Pandemia da covid-19 e diritto alla salute: il caso dei paesi in via di sviluppo.

La pandemia di Covid-19 è stata un fenomeno di entità globale, il quale ha mischiato le carte in gioco per quanto riguarda gli equilibri politici, sociali ed economici del mondo. In particolare, per le Nazioni Unite è stata, ed è ancora in parte, un’ardua sfida da affrontare. Si menzionano 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, i quali hanno l’obiettivo di migliorare la qualità della vita, promuovendo il benessere della popolazione di ogni età ed etnia. In questo elaborato, in prima analisi, si confronterà l’operato politico delle Nazioni più colpite dalla situazione pandemica su scala globale, costruendo un pensiero critico riguardo la convivenza tra il conseguimento degli obiettivi precedentemente citati e la lotta alla pandemia, analizzando le difficoltà e le disparità createsi in questo periodo d’emergenza. Nello specifico, si andrà a valutare il carattere comune che caratterizza questi due aspetti, ovvero il tasso di mortalità, il quale, sin dalle prime fasi del contagio, ha subito un incremento vertiginoso in molte aree del globo. Durante l’emergenza sanitaria, i vaccini hanno avuto un ruolo centrale alla lotta al virus, subendo uno sviluppo rapidissimo per assicurare un’opposizione efficace al contagio. Perciò, solo una ristretta cerchia di Stati hanno avuto i mezzi per produrli, con la collaborazione però di tantissime Nazioni. L’effetto negativo di questo metodo di sviluppo è la disponibilità ristretta a pochi Stati, creando di conseguenza una fascia elitaria, risultando in una disomogenea distribuzione dei vaccini per la popolazione mondiale.