During the pandemic, both the awareness about the limitations of traditional models of care and the confidence placed in the enabling capabilities of new technologies have increased. For HIV infection the use of telemedicine solutions can be an opportunity for growth both in reducing barriers to access to services and expertise, in ensuring continuity of care, and in activating prevention and awareness projects. The objective is to investigate the susceptibility to the use of telemedicine in an HIV-positive population on antiretroviral therapy in the care of the Padua Center for Infectious Diseases and to assess what the demographic and clinical characteristics of the surveyed cohort are. The prospective study was conducted in the HIV-positive population followed at the Padua Center for Infectious Diseases by enrolling 600 patients through the administration of a questionnaire consisting of 11 questions divided into four areas investigating the tools available, propensity to 'use, disadvantages and perceived advantages. Demographic and clinical data were collected from the patients' medical records. Our study showed that the HIV-positive patients studied are largely (57%)inclined to use digital services while partly recognizing their advantages(53%). Most of the advantages are related to the possibility of saving time(61%). The major concerns expressed by the patients in the study seem to be related to the doctor-patient relationship .Perhaps the most interesting aspect that emerges among the benefits stated by the participants is that 37% state that telehealth would be beneficial because "no one would see me in the outpatient clinic," underscoring the still strong influence of stigma. The data underscore that telemedicine for more frail patients (with comorbidities, older age, and more years of HIV infection) cannot replace traditional medical visits. We conclude that in the application of digital services, it is essential to identify the profiles of those who can benefit from them, while dedicating adequate resources to those who cannot or cannot manage the use of telemedicine tools or are more frail to F2F visits.

Durante la pandemia sono aumentate sia la consapevolezza circa i limiti dei modelli assistenziali dei modelli tradizionali che la fiducia riposta nelle capacità abilitanti delle nuove tecnologie. Anche per l’HIV il ricorso a soluzioni di telemedicina può essere un’opportunità di crescita sia per ridurre le barriere di accesso ai servizi e competenze, per garantire la continuità della presa in carico e per attivazione di progetti di prevenzione e sensibilizzazione. L’obiettivo è quello di indagare la predisposizione all’uso della telemedicina in una popolazione HIV positiva in terapia antiretrovirale in carico presso il Centro di Malattie Infettive di Padova e di valutare quali siano le caratteristiche demografiche e cliniche della coorte intervistata. Lo studio prospettico è stato condotto nella popolazione HIV positiva seguita presso il Centro di Malattie Infettive di Padova arruolando 600 pazienti mediante la somministrazione di un questionario composto da 11 domande suddivisi in quattro aree che indagano gli strumenti a disposizione, la propensione all’ utilizzo, gli svantaggi e i vantaggi percepiti. Dalle cartelle cliniche dei pazienti sono stati raccolti i dati demografici e clinici. Il nostro studio ha evidenziano che i pazienti HIV positivi studiati sono in gran parte (57%)propensi all’uso di servizi digitali riconoscendone in parte i vantaggi(53%). I vantaggi sono la maggior parte legati alla possibilità di risparmio di tempo(61%). Le perplessità maggiori espresse dai pazienti nello studio sembrano essere legate al rapporto medico-paziente .L'aspetto forse più interessante che emerge tra i benefici dichiarati dai partecipanti è che il 37% dichiara che le televisite sarebbero vantaggiose perché «nessuno mi vedrebbe in ambulatorio», sottolinendo l'influenza ancora forte dello stigma. I dati sottolineano che la telemedicina per i pazienti più fragili (con comorbilità, di età più avanzata e con più anni di infezione da HIV) non può sostituirsi alle visite mediche tradizionali. Concludiamo che nell’applicazione dei servizi digitali risulta indispensabile individuare i profili di coloro che possono beneficiarne, dedicando a chi invece non riesce o non può gestire l’uso degli strumenti di telemedicina o è maggiormente fragile risorse adeguate alle visite F2F.

Valutazione di sistemi di telemedicina nell'infezione da HIV

COTELNICOV, ALIONA
2021/2022

Abstract

During the pandemic, both the awareness about the limitations of traditional models of care and the confidence placed in the enabling capabilities of new technologies have increased. For HIV infection the use of telemedicine solutions can be an opportunity for growth both in reducing barriers to access to services and expertise, in ensuring continuity of care, and in activating prevention and awareness projects. The objective is to investigate the susceptibility to the use of telemedicine in an HIV-positive population on antiretroviral therapy in the care of the Padua Center for Infectious Diseases and to assess what the demographic and clinical characteristics of the surveyed cohort are. The prospective study was conducted in the HIV-positive population followed at the Padua Center for Infectious Diseases by enrolling 600 patients through the administration of a questionnaire consisting of 11 questions divided into four areas investigating the tools available, propensity to 'use, disadvantages and perceived advantages. Demographic and clinical data were collected from the patients' medical records. Our study showed that the HIV-positive patients studied are largely (57%)inclined to use digital services while partly recognizing their advantages(53%). Most of the advantages are related to the possibility of saving time(61%). The major concerns expressed by the patients in the study seem to be related to the doctor-patient relationship .Perhaps the most interesting aspect that emerges among the benefits stated by the participants is that 37% state that telehealth would be beneficial because "no one would see me in the outpatient clinic," underscoring the still strong influence of stigma. The data underscore that telemedicine for more frail patients (with comorbidities, older age, and more years of HIV infection) cannot replace traditional medical visits. We conclude that in the application of digital services, it is essential to identify the profiles of those who can benefit from them, while dedicating adequate resources to those who cannot or cannot manage the use of telemedicine tools or are more frail to F2F visits.
2021
Evaluation of telemedicine systems in HIV infection
Durante la pandemia sono aumentate sia la consapevolezza circa i limiti dei modelli assistenziali dei modelli tradizionali che la fiducia riposta nelle capacità abilitanti delle nuove tecnologie. Anche per l’HIV il ricorso a soluzioni di telemedicina può essere un’opportunità di crescita sia per ridurre le barriere di accesso ai servizi e competenze, per garantire la continuità della presa in carico e per attivazione di progetti di prevenzione e sensibilizzazione. L’obiettivo è quello di indagare la predisposizione all’uso della telemedicina in una popolazione HIV positiva in terapia antiretrovirale in carico presso il Centro di Malattie Infettive di Padova e di valutare quali siano le caratteristiche demografiche e cliniche della coorte intervistata. Lo studio prospettico è stato condotto nella popolazione HIV positiva seguita presso il Centro di Malattie Infettive di Padova arruolando 600 pazienti mediante la somministrazione di un questionario composto da 11 domande suddivisi in quattro aree che indagano gli strumenti a disposizione, la propensione all’ utilizzo, gli svantaggi e i vantaggi percepiti. Dalle cartelle cliniche dei pazienti sono stati raccolti i dati demografici e clinici. Il nostro studio ha evidenziano che i pazienti HIV positivi studiati sono in gran parte (57%)propensi all’uso di servizi digitali riconoscendone in parte i vantaggi(53%). I vantaggi sono la maggior parte legati alla possibilità di risparmio di tempo(61%). Le perplessità maggiori espresse dai pazienti nello studio sembrano essere legate al rapporto medico-paziente .L'aspetto forse più interessante che emerge tra i benefici dichiarati dai partecipanti è che il 37% dichiara che le televisite sarebbero vantaggiose perché «nessuno mi vedrebbe in ambulatorio», sottolinendo l'influenza ancora forte dello stigma. I dati sottolineano che la telemedicina per i pazienti più fragili (con comorbilità, di età più avanzata e con più anni di infezione da HIV) non può sostituirsi alle visite mediche tradizionali. Concludiamo che nell’applicazione dei servizi digitali risulta indispensabile individuare i profili di coloro che possono beneficiarne, dedicando a chi invece non riesce o non può gestire l’uso degli strumenti di telemedicina o è maggiormente fragile risorse adeguate alle visite F2F.
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