Conseguentemente ai sempre più diffusi flussi migratori e del fenomeno di islamofobia crescente nelle società occidentali, l’obbiettivo del mio elaborato è quello di dimostrare che la religione islamica e i paesi arabo-musulmani tutelino e promuovano i diritti umani e, soprattutto, i diritti della donna. Attraverso il processo di internazionalizzazione dei diritti umani iniziato nel secondo dopo guerra in Occidente, anche nei paesi musulmani nasce un movimento di promozione di questi, nonostante alcuni governi credano che non possano essere compatibili con la Sharia, la legge islamica. Grazie alle pressioni esercitate da organizzazioni internazionali, a qualche anno di distanza, si giunge alla ratificazione di nuove carte che tutelano i diritti umani, trovando un compromesso con quelle che sono le regole dettate nella legge coranica. Questo ha costituito un primo grande fondamentale passo in quello che è il processo di miglioramento della condizione delle donne. Infatti, contrariamente a ciò che si pensa, non è la religione islamica a porre le donne in una posizione nettamente inferiore a quella degli uomini. Il testo sacro promuove esplicitamente l’assoluta parità tra generi. Ciò che invece ha sempre costituito un ostacolo per le donne, in tutto il mondo, sono stati i secoli di mentalità patriarcale e di retaggio culturale. L’islam ha dato alle donne il diritto di lavorare, di studiare, di sposare liberamente, di divorziare e di partecipare attivamente alla vita politica del paese. Ho voluto dimostrare, prendendo come soggetto di caso di studio la storia del Regno del Marocco che, attraverso politiche integraliste e un’interpretazione accurata del testo sacro, la donna musulmana può vivere in armonia e serenità, godendo di tutti i diritti che le sono stati donati da Allah. Il Marocco è quindi entrato nel palcoscenico mondiale come uno dei paesi più progressisti del mondo arabo, soprattutto in seguito all’insediamento al trono dell’attuale re, Mohammed VI, che sin da subito dichiarò il suo interesse per la promozione dell’uguaglianza uomo-donna. Tuttavia, tutti questi cambiamenti non sarebbero stati possibili senza il grande impegno delle donne, che, partecipando e organizzando manifestazioni pubbliche, come nel caso della primavera araba che ha interessato il nord-africa nel 2011, ha portato a redazioni di nuove costituzioni più inclusive. Il femminismo islamico ha fornito, infine, alle donne la possibilità di conciliare la propria fede con il proprio essere femminista; richiedendo giustizia e pari opportunità, chiedendo alle società di non essere punite per la mera ragione di essere donne.
Il femminismo islamico e i diritti delle donne: uno sguardo al Marocco
MOUAID, MANAL
2022/2023
Abstract
Conseguentemente ai sempre più diffusi flussi migratori e del fenomeno di islamofobia crescente nelle società occidentali, l’obbiettivo del mio elaborato è quello di dimostrare che la religione islamica e i paesi arabo-musulmani tutelino e promuovano i diritti umani e, soprattutto, i diritti della donna. Attraverso il processo di internazionalizzazione dei diritti umani iniziato nel secondo dopo guerra in Occidente, anche nei paesi musulmani nasce un movimento di promozione di questi, nonostante alcuni governi credano che non possano essere compatibili con la Sharia, la legge islamica. Grazie alle pressioni esercitate da organizzazioni internazionali, a qualche anno di distanza, si giunge alla ratificazione di nuove carte che tutelano i diritti umani, trovando un compromesso con quelle che sono le regole dettate nella legge coranica. Questo ha costituito un primo grande fondamentale passo in quello che è il processo di miglioramento della condizione delle donne. Infatti, contrariamente a ciò che si pensa, non è la religione islamica a porre le donne in una posizione nettamente inferiore a quella degli uomini. Il testo sacro promuove esplicitamente l’assoluta parità tra generi. Ciò che invece ha sempre costituito un ostacolo per le donne, in tutto il mondo, sono stati i secoli di mentalità patriarcale e di retaggio culturale. L’islam ha dato alle donne il diritto di lavorare, di studiare, di sposare liberamente, di divorziare e di partecipare attivamente alla vita politica del paese. Ho voluto dimostrare, prendendo come soggetto di caso di studio la storia del Regno del Marocco che, attraverso politiche integraliste e un’interpretazione accurata del testo sacro, la donna musulmana può vivere in armonia e serenità, godendo di tutti i diritti che le sono stati donati da Allah. Il Marocco è quindi entrato nel palcoscenico mondiale come uno dei paesi più progressisti del mondo arabo, soprattutto in seguito all’insediamento al trono dell’attuale re, Mohammed VI, che sin da subito dichiarò il suo interesse per la promozione dell’uguaglianza uomo-donna. Tuttavia, tutti questi cambiamenti non sarebbero stati possibili senza il grande impegno delle donne, che, partecipando e organizzando manifestazioni pubbliche, come nel caso della primavera araba che ha interessato il nord-africa nel 2011, ha portato a redazioni di nuove costituzioni più inclusive. Il femminismo islamico ha fornito, infine, alle donne la possibilità di conciliare la propria fede con il proprio essere femminista; richiedendo giustizia e pari opportunità, chiedendo alle società di non essere punite per la mera ragione di essere donne.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/44330