Introduzione: negli ultimi anni, si è osservato un incremento della domanda di cura con conseguente aumento degli accessi che rischiano di sovraffollare e sovraccaricare le Unità di Emergenza e Urgenza del territorio italiano. Tra i numerosi accessi effettuati troviamo anche quelli non urgenti, ovvero codici minori, bianchi e verdi, tra i quali si evidenzia un uso scorretto del Pronto Soccorso: infatti, un alto numero di cittadini si reca presso l’unità operativa per usufruire di prestazioni in regime di non emergenza per le quali potrebbero rivolgersi ai servizi territoriali di zona o il proprio Medico di Medicina Generale. Materiale e metodi: le cause di accessi non urgenti sono molteplici e multifattoriali, per questo si è deciso di effettuare uno studio presso un Pronto Soccorso dell’AULSS 7 Pedemontana, somministrando un questionario per indagare le conoscenze dei servizi territoriali e le motivazioni che orientano verso il servizio gli utenti con codice bianco e verde. Risultati: dall’analisi delle risposte ottenute è stato evidenziato che la maggior parte degli utenti che accede con codici minori sono stati influenzati da un’ampia serie di condizioni motivazionali, come la considerazione che il Pronto Soccorso abbia più strumenti per risolvere il loro problema o la fiducia nell’ospedale, e socioculturali come la percezione di emergenza correlata al proprio stato di salute, la presenza di una o nessuna patologia cronica, il tempo intercorso tra l’insorgenza del sintomo e l’accesso e le modalità di decisione. Inoltre, viene evidenziata la poca conoscenza che ha la popolazione sui servizi territoriali e sulle figure professionali presenti. Tutti questi fattori orientano le decisioni e influenzano il percorso di cura scelto dall’utente stesso. Conclusione: la maggior parte degli accessi non urgenti potrebbe essere reindirizzato verso servizi territoriali, i quali potrebbero prendere in carico l’utente e proporgli adeguati percorsi terapeutici individualizzati. Tra i servizi territoriali, che svolgerebbero un ruolo cruciale nella prevenzione di questi accessi impropri, troviamo le Cure Primarie, le Case e gli Ospedali di Comunità, questi ultimi introdotti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Un ruolo importante è anche quello svolto dall’Infermiere di Famiglia/Comunità, dall’Infermiere Case/Care Manager e dall’Ambulatorio Infermieristico, i quali garantiscono la continuità assistenziale, l’assistenza primaria e l’integrazione con gli altri servizi presenti sul territorio. Inoltre, la figura dell’infermiere gioca un ruolo fondamentale nell’educazione del paziente all’utilizzo corretto dei servizi sanitari, nonché nella prevenzione e riduzione degli accessi non urgenti presso le unità di emergenza e urgenza in collaborazione con il Medico di Medicina Generale.

Il problema del sovraffollamento e degli accessi non urgenti al Pronto Soccorso: studio osservazionale descrittivo.

DALLA VIA, CHIARA
2021/2022

Abstract

Introduzione: negli ultimi anni, si è osservato un incremento della domanda di cura con conseguente aumento degli accessi che rischiano di sovraffollare e sovraccaricare le Unità di Emergenza e Urgenza del territorio italiano. Tra i numerosi accessi effettuati troviamo anche quelli non urgenti, ovvero codici minori, bianchi e verdi, tra i quali si evidenzia un uso scorretto del Pronto Soccorso: infatti, un alto numero di cittadini si reca presso l’unità operativa per usufruire di prestazioni in regime di non emergenza per le quali potrebbero rivolgersi ai servizi territoriali di zona o il proprio Medico di Medicina Generale. Materiale e metodi: le cause di accessi non urgenti sono molteplici e multifattoriali, per questo si è deciso di effettuare uno studio presso un Pronto Soccorso dell’AULSS 7 Pedemontana, somministrando un questionario per indagare le conoscenze dei servizi territoriali e le motivazioni che orientano verso il servizio gli utenti con codice bianco e verde. Risultati: dall’analisi delle risposte ottenute è stato evidenziato che la maggior parte degli utenti che accede con codici minori sono stati influenzati da un’ampia serie di condizioni motivazionali, come la considerazione che il Pronto Soccorso abbia più strumenti per risolvere il loro problema o la fiducia nell’ospedale, e socioculturali come la percezione di emergenza correlata al proprio stato di salute, la presenza di una o nessuna patologia cronica, il tempo intercorso tra l’insorgenza del sintomo e l’accesso e le modalità di decisione. Inoltre, viene evidenziata la poca conoscenza che ha la popolazione sui servizi territoriali e sulle figure professionali presenti. Tutti questi fattori orientano le decisioni e influenzano il percorso di cura scelto dall’utente stesso. Conclusione: la maggior parte degli accessi non urgenti potrebbe essere reindirizzato verso servizi territoriali, i quali potrebbero prendere in carico l’utente e proporgli adeguati percorsi terapeutici individualizzati. Tra i servizi territoriali, che svolgerebbero un ruolo cruciale nella prevenzione di questi accessi impropri, troviamo le Cure Primarie, le Case e gli Ospedali di Comunità, questi ultimi introdotti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Un ruolo importante è anche quello svolto dall’Infermiere di Famiglia/Comunità, dall’Infermiere Case/Care Manager e dall’Ambulatorio Infermieristico, i quali garantiscono la continuità assistenziale, l’assistenza primaria e l’integrazione con gli altri servizi presenti sul territorio. Inoltre, la figura dell’infermiere gioca un ruolo fondamentale nell’educazione del paziente all’utilizzo corretto dei servizi sanitari, nonché nella prevenzione e riduzione degli accessi non urgenti presso le unità di emergenza e urgenza in collaborazione con il Medico di Medicina Generale.
2021
The problem of overcrowding and non-urgent access to the Emergency Department: descriptive observational study.
Emergency department
Overcrowding
Non-urgent access
Motivation
Redirective
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/45108