I nati morti occupano un posto sempre più importante nell’agenda globale della salute materna e neonatale; la perdita di un bambino ha un profondo impatto su donne, famiglie, comunità e operatori sanitari, su questa condizione sono tuttora diffuse informazioni sbagliate e pregiudizi che portano coloro che l’hanno vissuta a non parlarne e a soffrirne in solitudine. Da questo si deduce come il ruolo dell’infermiere si esprima nel sostenere questi genitori, in quanto coloro che svolgono assistenza devono essere in grado di supportare, recepire i loro sentimenti e fare in modo che si sentano a loro agio per esprimerli. Gli sguardi, le parole e le emozioni di coloro che assistono i famigliari correlate a frasi o atti spiacevoli durante il momento della perdita si fissano nella memoria e possono incidere come rinforzi positivi o negativi sulla personale capacità di coping. Dopo l’evento infausto la madre e il padre devono elaborare il lutto e se non opportunamente supportati in questo delicato e difficile momento fin da subito potrebbero insorgere conseguenze importanti in futuro soprattutto per le madri in quanto generalmente una paziente si sente madre sin da quando scopre di essere incinta. In questo contesto non è importante l’età gestazionale della donna al momento della morte, ma la condizione stessa di maternità. L’infermiere è presente nei momenti immediatamente successivi alla diagnosi di morte ed è in una posizione di vicinanza tale da poter individuare il problema e poter pianificare e attuare interventi che possano aiutare la coppia, ma spesso non è in grado in quanto non è a conoscenza di tutte le azioni da svolgere o per paura del troppo coinvolgimento emotivo
Assistenza infermieristica al lutto perinatale: revisione della letteratura
ZAMPIERON, LAURA
2021/2022
Abstract
I nati morti occupano un posto sempre più importante nell’agenda globale della salute materna e neonatale; la perdita di un bambino ha un profondo impatto su donne, famiglie, comunità e operatori sanitari, su questa condizione sono tuttora diffuse informazioni sbagliate e pregiudizi che portano coloro che l’hanno vissuta a non parlarne e a soffrirne in solitudine. Da questo si deduce come il ruolo dell’infermiere si esprima nel sostenere questi genitori, in quanto coloro che svolgono assistenza devono essere in grado di supportare, recepire i loro sentimenti e fare in modo che si sentano a loro agio per esprimerli. Gli sguardi, le parole e le emozioni di coloro che assistono i famigliari correlate a frasi o atti spiacevoli durante il momento della perdita si fissano nella memoria e possono incidere come rinforzi positivi o negativi sulla personale capacità di coping. Dopo l’evento infausto la madre e il padre devono elaborare il lutto e se non opportunamente supportati in questo delicato e difficile momento fin da subito potrebbero insorgere conseguenze importanti in futuro soprattutto per le madri in quanto generalmente una paziente si sente madre sin da quando scopre di essere incinta. In questo contesto non è importante l’età gestazionale della donna al momento della morte, ma la condizione stessa di maternità. L’infermiere è presente nei momenti immediatamente successivi alla diagnosi di morte ed è in una posizione di vicinanza tale da poter individuare il problema e poter pianificare e attuare interventi che possano aiutare la coppia, ma spesso non è in grado in quanto non è a conoscenza di tutte le azioni da svolgere o per paura del troppo coinvolgimento emotivoFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/45275