Il 18 luglio 1936 i generali spagnoli nazionalisti insorsero giustificando il loro operato affermando che il loro compito era quello di salvare la Spagna dal naufragio storico e dalla rivoluzione comunista e anarchica che minacciava la religione cattolica e la legalità. D’altra parte, i lealisti repubblicani condannarono il golpe e dichiararono nemici dello Stato i generali, preparandosi al conflitto e alla difesa della Repubblica. Se questo fosse avvenuto prima del 1917 probabilmente, si sarebbe trasformato in un conflitto regionale dalla portata mediatica ristretta e da connotazioni geografiche prettamente nazionali. Ma la Rivoluzione Russa aveva dato concretezza alle idee marxiste, liberando uno spettro capace di terrorizzare le classi agiate di tutta Europa. Contemporaneamente, il progresso tecnologico industriale e scientifico dovuto al Primo Conflitto bellico aveva permesso ai mezzi della propaganda di svilupparsi, permettendo alle parole e alle azioni di avere un'eco capace di lambire le coste di ogni continente. Date queste nuove caratteristiche, il conflitto spagnolo non può ascriversi alle tipiche Guerre Carliste dell’Ottocento spagnolo e, allo stesso modo, per quanto esso venga dichiarato come un preludio alla Seconda Guerra Mondiale, non mostra alcuni dei tratti peculiari dei conflitti del primo Novecento. L’obbiettivo di questo studio è mostrare come il messaggio propagandistico di entrambi i fronti si mosse nel tentativo di giustificare la propria guerra, sposando immagini e slogan che spesso si trovarono in conflitto con la realtà dei fatti. L’attenzione di questo scritto nel primo capitolo si focalizza sul piano storico, cercando di enunciare in modo esaustivo le cause, il processo e le conseguenze di questo conflitto, con attenta esposizione dei primi trent’anni del Novecento spagnolo. Con maggiore dovizia di particolari nel secondo ci si concentra sulle opere, sulle voci e le fonti che dalla Guerra Civile presero vita: la propaganda. Partendo da una ricerca prettamente bibliografica vengono analizzati manifesti, discorsi e fotografie, titoli di giornali e tecniche di ripresa. In particolare, ci si concentra sul conflitto: prima fisico, combattuto a colpi di fucile e con l’innovativo impiego dell’arma aerea come strumento di terrore, poi nei paragrafi a seguire, dal punto di vista propagandistico, con la descrizione di mezzi e scelte artistiche portate avanti da tutti i contendenti, non solo nazionalisti e lealisti spagnoli, ma anche da parte dei paesi terzi che intervennero nel conflitto. Nel terzo capitolo, con attenta analisi al reale, al non detto, a ciò che si celava dietro al messaggio, viene mostrata la fallacità del fenomeno propagandistico. L’inganno e il successivo fallimento a cui entrambe le ideologie, quella repubblicana prima e quella nazionalista dopo, incorserò. Nel caso repubblicano la fallacia avvenne nella mancata emancipazione dai temi della rivoluzione proletaria e quindi nella perdita di sostegno da parte delle borghesie nazionali ed estere. Nel caso nazionalista, a sancire la fine del Franchismo si rivelerà essere la mancanza di attrattiva di fronte alla schiacciante vittoria economica di un sistema liberista che svuotò di ogni senso un’etica fondata sul militarismo e la frugalità.

La Guerra Civile Spagnola: Un conflitto dell'Età Moderna, all'interno di un mondo contemporaneo

SQUIZZATO, GIUSEPPE
2022/2023

Abstract

Il 18 luglio 1936 i generali spagnoli nazionalisti insorsero giustificando il loro operato affermando che il loro compito era quello di salvare la Spagna dal naufragio storico e dalla rivoluzione comunista e anarchica che minacciava la religione cattolica e la legalità. D’altra parte, i lealisti repubblicani condannarono il golpe e dichiararono nemici dello Stato i generali, preparandosi al conflitto e alla difesa della Repubblica. Se questo fosse avvenuto prima del 1917 probabilmente, si sarebbe trasformato in un conflitto regionale dalla portata mediatica ristretta e da connotazioni geografiche prettamente nazionali. Ma la Rivoluzione Russa aveva dato concretezza alle idee marxiste, liberando uno spettro capace di terrorizzare le classi agiate di tutta Europa. Contemporaneamente, il progresso tecnologico industriale e scientifico dovuto al Primo Conflitto bellico aveva permesso ai mezzi della propaganda di svilupparsi, permettendo alle parole e alle azioni di avere un'eco capace di lambire le coste di ogni continente. Date queste nuove caratteristiche, il conflitto spagnolo non può ascriversi alle tipiche Guerre Carliste dell’Ottocento spagnolo e, allo stesso modo, per quanto esso venga dichiarato come un preludio alla Seconda Guerra Mondiale, non mostra alcuni dei tratti peculiari dei conflitti del primo Novecento. L’obbiettivo di questo studio è mostrare come il messaggio propagandistico di entrambi i fronti si mosse nel tentativo di giustificare la propria guerra, sposando immagini e slogan che spesso si trovarono in conflitto con la realtà dei fatti. L’attenzione di questo scritto nel primo capitolo si focalizza sul piano storico, cercando di enunciare in modo esaustivo le cause, il processo e le conseguenze di questo conflitto, con attenta esposizione dei primi trent’anni del Novecento spagnolo. Con maggiore dovizia di particolari nel secondo ci si concentra sulle opere, sulle voci e le fonti che dalla Guerra Civile presero vita: la propaganda. Partendo da una ricerca prettamente bibliografica vengono analizzati manifesti, discorsi e fotografie, titoli di giornali e tecniche di ripresa. In particolare, ci si concentra sul conflitto: prima fisico, combattuto a colpi di fucile e con l’innovativo impiego dell’arma aerea come strumento di terrore, poi nei paragrafi a seguire, dal punto di vista propagandistico, con la descrizione di mezzi e scelte artistiche portate avanti da tutti i contendenti, non solo nazionalisti e lealisti spagnoli, ma anche da parte dei paesi terzi che intervennero nel conflitto. Nel terzo capitolo, con attenta analisi al reale, al non detto, a ciò che si celava dietro al messaggio, viene mostrata la fallacità del fenomeno propagandistico. L’inganno e il successivo fallimento a cui entrambe le ideologie, quella repubblicana prima e quella nazionalista dopo, incorserò. Nel caso repubblicano la fallacia avvenne nella mancata emancipazione dai temi della rivoluzione proletaria e quindi nella perdita di sostegno da parte delle borghesie nazionali ed estere. Nel caso nazionalista, a sancire la fine del Franchismo si rivelerà essere la mancanza di attrattiva di fronte alla schiacciante vittoria economica di un sistema liberista che svuotò di ogni senso un’etica fondata sul militarismo e la frugalità.
2022
The Spanish Civil War: A Modern Age conflict in a a contemporary world
Spagna
Guerra
Carlismo
Franchismo
Socialismo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/44901