L'infanzia ha vissuto enormi cambiamenti nel passato, dimostrando sempre una netta differenziazione nell'educazione di bambine e bambini, in linea con le rappresentazioni stereotipate delle funzioni sociali di uomo e donna nella società di un preciso luogo e tempo. La condizione infantile oggi gode di grande rilevanza e sono molte le azioni che si svolgono per proteggerne i diritti: tra le più importanti vi sono gli obiettivi definiti dall'ONU nell'Agenda 2030. In particolare questa tesi è ispirata all'obiettivo di gender equality e vuole indagare la presenza di stereotipi di genere durante l'infanzia e la percezione delle persone in riferimento al proprio vissuto personale attraverso un'indagine telematica. In un contesto che offre una varietà sempre maggiore di strumenti e contenuti adatti all'infanzia e con un sistema scolastico che accompagna fino all'età adulta, diventa fondamentale il ruolo degli educatori nell'impegno a ridurre le disparità di genere e a creare una cultura di rispetto dell'individuo in quanto tale, delle sue emozioni e delle sue ambizioni considerando che i sistemi formativi possono e hanno il dovere di cambiare la società del domani in un'ottica sempre più inclusiva. Nello specifico l'elaborato prodotto introduce il lettore al tema scelto attraverso una narrazione storiografica delle condizioni dei bambini, vengono poi definiti la domanda di ricerca e il suo sviluppo ed infine si illustrano i risultati. Nella società in cui viviamo oggi esiste ancora una rappresentazione fin troppo semplicistica degli individui che stabilisce quali siano le peculiarità caratteriali e professionali che si dovrebbero presentare e ritenendo "sbagliate" quelle che non rientrano nei canoni prestabiliti, questo basandosi sul genere sessuale biologico. In particolare la situazione femminile vive, oggi come in passato anche se in modi distinti, un trattamento di sfavore sia nell'immagine limitante che la società propone di lei, sia nelle opportunità di cui può fruire in ogni fase della sua vita. Se la presenza di stereotipi di genere in Italia è innegabile, non tutti ne hanno la stessa percezione e consapevolezza. In questo contesto si indaga quale sia la percezione che gli adulti hanno del tema rispetto all'infanzia e si vuole sottolineare l'importanza di mettere in pratica anche a scuola attività specifiche per costruire l'idea che ogni individuo sia unico e meriti rispetto anche se decide di uscire dai canoni imposti da uno storico tradizionalismo che non rispecchia più la nostra società. A sostegno delle idee proposte vi sono le opere dei maggiori autori che si sono occupati di storiografia infantile e della condizione delle bambine nelle diverse epoche. In particolare i contributi di Becchi sono risultati illuminanti nell'indagare minuziosamente il punto di vista dell'infante e il lavoro di Ulivieri dà voce a tutte le bambine che non hanno mai potuto farsi ascoltare. La piena comprensione della necessità di raggiungere la parità di genere in ogni aspetto della vita, in particolar modo per i bambini, la si incontra studiando la legislazione che coinvolge l'infanzia e l'adolescenza: dalla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza alle Indicazioni Nazionali per il Curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione si vuole garantire ai bambini e alle bambine il futuro che essi desiderano. Lo studio della bibliografia e delle normative nazionali ed internazionali crea la struttura portante dell'elaborato finale insieme ad un'attenta applicazione dei costrutti di ricerca qualitativa e quantitativa proposti da Silverman (2002) che ha permesso l'intera costruzione degli strumenti adatti all'analisi proposta. I dati raccolti hanno dimostrato la necessità di creare nuovi percorsi di sensibilizzazione degli adulti e di attività adatte agli alunni per raggiungere l'obiettivo di gender equality.

Il rosa non è da femmine, il blu non è da maschi. Indagine sugli stereotipi di genere nell'educazione

BOVOLATO, GIORGIA
2022/2023

Abstract

L'infanzia ha vissuto enormi cambiamenti nel passato, dimostrando sempre una netta differenziazione nell'educazione di bambine e bambini, in linea con le rappresentazioni stereotipate delle funzioni sociali di uomo e donna nella società di un preciso luogo e tempo. La condizione infantile oggi gode di grande rilevanza e sono molte le azioni che si svolgono per proteggerne i diritti: tra le più importanti vi sono gli obiettivi definiti dall'ONU nell'Agenda 2030. In particolare questa tesi è ispirata all'obiettivo di gender equality e vuole indagare la presenza di stereotipi di genere durante l'infanzia e la percezione delle persone in riferimento al proprio vissuto personale attraverso un'indagine telematica. In un contesto che offre una varietà sempre maggiore di strumenti e contenuti adatti all'infanzia e con un sistema scolastico che accompagna fino all'età adulta, diventa fondamentale il ruolo degli educatori nell'impegno a ridurre le disparità di genere e a creare una cultura di rispetto dell'individuo in quanto tale, delle sue emozioni e delle sue ambizioni considerando che i sistemi formativi possono e hanno il dovere di cambiare la società del domani in un'ottica sempre più inclusiva. Nello specifico l'elaborato prodotto introduce il lettore al tema scelto attraverso una narrazione storiografica delle condizioni dei bambini, vengono poi definiti la domanda di ricerca e il suo sviluppo ed infine si illustrano i risultati. Nella società in cui viviamo oggi esiste ancora una rappresentazione fin troppo semplicistica degli individui che stabilisce quali siano le peculiarità caratteriali e professionali che si dovrebbero presentare e ritenendo "sbagliate" quelle che non rientrano nei canoni prestabiliti, questo basandosi sul genere sessuale biologico. In particolare la situazione femminile vive, oggi come in passato anche se in modi distinti, un trattamento di sfavore sia nell'immagine limitante che la società propone di lei, sia nelle opportunità di cui può fruire in ogni fase della sua vita. Se la presenza di stereotipi di genere in Italia è innegabile, non tutti ne hanno la stessa percezione e consapevolezza. In questo contesto si indaga quale sia la percezione che gli adulti hanno del tema rispetto all'infanzia e si vuole sottolineare l'importanza di mettere in pratica anche a scuola attività specifiche per costruire l'idea che ogni individuo sia unico e meriti rispetto anche se decide di uscire dai canoni imposti da uno storico tradizionalismo che non rispecchia più la nostra società. A sostegno delle idee proposte vi sono le opere dei maggiori autori che si sono occupati di storiografia infantile e della condizione delle bambine nelle diverse epoche. In particolare i contributi di Becchi sono risultati illuminanti nell'indagare minuziosamente il punto di vista dell'infante e il lavoro di Ulivieri dà voce a tutte le bambine che non hanno mai potuto farsi ascoltare. La piena comprensione della necessità di raggiungere la parità di genere in ogni aspetto della vita, in particolar modo per i bambini, la si incontra studiando la legislazione che coinvolge l'infanzia e l'adolescenza: dalla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza alle Indicazioni Nazionali per il Curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione si vuole garantire ai bambini e alle bambine il futuro che essi desiderano. Lo studio della bibliografia e delle normative nazionali ed internazionali crea la struttura portante dell'elaborato finale insieme ad un'attenta applicazione dei costrutti di ricerca qualitativa e quantitativa proposti da Silverman (2002) che ha permesso l'intera costruzione degli strumenti adatti all'analisi proposta. I dati raccolti hanno dimostrato la necessità di creare nuovi percorsi di sensibilizzazione degli adulti e di attività adatte agli alunni per raggiungere l'obiettivo di gender equality.
2022
Pink is not for girls, blue is not for boys. Investigation of gender stereotypes in education
Stereotipi di genere
Educazione
Infanzia
Storia dell'infanzia
Indagine
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/45081