The following paper aims to highlight a world too often ignored and often unknown, an apparently invisible reality that is often generalized and reduced to clichés and therefore to disdain towards the people who are part of it, who are despised. and stigmatized. Personally I decided not to be part of this circle that gives voice to prejudices and assumptions, I decided to discover this messy and unconventional environment. During my curricular internship I came into contact with individuals who are often marginalized and stigmatized by society, I mean homeless and drug addicts. I had the opportunity to come into contact with this world for the first time during the curricular internship carried out at the Drop in in Mestre (VE). In this structure a methodology called harm reduction is adopted, which will be the fulcrum of my arguments since, in my opinion, this practice is not yet well known and therefore I would like to make it known and understood, also going to dissect the relationship that is to create between an educator and a pupil with addictions to psychoactive substances. The following thesis is divided into three main chapters. The first is entitled "Educational work and addictions" and has as its main themes the definition and types of addiction that can be found especially in adolescence, ie technological addictions, food addictions and substance addictions. I also decided to use graphics to be able to better understand the concepts explained. The second deals specifically with the practice of HR and how it can be useful, it also deals with the subject of the figure of the educator in the field of drug addiction. I wanted to talk about the educator, and especially the expert who works in this type of environment, since little is known about this professional figure and is often ridiculed because the real potential and professionalism that educators possess is not understood. The last chapter talks about my personal internship experience during which I had the opportunity to observe the harm reduction policy. I hope that this elaborate can entice you to leave your comfort zone and that it can lead you to learn more about some non-repressive methods aimed at the well-being of a particular target of people.

Il seguente elaborato si propone come obiettivo quello di mettere in luce un mondo troppe volte ignorato e spesso sconosciuto, una realtà apparentemente invisibile che spesso viene generalizzata e ridotta a luoghi comuni e dunque a sdegno verso le persone che ne fanno parte, le quali vengono disprezzate e stigmatizzate. Personalmente ho deciso di non far parte di questa cerchia che dà voce ai pregiudizi e alle supposizioni, ho deciso di scoprire questo ambiente disordinato e fuori dagli schemi. Durante lo svolgimento del mio tirocinio curriculare sono entrata in contatto con individui che spesso sono emarginati e stigmatizzati dalla società, mi riferisco a senza fissa dimora e tossicodipendenti. Ho avuto l’occasione di entrare a contatto con questo mondo per la prima volta durante il tirocinio curriculare svolto presso il Drop in di Mestre (VE). In tale struttura viene adottata una metodologia chiamata riduzione del danno, la quale sarà il fulcro delle mie argomentazioni siccome, a mio parere, tale pratica non è ancora molto conosciuta e pertanto vorrei farla conoscere e comprendere, andando anche a sviscerare il rapporto che si viene a creare fra un educatore ed un educando con dipendenze da sostanze psicoattive. La seguente tesi si suddivide in tre capitoli principali. Il primo si intitola “Il lavoro educativo e le dipendenze” ed ha come temi principali la definizione e le tipologie di dipendenza che sono riscontrabili soprattutto in età adolescenziale ossia le dipendenze tecnologiche, le dipendenze alimentare e le dipendenze da sostanze. Ho deciso inoltre di adoperare dei grafici per riuscire a far comprendere maggiormente i concetti spiegati. Il secondo tratta nello specifico della pratica della RdD e di quanto essa possa risultare utile, viene trattato inoltre il tema della figura dell’educatore nell’ambito delle tossicodipendenze. Ho voluto parlare dell’educatore, e in particolar modo dell’esperto che lavora in questo tipo di ambienti, poiché si conosce ancora poco di tale figura professionale e spesso viene ridicolizzata poiché non si comprendono le reali potenzialità e la professionalità che gli educatori posseggono. L’ultimo capitolo parla della mia personale esperienza di tirocinio durante il quale ho avuto la possibilità di osservare la politica di riduzione del danno. Spero che tale elaborato possa invogliarvi ad uscire dalla vostra zona di confort e che possa condurvi a conoscere maggiormente alcuni metodi, non repressivi, volti al benessere di un target particolare di persone.

Riduzione del danno: il modello d'intervento educativo.

LAZZARA, ELISABETTA
2021/2022

Abstract

The following paper aims to highlight a world too often ignored and often unknown, an apparently invisible reality that is often generalized and reduced to clichés and therefore to disdain towards the people who are part of it, who are despised. and stigmatized. Personally I decided not to be part of this circle that gives voice to prejudices and assumptions, I decided to discover this messy and unconventional environment. During my curricular internship I came into contact with individuals who are often marginalized and stigmatized by society, I mean homeless and drug addicts. I had the opportunity to come into contact with this world for the first time during the curricular internship carried out at the Drop in in Mestre (VE). In this structure a methodology called harm reduction is adopted, which will be the fulcrum of my arguments since, in my opinion, this practice is not yet well known and therefore I would like to make it known and understood, also going to dissect the relationship that is to create between an educator and a pupil with addictions to psychoactive substances. The following thesis is divided into three main chapters. The first is entitled "Educational work and addictions" and has as its main themes the definition and types of addiction that can be found especially in adolescence, ie technological addictions, food addictions and substance addictions. I also decided to use graphics to be able to better understand the concepts explained. The second deals specifically with the practice of HR and how it can be useful, it also deals with the subject of the figure of the educator in the field of drug addiction. I wanted to talk about the educator, and especially the expert who works in this type of environment, since little is known about this professional figure and is often ridiculed because the real potential and professionalism that educators possess is not understood. The last chapter talks about my personal internship experience during which I had the opportunity to observe the harm reduction policy. I hope that this elaborate can entice you to leave your comfort zone and that it can lead you to learn more about some non-repressive methods aimed at the well-being of a particular target of people.
2021
Harm reduction: the model of educational intervention.
Il seguente elaborato si propone come obiettivo quello di mettere in luce un mondo troppe volte ignorato e spesso sconosciuto, una realtà apparentemente invisibile che spesso viene generalizzata e ridotta a luoghi comuni e dunque a sdegno verso le persone che ne fanno parte, le quali vengono disprezzate e stigmatizzate. Personalmente ho deciso di non far parte di questa cerchia che dà voce ai pregiudizi e alle supposizioni, ho deciso di scoprire questo ambiente disordinato e fuori dagli schemi. Durante lo svolgimento del mio tirocinio curriculare sono entrata in contatto con individui che spesso sono emarginati e stigmatizzati dalla società, mi riferisco a senza fissa dimora e tossicodipendenti. Ho avuto l’occasione di entrare a contatto con questo mondo per la prima volta durante il tirocinio curriculare svolto presso il Drop in di Mestre (VE). In tale struttura viene adottata una metodologia chiamata riduzione del danno, la quale sarà il fulcro delle mie argomentazioni siccome, a mio parere, tale pratica non è ancora molto conosciuta e pertanto vorrei farla conoscere e comprendere, andando anche a sviscerare il rapporto che si viene a creare fra un educatore ed un educando con dipendenze da sostanze psicoattive. La seguente tesi si suddivide in tre capitoli principali. Il primo si intitola “Il lavoro educativo e le dipendenze” ed ha come temi principali la definizione e le tipologie di dipendenza che sono riscontrabili soprattutto in età adolescenziale ossia le dipendenze tecnologiche, le dipendenze alimentare e le dipendenze da sostanze. Ho deciso inoltre di adoperare dei grafici per riuscire a far comprendere maggiormente i concetti spiegati. Il secondo tratta nello specifico della pratica della RdD e di quanto essa possa risultare utile, viene trattato inoltre il tema della figura dell’educatore nell’ambito delle tossicodipendenze. Ho voluto parlare dell’educatore, e in particolar modo dell’esperto che lavora in questo tipo di ambienti, poiché si conosce ancora poco di tale figura professionale e spesso viene ridicolizzata poiché non si comprendono le reali potenzialità e la professionalità che gli educatori posseggono. L’ultimo capitolo parla della mia personale esperienza di tirocinio durante il quale ho avuto la possibilità di osservare la politica di riduzione del danno. Spero che tale elaborato possa invogliarvi ad uscire dalla vostra zona di confort e che possa condurvi a conoscere maggiormente alcuni metodi, non repressivi, volti al benessere di un target particolare di persone.
Dipendenze
Modello d'intervento
Rischio
Droghe
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Riduzione del danno, il modello d'intervento educativo Elisabetta Lazzara.pdf

accesso aperto

Dimensione 980.63 kB
Formato Adobe PDF
980.63 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/42261