Tutela del lavoratore dai rischi psicosociali: il mobbing

Negli ultimi decenni si sono susseguiti vari cambiamenti che hanno provocato importanti trasformazioni nel mondo del lavoro, tali da determinare impatti negativi sui rischi che possono colpire i lavoratori. L’attenzione si è spostata nel corso del tempo dai rischi fisici, riguardanti la salute e sicurezza nel luogo di lavoro, verso i rischi di natura psicosociale, che provocano il sorgere di vari fenomeni. Tra questi particolare attenzione merita il mobbing, inteso come l’insieme delle condotte sistematiche e protratte nel tempo, finalizzate all’emarginazione del lavoratore, con conseguenti lesioni del soggetto. 
Il presente lavoro ha l’obiettivo di fornire una panoramica completa ed esaustiva del fenomeno del mobbing, con particolare attenzione all’assenza di una normativa, e quindi alla mancanza del reato di mobbing nel nostro ordinamento soprattutto dal punto di vista penalistico. Dopo alcune considerazioni generali e definitorie, si procede all’analisi della responsabilità che deriva dalla tenuta di questi comportamenti, al tipo di danno che viene provocato, alla sua risarcibilità. Ci si dirige poi verso la trattazione di varie fattispecie di reati nei quali per lungo tempo sono stati ricondotti i comportamenti del mobbing, con interesse particolare ai maltrattamenti in famiglia e agli atti persecutori. 
L’assenza di una disciplina unitaria e completa del mobbing è di certo una lacuna importante presente all’interno del nostro ordinamento. Necessita di un’attenzione particolare proprio per la sua diffusione nelle varie realtà aziendali e a seguito delle manifestazione di nuove forme di lavoro. Sarà necessario individuare quelli che sono gli strumenti di prevenzione utilizzati nel corso del tempo, le eventuali compensazioni alle lacune normative e le proposte di legge che sono state presentate.