La scelta dell’argomento oggetto della presente trattazione, a conclusione del mio percorso universitario, mira a mettere in luce e approfondire la validità del modello inclusivo nel panorama scolastico odierno e la centralità della figura dell’educatore professionale all’interno di questo processo. L’elaborato ripercorre le tappe che hanno visto nascere ed evolvere il concetto di inclusione all’interno del dibattito pedagogico italiano, fino a divenire il vessillo del nostro sistema di istruzione che, da questo punto di vista, è uno dei modelli più ambiziosi ed evoluti. Inclusione, come dice il pedagogista Andrea Canevaro (2013), è avere una prospettiva ecosistemica ampia. Per parlare di inclusione, quindi, non basta aprire le porte alla diversità, ma è necessario accoglierla e valorizzarla nell’ambito di un progetto educativo e didattico più ampio, sempre più urgente nella società odierna. L’inclusione scolastica, riguarda le bambine e i bambini, le alunne e gli alunni, le studentesse e gli studenti, risponde ai differenti bisogni educativi e si realizza attraverso strategie educative e didattiche finalizzate allo sviluppo delle potenzialità di ciascuno nel rispetto dell’autodeterminazione e all’accomodamento ragionevole, nella prospettiva della migliore qualità di vita; si realizza nell’identità culturale, educativa, progettuale, nell’organizzazione e nel curricolo delle istituzioni scolastiche, nonché attraverso la definizione e la condivisione del Progetto individuale fra scuole, famiglie e altri soggetti, pubblici e privati, operanti sul territorio. La didattica inclusiva segna il superamento dell’illusione che sia possibile una strategia didattica standardizzata e deve essere intesa perciò come una trasformazione dell’ambiente educativo che coinvolge e favorisce l’intera comunità scolastica, non solamente l’alunno con disabilità. Ed è proprio in questo contesto che entra in gioco l’Educatore professionale, al quale spetta il compito di educare il disabile e tutti i soggetti che manifestano “bisogni educativi speciali” o disagi di varia natura, affinché possano responsabilizzarsi nei confronti della qualità della loro esistenza, con rinnovata fiducia nelle libere scelte personali e nel graduale recupero dei fondamentali diritti di cittadinanza, partecipazione ed appartenenza alla vita sociale, civile e comunitaria. L’agire professionale dell’educatore inteso come promotore del benessere e della qualità della vita delle persone “diverse” implica una costante dialettica, un equilibrio volto a ricercare nello spazio-tempo della relazione, buone pratiche migliorative dell’altrui esistenza.

IL RUOLO DELL’EDUCATORE PROFESSIONALE IN AMBITO SCOLASTICO: PROSPETTIVE INCLUSIVE IN OTTICA BIO-PSICO-SOCIALE

PECORARO, GIULIA
2021/2022

Abstract

La scelta dell’argomento oggetto della presente trattazione, a conclusione del mio percorso universitario, mira a mettere in luce e approfondire la validità del modello inclusivo nel panorama scolastico odierno e la centralità della figura dell’educatore professionale all’interno di questo processo. L’elaborato ripercorre le tappe che hanno visto nascere ed evolvere il concetto di inclusione all’interno del dibattito pedagogico italiano, fino a divenire il vessillo del nostro sistema di istruzione che, da questo punto di vista, è uno dei modelli più ambiziosi ed evoluti. Inclusione, come dice il pedagogista Andrea Canevaro (2013), è avere una prospettiva ecosistemica ampia. Per parlare di inclusione, quindi, non basta aprire le porte alla diversità, ma è necessario accoglierla e valorizzarla nell’ambito di un progetto educativo e didattico più ampio, sempre più urgente nella società odierna. L’inclusione scolastica, riguarda le bambine e i bambini, le alunne e gli alunni, le studentesse e gli studenti, risponde ai differenti bisogni educativi e si realizza attraverso strategie educative e didattiche finalizzate allo sviluppo delle potenzialità di ciascuno nel rispetto dell’autodeterminazione e all’accomodamento ragionevole, nella prospettiva della migliore qualità di vita; si realizza nell’identità culturale, educativa, progettuale, nell’organizzazione e nel curricolo delle istituzioni scolastiche, nonché attraverso la definizione e la condivisione del Progetto individuale fra scuole, famiglie e altri soggetti, pubblici e privati, operanti sul territorio. La didattica inclusiva segna il superamento dell’illusione che sia possibile una strategia didattica standardizzata e deve essere intesa perciò come una trasformazione dell’ambiente educativo che coinvolge e favorisce l’intera comunità scolastica, non solamente l’alunno con disabilità. Ed è proprio in questo contesto che entra in gioco l’Educatore professionale, al quale spetta il compito di educare il disabile e tutti i soggetti che manifestano “bisogni educativi speciali” o disagi di varia natura, affinché possano responsabilizzarsi nei confronti della qualità della loro esistenza, con rinnovata fiducia nelle libere scelte personali e nel graduale recupero dei fondamentali diritti di cittadinanza, partecipazione ed appartenenza alla vita sociale, civile e comunitaria. L’agire professionale dell’educatore inteso come promotore del benessere e della qualità della vita delle persone “diverse” implica una costante dialettica, un equilibrio volto a ricercare nello spazio-tempo della relazione, buone pratiche migliorative dell’altrui esistenza.
2021
The role of professional educator in the school setting: inclusive prospects in bio-psycho social terms
Inclusione
Ruolo E.P.
Didattica Speciale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/46108