A partire dalla seconda metà del XIX secolo, lo studio del tempo soggettivo (anche detto “tempo psicologico”), lascia il posto all’analisi della percezione del tempo, dunque dei meccanismi implicati in tale elaborazione e dei task impiegati nella sua misurazione (Bluedorn, 2002). Nel presente elaborato, si effettuerà, prima, una breve disamina della storia dello studio della percezione del tempo, descrivendo l’evoluzione dei modelli sviluppati in tale ambito con particolare attenzione ai modelli clock-related; quindi, si delineeranno le diverse ramificazioni e definizioni della percezione del tempo. Difatti, se da una parte esiste una percezione esplicita del suddetto, contraddistinta da un impegno deliberato e cosciente verso il tempo atto alla facilitazione del comportamento, dall’altra c’è una percezione implicita del tempo, dipendente, invece, da meccanismi automatici e inconsci, atti anch’essi alla stessa funzione (Herbst et al., 2022). In tale ambito raramente sono stati effettuati degli studi su ansia e depressione, le due famiglie di disturbi mentali più comuni, di cui nel capitolo 2 si descrivono comunanze e differenze da un punto di vista cognitivo (Kessler & Bromet, 2013; Yang et al., 2021). Infatti, mentre lo studio del tempo soggettivo in individui ansiosi e depressi è stato ampliamente affrontato in letteratura (Gil & Droit-Volet, 2009; Oberfeld et al., 2014; Sarigiannidis et al., 2020), l’analisi della percezione del tempo negli stessi soggetti mostra risultati contrastanti e raramente significativi (Bar-Haim et al., 2010; Kornbrot et al., 2013; Liu et al., 2022; Thönes & Oberfeld, 2015). Nel presente studio sperimentale ci proponiamo di indagare, mediante la somministrazione del variable foreperiod task e del bisection task, rispettivamente, le differenze nella percezione implicita ed esplicita del tempo in individui con elevati livelli di ansia e/o depressione. In accordo con la letteratura più recente (Kent et al., 2019; Mioni et al., 2016), sosteniamo l’ipotesi di un 6 internal-clock più lento per gli individui con alti punteggi nel BDI-II (sintomi depressivi); mentre per gli individui con elevati punteggi nello STAI-Y1 (ansia di stato) ipotizziamo degli effetti sulla performance dovuti agli elevati livelli di arousal e alla presenza di deficit cognitivi (principalmente attentivi e mnemonici) riscontrabili nei soggetti ansiosi (Bar-Haim et al., 2010; Droit-Volet, 2013; Tipples, 2008; Yoo & Lee, 2015).
Percezione del tempo implicito ed esplicito in giovani adulti: l'influenza di Ansia e Depressione
FAVA, MARCELLO
2022/2023
Abstract
A partire dalla seconda metà del XIX secolo, lo studio del tempo soggettivo (anche detto “tempo psicologico”), lascia il posto all’analisi della percezione del tempo, dunque dei meccanismi implicati in tale elaborazione e dei task impiegati nella sua misurazione (Bluedorn, 2002). Nel presente elaborato, si effettuerà, prima, una breve disamina della storia dello studio della percezione del tempo, descrivendo l’evoluzione dei modelli sviluppati in tale ambito con particolare attenzione ai modelli clock-related; quindi, si delineeranno le diverse ramificazioni e definizioni della percezione del tempo. Difatti, se da una parte esiste una percezione esplicita del suddetto, contraddistinta da un impegno deliberato e cosciente verso il tempo atto alla facilitazione del comportamento, dall’altra c’è una percezione implicita del tempo, dipendente, invece, da meccanismi automatici e inconsci, atti anch’essi alla stessa funzione (Herbst et al., 2022). In tale ambito raramente sono stati effettuati degli studi su ansia e depressione, le due famiglie di disturbi mentali più comuni, di cui nel capitolo 2 si descrivono comunanze e differenze da un punto di vista cognitivo (Kessler & Bromet, 2013; Yang et al., 2021). Infatti, mentre lo studio del tempo soggettivo in individui ansiosi e depressi è stato ampliamente affrontato in letteratura (Gil & Droit-Volet, 2009; Oberfeld et al., 2014; Sarigiannidis et al., 2020), l’analisi della percezione del tempo negli stessi soggetti mostra risultati contrastanti e raramente significativi (Bar-Haim et al., 2010; Kornbrot et al., 2013; Liu et al., 2022; Thönes & Oberfeld, 2015). Nel presente studio sperimentale ci proponiamo di indagare, mediante la somministrazione del variable foreperiod task e del bisection task, rispettivamente, le differenze nella percezione implicita ed esplicita del tempo in individui con elevati livelli di ansia e/o depressione. In accordo con la letteratura più recente (Kent et al., 2019; Mioni et al., 2016), sosteniamo l’ipotesi di un 6 internal-clock più lento per gli individui con alti punteggi nel BDI-II (sintomi depressivi); mentre per gli individui con elevati punteggi nello STAI-Y1 (ansia di stato) ipotizziamo degli effetti sulla performance dovuti agli elevati livelli di arousal e alla presenza di deficit cognitivi (principalmente attentivi e mnemonici) riscontrabili nei soggetti ansiosi (Bar-Haim et al., 2010; Droit-Volet, 2013; Tipples, 2008; Yoo & Lee, 2015).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/45393