L’impatto dei disturbi di personalità in comorbilità sulla psicoterapia per i disturbi depressivi: revisione sistematica e meta-analisi

Background. Despite personality disorders are common in patients with depressive disorders, the scientific literature has not yet clarified to what extent this comorbidity influences the outcome of psychological treatment for depressive disorders. Objectives. This study represents the first attempt at a meta-analysis aimed at investigating the influence of comorbid personality disorders on the outcome of psychotherapy for depression in the treatment of acute depressive disorders. In this way, the important question of whether adult patients with depressive disorders, with and without concomitant personality disorders, can derive similar benefits from psychotherapeutic treatment is presented. Methods. A systematic search of the literature was conducted to identify randomized controlled clinical trials that examine psychotherapies for depression in patients with depressive disorders with and without comorbid personality disorders. To achieve this goal, a reference database (Cuijpers et al., 2021) was used, from which 514 articles were identified that compared psychotherapy for depression with any control group. Results. Twenty-two papers were selected and described that evaluated any type of personality disorder. However, only one study reported the necessary mean differences and standard deviations to perform statistical aggregation. Therefore, due to the lack of necessary data, quantitative statistical aggregation was not possible. Of the twenty-two studies described in the narrative-qualitative synthesis, nine articles used personality pathology only as a covariate measure to standardize the control and experimental groups. Discussion. Despite the clinical relevance of the impact of comorbid personality disorders on psychotherapy for depressive disorders, the studies have not satisfactorily examined this phenomenon. Further research is needed to provide useful interpretive answers to clinical practice.

Contesto. Nonostante i disturbi della personalità siano comuni nei pazienti con disturbi depressivi, la letteratura scientifica non ha ancora chiarito in che misura questa comorbidità influenzi l'esito del trattamento psicologico dei disturbi depressivi. Obiettivo. Questo lavoro costituisce il primo tentativo di meta-analisi finalizzata ad indagare l'influenza dei disturbi di personalità in comorbilità sull'esito della psicoterapia per la depressione nel trattamento dei disturbi depressivi in fase acuta. In questo modo, si presenta l'importante questione di stabilire se i pazienti adulti affetti da disturbi depressivi, con e senza concomitanti disturbi di personalità, possano trarre analoghi benefici dal trattamento psicoterapeutico. Metodo. È stata condotta una ricerca sistematica della letteratura scientifica per identificare gli studi clinici randomizzati e controllati che esaminano le psicoterapie per la depressione nei pazienti con disturbi depressivi con e senza disturbi di personalità in comorbilità. Per conseguire questo obiettivo è stato utilizzato un database di riferimento (Cuijpers et al., 2021), dal quale sono stati identificati 514 articoli che confrontavano la psicoterapia per la depressione con un qualsiasi gruppo di controllo. Risultati. Sono stati selezionati e descritti ventidue paper che hanno valutato una qualsiasi tipologia di disturbo della personalità. Tuttavia, solo uno studio ha riportato le differenze delle medie e le deviazioni standard necessarie per svolgere l’aggregazione statistica. Dunque, a causa della mancanza dei dati necessari non è stato possibile svolgere l’aggregazione statistica quantitativa. Dei ventidue studi descritti nella sintesi narrativa-qualitativa, nove articoli hanno utilizzato la patologia della personalità solo come misura covariata per uniformare i gruppi di controllo e sperimentali. Discussione. Nonostante l’impatto dei disturbi di personalità in comorbilità sulla psicoterapia per i disturbi depressivi abbia un’importanza clinica rilevante, gli studi non hanno esaminato questo fenomeno in maniera soddisfacente. La ricerca necessita di ulteriori approfondimenti se vuole riuscire a dare delle risposte interpretative utili alla pratica clinica.