Con il seguente elaborato si vuole trattare il tema del disturbo depressivo infantile ed illustrare i fattori di prevenzione applicabili nei contesti familiari e socio-educativi. Solo recentemente si è iniziato a parlare di depressione nei bambini, un tabù ancora molto presente in Italia e per questo ancora in forte diffusione. Tale disturbo, infatti, non si manifesta come succede in età adulta, bensì attraverso comportamenti ritenuti “insospettabili”, motivo per cui spesso le maggiori resistenze per affrontare questa condizione provengono proprio dalle persone più vicine al bambino. Tuttavia, è proprio l’ambiente in cui esso è inserito che rappresenta il principale fattore di rischio dell’insorgenza di questo disturbo e nella fattispecie l’ambiente familiare (famiglia con patologia della funzione genitoriale, disarmonia e malessere, ecc), l’ambiente sociale (rapporto con i pari, servizi territoriali, cultura, criminalità, ecc) e l’ambiente educativo (scuola, sport, attività extra-scolastiche, ecc). Infine, è importante considerare l’aspetto genetico, poiché esiste una predisposizione del soggetto a soffrire di tale disturbo qualora anche uno dei familiari stretti ne sia stato vittima. Secondo la teoria della rete di Bronfenbrenner (Ecological systems theory), infatti, a concorrere nello sviluppo integrale dell’individuo è proprio la rete di relazioni che si raffigurano in cerchi concentrici, partendo dal più vicino al bambino (legami quotidiani con maggiori interazioni) al più lontano (persone che non conoscono direttamente il soggetto ma ne influenzano la vita). In conclusione, adottando una visione olistica del bambino per una crescita sana ed uno sviluppo equilibrato, è fondamentale progettare degli interventi di prevenzione del disturbo depressivo infantile, affinché si costruisca un luogo capace di offrire aspettative positive per i giovani, supporto e crescita individuale, sociale e territoriale.
La prevenzione del Disturbo Depressivo Infantile nei contesti familiari e socio-educativi
DAL BIANCO, NOEMI
2021/2022
Abstract
Con il seguente elaborato si vuole trattare il tema del disturbo depressivo infantile ed illustrare i fattori di prevenzione applicabili nei contesti familiari e socio-educativi. Solo recentemente si è iniziato a parlare di depressione nei bambini, un tabù ancora molto presente in Italia e per questo ancora in forte diffusione. Tale disturbo, infatti, non si manifesta come succede in età adulta, bensì attraverso comportamenti ritenuti “insospettabili”, motivo per cui spesso le maggiori resistenze per affrontare questa condizione provengono proprio dalle persone più vicine al bambino. Tuttavia, è proprio l’ambiente in cui esso è inserito che rappresenta il principale fattore di rischio dell’insorgenza di questo disturbo e nella fattispecie l’ambiente familiare (famiglia con patologia della funzione genitoriale, disarmonia e malessere, ecc), l’ambiente sociale (rapporto con i pari, servizi territoriali, cultura, criminalità, ecc) e l’ambiente educativo (scuola, sport, attività extra-scolastiche, ecc). Infine, è importante considerare l’aspetto genetico, poiché esiste una predisposizione del soggetto a soffrire di tale disturbo qualora anche uno dei familiari stretti ne sia stato vittima. Secondo la teoria della rete di Bronfenbrenner (Ecological systems theory), infatti, a concorrere nello sviluppo integrale dell’individuo è proprio la rete di relazioni che si raffigurano in cerchi concentrici, partendo dal più vicino al bambino (legami quotidiani con maggiori interazioni) al più lontano (persone che non conoscono direttamente il soggetto ma ne influenzano la vita). In conclusione, adottando una visione olistica del bambino per una crescita sana ed uno sviluppo equilibrato, è fondamentale progettare degli interventi di prevenzione del disturbo depressivo infantile, affinché si costruisca un luogo capace di offrire aspettative positive per i giovani, supporto e crescita individuale, sociale e territoriale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/42256