodotti nel contesto padovano da artisti eccellenti, quali Donatello, Andrea Mantegna e i Vivarini. Tratterò la storia della Cappella Gattamelata, costruita negli anni Cinquanta del XV secolo per volere del condottiero da Narni e su indicazioni della moglie di Erasmo, Giacoma da Leonessa. Sulla scorta di importanti testimonianze storiche, come quelle di Marcantonio Michiel e di Valerio Polidoro, e di studi più recenti, ripercorrerò le vicende della cappella e della sua decorazione, sia ad affresco sia su tavola, e poi del successivo riallestimento seicentesco, che sta a monte dello smantellamento della pala d’altare dipinta dai Bellini. Mi concentrerò su alcune ipotesi per la ricostruzione della originale pala d’altare belliniana per la cappella padovana. Questo polittico è stato al centro di una intensa vicenda critica soprattutto dopo il 1985, anno in cui Miklós Boskovits e Colin Eisler pubblicavano importanti saggi in cui ricollegavano alla pala Gattamelata una tavola coi Santi Antonio Abate e Bernardino della National Gallery of Art di Washington (D.C.) e tre tavolette con Storie di Cristo dei Musei Correr di Venezia, Civico di Padova e della Pinacoteca Nazionale di Ferrara. Tale ipotesi ricostruttiva è stata accolta con più o meno favore dagli storici dell’arte negli anni successivi. Ma solo grazie a Giacomo Alberto Calogero e ad Antonio Mazzotta, essa è stata messa in discussione in modo sistemico. Questi due studiosi hanno fermamente contestato il collegamento tra queste tavole e la pala dei Bellini per la Cappella Gattamelata. Infine, concluderò questa trattazione aggiungendo le mie considerazioni personali in merito alle precedenti ipotesi ricostruttive della pala Gattamelata. Spiegherò quale è per me l’ipotesi più convincente.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/40937