INTRODUZIONE: Il fumo è uno dei principali fattori di rischio di molteplici malattie, causando migliaia di morti all’anno in Italia, e milioni in tutto il mondo, e costi elevatissimi per il Sistema Sanitario Nazionale. Il maggior numero dei soggetti fumatori risulta essere concentrato nelle fasce di età tra i 25-44 anni cioè in soggetti attivi dal punto di vista professionale, i quali trascorrono la maggior parte della loro giornata in un ambiente di lavoro dove esplicano la loro abitudine al fumo, benché in tali contesti sia espressamente vietato fumare. Tale fenomeno è presente anche nel personale sanitario che, da studi condotti in Italia, risultano spesso raggiungere percentuali maggiori rispetto a quella della popolazione generale. È dunque opportuno attivare indagini conoscitive sull’abitudine al fumo tra i lavoratori, implementando le strategie di prevenzione del tabagismo. Tali indicazioni ricoprono una particolare importanza se rivolte a operatori sanitari fumatori, che sono figure di riferimento in fatto di salute e pertanto giocano un ruolo fondamentale nel favorire l’adozione di corretti stili di vita da parte della popolazione. MATERIALI E METODI: L’indagine conoscitiva ha coinvolto circa 2100 lavoratori, di cui 488 rispondenti, dell’area ospedaliera e territoriale del Distretto Pieve di Soligo, dell’AULSS 2 Marca Trevigiana. Lo strumento utilizzato è un questionario anonimo e autosomministrato, costruito ad hoc per analizzare: l’abitudine al fumo dei dipendenti, la percezione rispetto ai rischi sulla salute, le motivazioni che hanno portato il fumatore a smettere di fumare e le motivazioni e le metodologie nel sostegno alla disassuefazione dal fumo che maggiormente incontrano il gradimento dei fumatori. RISULTATI: il campione è composto dal 16,6% da uomini e l’83,4% da donne, costituito dalla fascia d’età 51-60 maggiormente rispondente. Dall’analisi risulta che la maggior parte dei dipendenti, il 66,2%, dichiara di non essere fumatore, seguiti dal 22,7% che sostiene di essere ex-fumatore. Solo l’11,1% dichiara di essere fumatore, e tra questi, il 4,9% dichiara di aver provato a smettere ma senza riuscirci, seguiti dal 3,7% dei fumatori che sostengono di non avere intenzione di smettere e dal 2,5% che afferma che prossimamente proveranno a smettere. Viene inoltre evidenziato il non sistematico rispetto del divieto di fumare nel luogo di lavoro e i lavoratori che hanno risposto al questionario, hanno individuato nei colleghi di lavoro sanitari, la categoria meno orientata nel rispettare la normativa. Difatti il 18,9% del campione dichiara di aver solo sentito parlare della presenza in Azienda della normativa anti fumo e il 3,3% afferma di non conoscerla affatto. DISCUSSIONE E CONCLUSIONE: dallo studio emerge come la prevalenza dei lavoratori che dichiara di essere fumatore è particolarmente bassa. Si rileva che i fumatori hanno una ridotta percezione, rispetto ai non fumatori ed ex fumatori, del rischio del fumo sulla salute e sulla possibilità che questo crei dipendenza. Risulta, inoltre, che la maggior parte di chi non fuma ha ritenuto che l’essere fumatore per un professionista sanitario rappresenti un fattore limitante nel promuovere la disassuefazione al fumo, seguiti dagli ex fumatori, e poi dai fumatori, dove risultano differenti opinioni contrastanti. Viene quindi rilevata l’importanza della formazione dei dipendenti sanitari, quali soggetti reputati come modelli di riferimento dai cittadini e fondamentali nella promozione alla disassuefazione al fumo e prevenzione dei danni provocati dal tabacco. Inoltre, risulta che tra chi ha provato a smettere, riferisce di averlo fatto maggiormente in autonomia, senza però con esito positivo. Tra gli operatori intenzionati invece a seguire un percorso per smettere di fumare, la maggior parte ha indicato che lo farebbe in modo autonomo.
Indagine conoscitiva sui comportamenti e sulla percezione del rischio del consumo di tabacco tra i lavoratori dell'area territoriale e ospedaliera Pieve di Soligo - Azienda ULSS2 Marca Trevigiana
OUARGA, KARIMA
2021/2022
Abstract
INTRODUZIONE: Il fumo è uno dei principali fattori di rischio di molteplici malattie, causando migliaia di morti all’anno in Italia, e milioni in tutto il mondo, e costi elevatissimi per il Sistema Sanitario Nazionale. Il maggior numero dei soggetti fumatori risulta essere concentrato nelle fasce di età tra i 25-44 anni cioè in soggetti attivi dal punto di vista professionale, i quali trascorrono la maggior parte della loro giornata in un ambiente di lavoro dove esplicano la loro abitudine al fumo, benché in tali contesti sia espressamente vietato fumare. Tale fenomeno è presente anche nel personale sanitario che, da studi condotti in Italia, risultano spesso raggiungere percentuali maggiori rispetto a quella della popolazione generale. È dunque opportuno attivare indagini conoscitive sull’abitudine al fumo tra i lavoratori, implementando le strategie di prevenzione del tabagismo. Tali indicazioni ricoprono una particolare importanza se rivolte a operatori sanitari fumatori, che sono figure di riferimento in fatto di salute e pertanto giocano un ruolo fondamentale nel favorire l’adozione di corretti stili di vita da parte della popolazione. MATERIALI E METODI: L’indagine conoscitiva ha coinvolto circa 2100 lavoratori, di cui 488 rispondenti, dell’area ospedaliera e territoriale del Distretto Pieve di Soligo, dell’AULSS 2 Marca Trevigiana. Lo strumento utilizzato è un questionario anonimo e autosomministrato, costruito ad hoc per analizzare: l’abitudine al fumo dei dipendenti, la percezione rispetto ai rischi sulla salute, le motivazioni che hanno portato il fumatore a smettere di fumare e le motivazioni e le metodologie nel sostegno alla disassuefazione dal fumo che maggiormente incontrano il gradimento dei fumatori. RISULTATI: il campione è composto dal 16,6% da uomini e l’83,4% da donne, costituito dalla fascia d’età 51-60 maggiormente rispondente. Dall’analisi risulta che la maggior parte dei dipendenti, il 66,2%, dichiara di non essere fumatore, seguiti dal 22,7% che sostiene di essere ex-fumatore. Solo l’11,1% dichiara di essere fumatore, e tra questi, il 4,9% dichiara di aver provato a smettere ma senza riuscirci, seguiti dal 3,7% dei fumatori che sostengono di non avere intenzione di smettere e dal 2,5% che afferma che prossimamente proveranno a smettere. Viene inoltre evidenziato il non sistematico rispetto del divieto di fumare nel luogo di lavoro e i lavoratori che hanno risposto al questionario, hanno individuato nei colleghi di lavoro sanitari, la categoria meno orientata nel rispettare la normativa. Difatti il 18,9% del campione dichiara di aver solo sentito parlare della presenza in Azienda della normativa anti fumo e il 3,3% afferma di non conoscerla affatto. DISCUSSIONE E CONCLUSIONE: dallo studio emerge come la prevalenza dei lavoratori che dichiara di essere fumatore è particolarmente bassa. Si rileva che i fumatori hanno una ridotta percezione, rispetto ai non fumatori ed ex fumatori, del rischio del fumo sulla salute e sulla possibilità che questo crei dipendenza. Risulta, inoltre, che la maggior parte di chi non fuma ha ritenuto che l’essere fumatore per un professionista sanitario rappresenti un fattore limitante nel promuovere la disassuefazione al fumo, seguiti dagli ex fumatori, e poi dai fumatori, dove risultano differenti opinioni contrastanti. Viene quindi rilevata l’importanza della formazione dei dipendenti sanitari, quali soggetti reputati come modelli di riferimento dai cittadini e fondamentali nella promozione alla disassuefazione al fumo e prevenzione dei danni provocati dal tabacco. Inoltre, risulta che tra chi ha provato a smettere, riferisce di averlo fatto maggiormente in autonomia, senza però con esito positivo. Tra gli operatori intenzionati invece a seguire un percorso per smettere di fumare, la maggior parte ha indicato che lo farebbe in modo autonomo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/45428