Presupposti dello studio: La robotica in campo riabilitativo e assistivo, in particolare l’esoscheletro, ha un utilizzo sempre più diffuso. Numerosi studi ne hanno dimostrato l’efficacia grazie alle possibilità che questa tecnologia fornisce come, ad esempio, l’aumento crescente dell’intensità degli esercizi, il numero elevato di ripetizioni, etc. Non esiste ad oggi un protocollo standard di trattamento, dettato anche dalla necessità di adattare il robot alle caratteristiche del singolo paziente. Questa adattabilità è però un obiettivo non ancora raggiunto. Risulta quindi importante identificare i fattori che determinano l’interazione uomo-macchina. Nella letteratura si riscontra maggior interesse verso il lato fisico dell’interazione, come l’impostazione dei parametri robotici (velocità, resistenza, etc) e frequenza della terapia, ma non viene data sufficiente importanza al lato cognitivo e psicologico. Un parametro di particolare interesse è l’embodiment: sensazione dell’utente che lo strumento sia parte del proprio corpo. Sembra, infatti, che avere un dispositivo “embodied” possa facilitare il processo di apprendimento, migliorare la prestazione, la sicurezza e, possibilmente, promuovere di conseguenza l’efficacia della terapia riabilitativa. Scopo dello studio: Lo scopo del presente studio è quello di indagare le relazioni che intercorrono tra i fattori che, secondo la letteratura, determinano un miglior embodiment dell’esoscheletro. Lo scopo finale è quello di proporre un modello teorico che possa guidare nella pratica clinica a identificare pazienti che maggiormente possono beneficiare di un trattamento robotico e di personalizzare il programma riabilitativo robotico basato su specifiche caratteristiche psico affettive e cognitive del partecipante. Materiali e metodi: Questo studio pilota con modello osservazionale trasversale è stato condotto su volontari sani, che non hanno mai avuto esperienza con l’uso di esoscheletro dell’arto inferiore. L’acquisizione dei dati è avvenuta tra gennaio e febbraio 2023 al IAS-lab (Intelligent Autonomous Systems Laboratory) dell’Università degli Studi di Padova. L’esperimento consisteva nella somministrazione di una serie di questionari prima (STAY S + T, CRIq) e dopo (STAY-S, NASA-TLX, AttrakDiff) aver effettuato una prova di cammino, indossando un esoscheletro assistivo (prototipo ALICE, ©INDI Ingénierie et Design, France) per una distanza di circa 100 metri; al fine di valutare i livelli di ansia, riserva cognitiva, carico di lavoro percepito e user experience del soggetto. Al termine si è condotta un’intervista qualitativa per dare modo ai partecipanti di esprimere liberamente la propria opinione. Risultati: Sono stati arruolati 10 soggetti con rapporto M:F di 1:1 ed età media di 24.4 (±2.4) anni. Dalle analisi delle relazioni tra i fattori sono risultati significativi: 1. S2 predice il punteggio totale del NASA-TLX (p = 0.02, est: 2.49); 2. L’ansia di tratto predice lo sforzo percepito (p = 0.02, est: 1.18); 3. La riserva cognitiva si associa negativamente con i punteggi della qualità pragmatica (p = 0.02, est: -0.04); 4. C’è una correlazione negativa tra frustrazione e qualità edonica di stimolazione (p = 0.03, est: -0.67). Conclusioni: Il nostro studio evidenzia la presenza di relazioni tra i fattori, che secondo la letteratura, determinano l’embodiment. Da questi risultati preliminari possiamo solo affermare che ci siano delle relazioni tra i fattori considerati ma la precisa natura di queste deve essere ulteriormente investigata, in popolazioni più ampie (ad esempio anziani o pazienti). Si confida che studi futuri possano identificare l’influenza di tali fattori sull’embodiment e gli interventi da eseguire su questi per migliorare l’efficacia della terapia riabilitativa robotica.
Impatto dei fattori psicoaffettivi e cognitivi nella accettazione e facilità di utilizzo di un dispositivo robotico assistivo per il cammino
NEGRI, LILIANA
2022/2023
Abstract
Presupposti dello studio: La robotica in campo riabilitativo e assistivo, in particolare l’esoscheletro, ha un utilizzo sempre più diffuso. Numerosi studi ne hanno dimostrato l’efficacia grazie alle possibilità che questa tecnologia fornisce come, ad esempio, l’aumento crescente dell’intensità degli esercizi, il numero elevato di ripetizioni, etc. Non esiste ad oggi un protocollo standard di trattamento, dettato anche dalla necessità di adattare il robot alle caratteristiche del singolo paziente. Questa adattabilità è però un obiettivo non ancora raggiunto. Risulta quindi importante identificare i fattori che determinano l’interazione uomo-macchina. Nella letteratura si riscontra maggior interesse verso il lato fisico dell’interazione, come l’impostazione dei parametri robotici (velocità, resistenza, etc) e frequenza della terapia, ma non viene data sufficiente importanza al lato cognitivo e psicologico. Un parametro di particolare interesse è l’embodiment: sensazione dell’utente che lo strumento sia parte del proprio corpo. Sembra, infatti, che avere un dispositivo “embodied” possa facilitare il processo di apprendimento, migliorare la prestazione, la sicurezza e, possibilmente, promuovere di conseguenza l’efficacia della terapia riabilitativa. Scopo dello studio: Lo scopo del presente studio è quello di indagare le relazioni che intercorrono tra i fattori che, secondo la letteratura, determinano un miglior embodiment dell’esoscheletro. Lo scopo finale è quello di proporre un modello teorico che possa guidare nella pratica clinica a identificare pazienti che maggiormente possono beneficiare di un trattamento robotico e di personalizzare il programma riabilitativo robotico basato su specifiche caratteristiche psico affettive e cognitive del partecipante. Materiali e metodi: Questo studio pilota con modello osservazionale trasversale è stato condotto su volontari sani, che non hanno mai avuto esperienza con l’uso di esoscheletro dell’arto inferiore. L’acquisizione dei dati è avvenuta tra gennaio e febbraio 2023 al IAS-lab (Intelligent Autonomous Systems Laboratory) dell’Università degli Studi di Padova. L’esperimento consisteva nella somministrazione di una serie di questionari prima (STAY S + T, CRIq) e dopo (STAY-S, NASA-TLX, AttrakDiff) aver effettuato una prova di cammino, indossando un esoscheletro assistivo (prototipo ALICE, ©INDI Ingénierie et Design, France) per una distanza di circa 100 metri; al fine di valutare i livelli di ansia, riserva cognitiva, carico di lavoro percepito e user experience del soggetto. Al termine si è condotta un’intervista qualitativa per dare modo ai partecipanti di esprimere liberamente la propria opinione. Risultati: Sono stati arruolati 10 soggetti con rapporto M:F di 1:1 ed età media di 24.4 (±2.4) anni. Dalle analisi delle relazioni tra i fattori sono risultati significativi: 1. S2 predice il punteggio totale del NASA-TLX (p = 0.02, est: 2.49); 2. L’ansia di tratto predice lo sforzo percepito (p = 0.02, est: 1.18); 3. La riserva cognitiva si associa negativamente con i punteggi della qualità pragmatica (p = 0.02, est: -0.04); 4. C’è una correlazione negativa tra frustrazione e qualità edonica di stimolazione (p = 0.03, est: -0.67). Conclusioni: Il nostro studio evidenzia la presenza di relazioni tra i fattori, che secondo la letteratura, determinano l’embodiment. Da questi risultati preliminari possiamo solo affermare che ci siano delle relazioni tra i fattori considerati ma la precisa natura di queste deve essere ulteriormente investigata, in popolazioni più ampie (ad esempio anziani o pazienti). Si confida che studi futuri possano identificare l’influenza di tali fattori sull’embodiment e gli interventi da eseguire su questi per migliorare l’efficacia della terapia riabilitativa robotica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/43864