La tesi si concentra sulla sociologia politica di Émile Durkheim e in particolare sull'intreccio con la tematica delle rappresentazioni collettive. L'elemento morale dei costumi e delle opinioni è infatti il cuore della modernità politica. Nel primo capitolo viene chiarito il concetto di rappresentazioni collettive, per poi applicarlo alla concettualità politica moderna (in particolare alla nozione di individuo) per il tramite della riflessione sulla religione. Emerge la possibilità di pensare una religione specificamente moderna, nella forma del "culto dell'individuo". Nel secondo capitolo viene mostrato come le rappresentazioni collettive permettano a Durkheim di pensare il fatto politico al di là del formalismo proprio del giusnaturalismo e delle teorie del contratto sociale. Ci si concentra in particolare sul corso sul "Socialismo" e sulla teoria dello Stato come "organo riflessivo della società" contenuta nelle "Lezioni di sociologia". Nel terzo capitolo si torna riflessivamente sui due gesti della scienza sociale durkheimiana come "scienza dell'opinione", sulla sua costituzione epistemologica e sul rapporto critico con il senso comune. Ci si interroga infine sulla politicità di tale scienza, chiedendoci cioè se e come i suoi risultati teorici abbiano un'influenza sull'opinione collettiva.
Il governo delle rappresentazioni. Religione moderna, riflessività e scienza dell’opinione in Durkheim
PIGNATTI MORANO DI CUSTOZA, GIULIO
2022/2023
Abstract
La tesi si concentra sulla sociologia politica di Émile Durkheim e in particolare sull'intreccio con la tematica delle rappresentazioni collettive. L'elemento morale dei costumi e delle opinioni è infatti il cuore della modernità politica. Nel primo capitolo viene chiarito il concetto di rappresentazioni collettive, per poi applicarlo alla concettualità politica moderna (in particolare alla nozione di individuo) per il tramite della riflessione sulla religione. Emerge la possibilità di pensare una religione specificamente moderna, nella forma del "culto dell'individuo". Nel secondo capitolo viene mostrato come le rappresentazioni collettive permettano a Durkheim di pensare il fatto politico al di là del formalismo proprio del giusnaturalismo e delle teorie del contratto sociale. Ci si concentra in particolare sul corso sul "Socialismo" e sulla teoria dello Stato come "organo riflessivo della società" contenuta nelle "Lezioni di sociologia". Nel terzo capitolo si torna riflessivamente sui due gesti della scienza sociale durkheimiana come "scienza dell'opinione", sulla sua costituzione epistemologica e sul rapporto critico con il senso comune. Ci si interroga infine sulla politicità di tale scienza, chiedendoci cioè se e come i suoi risultati teorici abbiano un'influenza sull'opinione collettiva.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/43695