Nell’ultimo decennio in Italia il mercato del lavoro ha subito una notevole trasformazione rappresentata dalla polarizzazione dell’occupazione. Questo fenomeno è caratterizzato da un divario sempre più crescente tra professioni di limitata specializzazione o bassa qualificazione con livelli remunerativi minimi (come i servizi di cura della persona e di front office) e professioni molto qualificate, ad elevata specializzazione e di conseguenza più remunerative (ad esempio ingegneri e posizioni manageriali). Secondo una recente analisi dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) a partire dalla metà degli anni Novanta, è calata notevolmente la quota di occupati in professioni che richiedono competenze di livello intermedio e in possesso di un diploma di scuola superiore (come operai e impiegati). Il seguente elaborato si propone di descrivere la polarizzazione dell’occupazione negli ultimi anni, partendo da un quadro più generale, ovvero dal caso americano, passando poi ai paesi OCSE e focalizzandosi, infine, con particolare attenzione sull’Italia. Nei capitoli successivi vengono invece discusse e analizzate le possibili cause e conseguenze di tale fenomeno, proponendo infine un quadro di tutela dei lavoratori. Una prima ipotesi descritta sostiene che una causa della polarizzazione del lavoro sia da ricercarsi nell’evoluzione e trasformazione della struttura occupazionale e si rafforzi con il progressivo spostamento della domanda dal settore industriale a quello dei servizi: la maggior parte dei cambiamenti occupazionali osservati, infatti, sono dovuti alla riallocazione intersettoriale che ha favorito il settore dei servizi a basso valore aggiunto e l'aumento dell'offerta di manodopera di migranti e professioni scarsamente qualificate. Ipotesi alternative considerano come principali determinanti della polarizzazione il progresso tecnologico, con l’automazione e le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) e la globalizzazione, con l’evoluzione del commercio, anche se l’impatto di quest’ultima non sempre presenta evidenze certe. Lo scopo di questo elaborato è dunque quello di riportare come, negli anni, il mercato del lavoro in Italia sia stato segnato da cambiamenti e trasformazioni, anche all’interno degli stessi ambienti occupazionali e livelli professionali, andando nella direzione di un’evoluzione della composizione stessa della domanda di occupati.
“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”: l'evoluzione dell’occupazione nell’ultimo decennio
CRESTANI, EVA
2021/2022
Abstract
Nell’ultimo decennio in Italia il mercato del lavoro ha subito una notevole trasformazione rappresentata dalla polarizzazione dell’occupazione. Questo fenomeno è caratterizzato da un divario sempre più crescente tra professioni di limitata specializzazione o bassa qualificazione con livelli remunerativi minimi (come i servizi di cura della persona e di front office) e professioni molto qualificate, ad elevata specializzazione e di conseguenza più remunerative (ad esempio ingegneri e posizioni manageriali). Secondo una recente analisi dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) a partire dalla metà degli anni Novanta, è calata notevolmente la quota di occupati in professioni che richiedono competenze di livello intermedio e in possesso di un diploma di scuola superiore (come operai e impiegati). Il seguente elaborato si propone di descrivere la polarizzazione dell’occupazione negli ultimi anni, partendo da un quadro più generale, ovvero dal caso americano, passando poi ai paesi OCSE e focalizzandosi, infine, con particolare attenzione sull’Italia. Nei capitoli successivi vengono invece discusse e analizzate le possibili cause e conseguenze di tale fenomeno, proponendo infine un quadro di tutela dei lavoratori. Una prima ipotesi descritta sostiene che una causa della polarizzazione del lavoro sia da ricercarsi nell’evoluzione e trasformazione della struttura occupazionale e si rafforzi con il progressivo spostamento della domanda dal settore industriale a quello dei servizi: la maggior parte dei cambiamenti occupazionali osservati, infatti, sono dovuti alla riallocazione intersettoriale che ha favorito il settore dei servizi a basso valore aggiunto e l'aumento dell'offerta di manodopera di migranti e professioni scarsamente qualificate. Ipotesi alternative considerano come principali determinanti della polarizzazione il progresso tecnologico, con l’automazione e le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) e la globalizzazione, con l’evoluzione del commercio, anche se l’impatto di quest’ultima non sempre presenta evidenze certe. Lo scopo di questo elaborato è dunque quello di riportare come, negli anni, il mercato del lavoro in Italia sia stato segnato da cambiamenti e trasformazioni, anche all’interno degli stessi ambienti occupazionali e livelli professionali, andando nella direzione di un’evoluzione della composizione stessa della domanda di occupati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/41635