La deduzione trascendentale è considerata come uno dei passaggi più importanti all’interno della Critica della ragione pura e dell’interno sistema critico kantiano. Questo perché in essa Kant si propone di legittimare il riferimento dei concetti puri dell’intelletto agli oggetti; si tratta di comprendere in che modo l’intelletto, che è la facoltà di giudicare, possa congiungere il molteplice delle rappresentazioni provenienti dall’intuizione, dando luogo alla conoscenza. Tale congiunzione è possibile solo in riferimento a un’unità superiore, che non può essere ricavata dall’esperienza, e che Kant dunque riconosce nell’appercezione trascendentale. In questo elaborato, dunque, viene condotta un’analisi più approfondita dei passaggi in cui Kant presenta e espone il fondamento della conoscenza. Tale analisi è divisa in tre parti. Nella prima parte si analizza la deduzione trascendentale, se ne illustra il ruolo e la posizione all’interno dell’analitica trascendentale della prima critica kantiana e viene ricostruita e spiegata la sua struttura argomentativa, confrontando la struttura del testo nella prima e nella seconda edizione. In un secondo momento l’attenzione si rivolge a quello che è l’elemento centrale di questo studio, il concetto di Ich denke, mostrando come viene concepito da Kant, come non deve essere inteso (facendo riferimento anche alla trattazione dei paralogismi della ragion pura nella dialettica trascendentale) e qual è il suo principio supremo. Infine, si pone in rilievo la caratteristica che fa dell’appercezione il fondamento della conoscenza, l’unità trascendentale, analizzando il suo ruolo nella deduzione e distinguendo l’unità analitica dall’unità sintetica.
La deduzione trascendentale e l'unità dell'io penso. Sul fondamento della conoscenza nella Critica della ragion pura di I. Kant
BORMOLINI, LISA
2021/2022
Abstract
La deduzione trascendentale è considerata come uno dei passaggi più importanti all’interno della Critica della ragione pura e dell’interno sistema critico kantiano. Questo perché in essa Kant si propone di legittimare il riferimento dei concetti puri dell’intelletto agli oggetti; si tratta di comprendere in che modo l’intelletto, che è la facoltà di giudicare, possa congiungere il molteplice delle rappresentazioni provenienti dall’intuizione, dando luogo alla conoscenza. Tale congiunzione è possibile solo in riferimento a un’unità superiore, che non può essere ricavata dall’esperienza, e che Kant dunque riconosce nell’appercezione trascendentale. In questo elaborato, dunque, viene condotta un’analisi più approfondita dei passaggi in cui Kant presenta e espone il fondamento della conoscenza. Tale analisi è divisa in tre parti. Nella prima parte si analizza la deduzione trascendentale, se ne illustra il ruolo e la posizione all’interno dell’analitica trascendentale della prima critica kantiana e viene ricostruita e spiegata la sua struttura argomentativa, confrontando la struttura del testo nella prima e nella seconda edizione. In un secondo momento l’attenzione si rivolge a quello che è l’elemento centrale di questo studio, il concetto di Ich denke, mostrando come viene concepito da Kant, come non deve essere inteso (facendo riferimento anche alla trattazione dei paralogismi della ragion pura nella dialettica trascendentale) e qual è il suo principio supremo. Infine, si pone in rilievo la caratteristica che fa dell’appercezione il fondamento della conoscenza, l’unità trascendentale, analizzando il suo ruolo nella deduzione e distinguendo l’unità analitica dall’unità sintetica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/41178