Ursula Le Guin’s literary production revolves around the relationship between the dimension of otherness and the powerful voices of the main female protagonists portrayed in her books. Through her utopstic language, of which the author makes use in order to convey a precise anthropological vision, she thus explores the themes of feminism, contact with different societies, intercultural dialogue. In particular, with The Left Hand of Darkness (1969), the author portrays a society with no gender distinctions, thus enabling the reader to elaborate on the stereotypes commonly associated with women’s roles. In this revolutionary novel gender equality leads to an absence of wars and to an anarchist and self - governed organisation of society. Furthermore, with Planet of Exile (1966) the author sheds light on the portrait of a femininity which – without imposing itself as a dominant factor –characterises itself as a catalyst of events, through a passive and hidden manner. In The Dispossessed (1974) the opposition between the rivalry civilisations of Anarres and Urras allows Le Guin to examine in depth the crucial concepts of otherness and intercultural mediation in light of the political dimensions of anarchism, capitalism and the revolutionary push of societies. Finally, in Always Coming Home (1985) Le Guin’s anthropological and ethnographic interest reaches its peak with the complete historical and cultural reconstruction of a utopic society. The limited and relative points of views, the otherness, the comprehension of cultural differences, the power of womanhood, the imagination’s experiments, the ambiguous yet crucial amalgamations of opposites: these are, probably, the main elements of a extremely rich and open – ended literary corpus.

L'ampio patrimonio letterario che fa capo alla scrittrice statunitense Ursula Le Guin (1929 - 2018) permette di ricostruire con chiarezza la perdurante connessione che si intreccia tra la dimensione dell'alterità e lo sguardo femminile; consente di osservare, cioè, in quale modalità complesse "voci di donne" abbiano influito nella mediazione tra culture e mondi differenti, se non persino contrapposti. Attraverso il linguaggio utopistico, del quale l'autrice si serve per trasmettere una precisa visione antropologica, Le Guin approfondisce dunque i temi del femminismo, del contatto tra società aliene e del dialogo interculturale. In particolare, con The Left Hand of Darkness (1969) l’autrice esplora le potenzialità e i limiti di un mondo che, in quanto scevro da biologiche distinzioni di genere, mette in discussione gli assunti tradizionalmente associati alla sfera femminile; si tratta di un’opera rivoluzionaria che alla profonda e più radicale eguaglianza tra uomo e donna fa conseguire risultati quali, innanzitutto, l’assenza di guerre (in linea con il sentimento pacifista di Le Guin) e di potere costituito (tratteggiando dunque i contorni di una società anarchica e autogestita), nonché – più in generale - lo sviluppo di una mentalità collettiva libera da preconcetti riguardanti i ruoli sessuali e di genere. Con Planet of Exile (1966), inoltre, l’autrice getta luce – tramite il personaggio protagonista di Rolery – sul ritratto di una femminilità che, pur senza imporsi quale “voce dominante” all’interno della vicenda narrata, e anzi assumendo un ruolo perlopiù passivo e nascosto, si caratterizza tuttavia come autentica catalizzatrice degli eventi, in sapiente equilibrio rispetto agli opposti taoisti dell’azione e della non – azione. In The Dispossessed (1974), inoltre, l’opposizione tra le civiltà rivali di Anarres e Urras permette all’autrice di approfondire i concetti cruciali di alterità e mediazione interculturale alla luce delle dimensioni politiche dell’anarchismo, del capitalismo e della spinta rivoluzionaria delle società. Infine, il profondo interesse antropologico ed etnografico di Le Guin raggiunge il culmine nell’opera Always Coming Home (1985), che restituisce la complessità e insieme il fascino della piena ricostruzione storica e culturale di una civiltà utopica. La parzialità e la relatività dei punti di vista possibili, l’alterità, la comprensione delle differenze culturali, la potenza della dimensione femminile, gli esperimenti dell’immaginazione, l’amalgama ambiguo e insieme imprescindibile degli opposti: sono questi, forse, i punti più salienti di un panorama letterario estremamente ricco e aperto a molteplici interpretazioni.

L'utopia fantascientifica di Ursula Le Guin: femminismo e alterità nella mediazione tra mondi

LISTA, ELEONORA
2022/2023

Abstract

Ursula Le Guin’s literary production revolves around the relationship between the dimension of otherness and the powerful voices of the main female protagonists portrayed in her books. Through her utopstic language, of which the author makes use in order to convey a precise anthropological vision, she thus explores the themes of feminism, contact with different societies, intercultural dialogue. In particular, with The Left Hand of Darkness (1969), the author portrays a society with no gender distinctions, thus enabling the reader to elaborate on the stereotypes commonly associated with women’s roles. In this revolutionary novel gender equality leads to an absence of wars and to an anarchist and self - governed organisation of society. Furthermore, with Planet of Exile (1966) the author sheds light on the portrait of a femininity which – without imposing itself as a dominant factor –characterises itself as a catalyst of events, through a passive and hidden manner. In The Dispossessed (1974) the opposition between the rivalry civilisations of Anarres and Urras allows Le Guin to examine in depth the crucial concepts of otherness and intercultural mediation in light of the political dimensions of anarchism, capitalism and the revolutionary push of societies. Finally, in Always Coming Home (1985) Le Guin’s anthropological and ethnographic interest reaches its peak with the complete historical and cultural reconstruction of a utopic society. The limited and relative points of views, the otherness, the comprehension of cultural differences, the power of womanhood, the imagination’s experiments, the ambiguous yet crucial amalgamations of opposites: these are, probably, the main elements of a extremely rich and open – ended literary corpus.
2022
Ursula Le Guin's science - fictional utopia: feminism and otherness in the mediation between worlds
L'ampio patrimonio letterario che fa capo alla scrittrice statunitense Ursula Le Guin (1929 - 2018) permette di ricostruire con chiarezza la perdurante connessione che si intreccia tra la dimensione dell'alterità e lo sguardo femminile; consente di osservare, cioè, in quale modalità complesse "voci di donne" abbiano influito nella mediazione tra culture e mondi differenti, se non persino contrapposti. Attraverso il linguaggio utopistico, del quale l'autrice si serve per trasmettere una precisa visione antropologica, Le Guin approfondisce dunque i temi del femminismo, del contatto tra società aliene e del dialogo interculturale. In particolare, con The Left Hand of Darkness (1969) l’autrice esplora le potenzialità e i limiti di un mondo che, in quanto scevro da biologiche distinzioni di genere, mette in discussione gli assunti tradizionalmente associati alla sfera femminile; si tratta di un’opera rivoluzionaria che alla profonda e più radicale eguaglianza tra uomo e donna fa conseguire risultati quali, innanzitutto, l’assenza di guerre (in linea con il sentimento pacifista di Le Guin) e di potere costituito (tratteggiando dunque i contorni di una società anarchica e autogestita), nonché – più in generale - lo sviluppo di una mentalità collettiva libera da preconcetti riguardanti i ruoli sessuali e di genere. Con Planet of Exile (1966), inoltre, l’autrice getta luce – tramite il personaggio protagonista di Rolery – sul ritratto di una femminilità che, pur senza imporsi quale “voce dominante” all’interno della vicenda narrata, e anzi assumendo un ruolo perlopiù passivo e nascosto, si caratterizza tuttavia come autentica catalizzatrice degli eventi, in sapiente equilibrio rispetto agli opposti taoisti dell’azione e della non – azione. In The Dispossessed (1974), inoltre, l’opposizione tra le civiltà rivali di Anarres e Urras permette all’autrice di approfondire i concetti cruciali di alterità e mediazione interculturale alla luce delle dimensioni politiche dell’anarchismo, del capitalismo e della spinta rivoluzionaria delle società. Infine, il profondo interesse antropologico ed etnografico di Le Guin raggiunge il culmine nell’opera Always Coming Home (1985), che restituisce la complessità e insieme il fascino della piena ricostruzione storica e culturale di una civiltà utopica. La parzialità e la relatività dei punti di vista possibili, l’alterità, la comprensione delle differenze culturali, la potenza della dimensione femminile, gli esperimenti dell’immaginazione, l’amalgama ambiguo e insieme imprescindibile degli opposti: sono questi, forse, i punti più salienti di un panorama letterario estremamente ricco e aperto a molteplici interpretazioni.
Utopia
Femminismo
Alterità
Mediazione
Fantascienza
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/42788