Partendo dalla definizione di soggetto di diritto, analisi del percorso che ha portato a sentire l’esigenza di predisporre dei diritti specifici per l’infanzia e l’adolescenza; la figura del bambino che dalla quasi totale invisibilità è diventata ai giorni nostri un capitale economico e sociale rilevante per lo sviluppo della società. Cenni all’evoluzione delle teorie filosofiche e pedagogiche che, con l’introduzione di nuove nozioni e scoperte dal mondo della medicina, della biologia, della psicologia, hanno portato ad una nuova concezione della figura del bambino, fino ad arrivare alle teorie pedagogiche del ‘900, ritenute la base per la predisposizione dei testi dei diritti internazionali dedicati all’infanzia e all’adolescenza. Anche i documenti giuridici, al pari delle teorie, hanno avuto e continuano ad avere, un’evoluzione che segue le necessità e priorità dei momenti storici in cui nascono. Vengono redatti nel tempo tre documenti fondamentali: la Dichiarazione di Ginevra, la Dichiarazione di New York del 1959 e infine la Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 1989. Descrivendo le caratteristiche di ognuno di essi, emergono le diverse finalità per cui sono state pensati, passando dal concetto di protezione ed assistenza al concetto di promozione in cui il fanciullo diventa “soggetto”. In questo contesto vorrei approfondire anche il tema del lavoro minorile e della sua regolamentazione in quanto ritenuta la questione che ha portato alla predisposizione di tutti gli altri diritti. L’attenzione maggiore verrà poi posta nell’analisi della Convenzione dell’89 ratificata dalla legislazione italiana nel 1991, documento su cui si base l’attuale corpo di diritti per l’infanzia e l’adolescenza, e in particolar modo nei 7 articoli che sanciscono per la prima volta i diritti di prima generazione per i fanciulli, cioè i diritti civili (il principale dei quali si traduce nel diritto all’ascolto) che sono stati ispirazione per le teorie contemporanee della sociologia e dell’educazione dell’infanzia. Vorrei concludere mettendo in relazione proprio con i diritti civili il concetto contemporaneo di educazione della prima infanzia, fortemente influenzato dai concetti di competenza, partecipazione, qualità, libertà, cittadinanza; la legislazione dei servizi per la prima infanzia (età compresa tra 0 e 36 mesi) intende definire regole per trasformare tali servizi in servizi educativi di qualità a disposizione delle famiglie e delle comunità partendo dalla predisposizione di strutture adeguate, di personale altamente qualificato, di progetti educativi finalizzati alla valorizzazione delle qualità e competenze del bambino molto piccolo, che secondo le teorie economiche moderne, rappresenta il principale capitale umano su cui investire.
ORIGINE ED EVOLUZIONE DEI DIRITTI DELL'INFANZIA. I DIRITTI CIVILI NELLA CRC COME FONTE DI ISPIRAZIONE NELL'EDUCAZIONE DEI BAMBINI.
PAVANELLO, ANTONELLA
2021/2022
Abstract
Partendo dalla definizione di soggetto di diritto, analisi del percorso che ha portato a sentire l’esigenza di predisporre dei diritti specifici per l’infanzia e l’adolescenza; la figura del bambino che dalla quasi totale invisibilità è diventata ai giorni nostri un capitale economico e sociale rilevante per lo sviluppo della società. Cenni all’evoluzione delle teorie filosofiche e pedagogiche che, con l’introduzione di nuove nozioni e scoperte dal mondo della medicina, della biologia, della psicologia, hanno portato ad una nuova concezione della figura del bambino, fino ad arrivare alle teorie pedagogiche del ‘900, ritenute la base per la predisposizione dei testi dei diritti internazionali dedicati all’infanzia e all’adolescenza. Anche i documenti giuridici, al pari delle teorie, hanno avuto e continuano ad avere, un’evoluzione che segue le necessità e priorità dei momenti storici in cui nascono. Vengono redatti nel tempo tre documenti fondamentali: la Dichiarazione di Ginevra, la Dichiarazione di New York del 1959 e infine la Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 1989. Descrivendo le caratteristiche di ognuno di essi, emergono le diverse finalità per cui sono state pensati, passando dal concetto di protezione ed assistenza al concetto di promozione in cui il fanciullo diventa “soggetto”. In questo contesto vorrei approfondire anche il tema del lavoro minorile e della sua regolamentazione in quanto ritenuta la questione che ha portato alla predisposizione di tutti gli altri diritti. L’attenzione maggiore verrà poi posta nell’analisi della Convenzione dell’89 ratificata dalla legislazione italiana nel 1991, documento su cui si base l’attuale corpo di diritti per l’infanzia e l’adolescenza, e in particolar modo nei 7 articoli che sanciscono per la prima volta i diritti di prima generazione per i fanciulli, cioè i diritti civili (il principale dei quali si traduce nel diritto all’ascolto) che sono stati ispirazione per le teorie contemporanee della sociologia e dell’educazione dell’infanzia. Vorrei concludere mettendo in relazione proprio con i diritti civili il concetto contemporaneo di educazione della prima infanzia, fortemente influenzato dai concetti di competenza, partecipazione, qualità, libertà, cittadinanza; la legislazione dei servizi per la prima infanzia (età compresa tra 0 e 36 mesi) intende definire regole per trasformare tali servizi in servizi educativi di qualità a disposizione delle famiglie e delle comunità partendo dalla predisposizione di strutture adeguate, di personale altamente qualificato, di progetti educativi finalizzati alla valorizzazione delle qualità e competenze del bambino molto piccolo, che secondo le teorie economiche moderne, rappresenta il principale capitale umano su cui investire.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/42272