“La violenza uccide l’intimità e rovina la vita, gli affetti e le relazioni delle persone. Non è mai scusabile, né giustificabile ed è nostro compito cambiare le relazioni di potere fra le persone e nella società per rendere possibile una cultura della non violenza”. -Alessandra Pauncz, fondatrice e presidentessa del CAM (Centro di Ascolto per Uomini Maltrattanti) di Firenze. Il fenomeno della violenza sulle donne poggia su una struttura sociale di tipo patriarcale. In quanto struttura, essa permea tutti gli aspetti del quotidiano tramite l’articolazione di una rete di stereotipi e prassi che riproducono la storica subordinazione gel genere femminile a quello maschile. Per la complessità e la profondità del fenomeno, è necessario, al fine di estirparlo, attaccarlo su più fronti. La società civile, sull’onda dei movimenti femministi, si è mobilitata in massa con l’obiettivo di distruggere questo sistema intrinsecamente violento. Tali fermenti hanno portato alla nascita, tra gli anni Ottanta e Novanta, di strutture e progetti specializzati nella fornitura di supporti psicologici, economici e sociali per quelle donne che subiscono violenza domestica. Tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del Duemila, anche i primi progetti rivolti agli uomini maltrattanti hanno cominciato a prendere piede, sulla spinta della messa in discussione dei modelli dominanti di mascolinità, sempre avanzata dalle lotte femministe. Il seguente studio tenta di contribuire alla riflessione sulla necessità di investire risorse nello sviluppo di progettualità dedicate agli uomini maltrattanti, affinché il fenomeno della violenza maschile contro le donne venga eliminato anche a partire da chi la attua. Le criticità riguardanti questo tipo di progettualità comprendono, oltre alla basilare assenza di risorse (siano esse monetarie o professionali), anche una generale diffidenza verso l’investimento di energie per gli uomini piuttosto che per le donne. Considerando che, nel percorso di uscita dalla violenza, sono infatti queste ultime a vedersi stravolta la quotidianità, risulta a primo impatto ingiusto attenzionare, ancora una volta, quella porzione di popolazione che, socializzata alla violenza patriarcale, contribuisce ad alimentarla e perpetrarla. Attraverso una ricostruzione del contesto sociale letto tramite lenti femministe, l’intento è quello di dimostrare quanto progetti e percorsi di autocoscienza e decostruzione della mascolinità possano contribuire all’eliminazione del fenomeno della violenza maschile sulle donne, nella convinzione che l’educazione sia cruciale per conseguire un tale obiettivo. L’educazione in questione non deve essere concepita come una responsabilità che le donne hanno nei confronti degli uomini, né come una prassi paternalistica e statica da somministrare a soggetti passivi. Si tratta piuttosto di una responsabilità collettiva che miri alla costruzione di una società nuova, spogliata dai divari di potere tra i generi e dalle violenze sistematizzate su di essi.

Progettualità rivolte a uomini maltrattanti: contesto, criticità ed utilità.

FRANCESCHI, MATILDE
2022/2023

Abstract

“La violenza uccide l’intimità e rovina la vita, gli affetti e le relazioni delle persone. Non è mai scusabile, né giustificabile ed è nostro compito cambiare le relazioni di potere fra le persone e nella società per rendere possibile una cultura della non violenza”. -Alessandra Pauncz, fondatrice e presidentessa del CAM (Centro di Ascolto per Uomini Maltrattanti) di Firenze. Il fenomeno della violenza sulle donne poggia su una struttura sociale di tipo patriarcale. In quanto struttura, essa permea tutti gli aspetti del quotidiano tramite l’articolazione di una rete di stereotipi e prassi che riproducono la storica subordinazione gel genere femminile a quello maschile. Per la complessità e la profondità del fenomeno, è necessario, al fine di estirparlo, attaccarlo su più fronti. La società civile, sull’onda dei movimenti femministi, si è mobilitata in massa con l’obiettivo di distruggere questo sistema intrinsecamente violento. Tali fermenti hanno portato alla nascita, tra gli anni Ottanta e Novanta, di strutture e progetti specializzati nella fornitura di supporti psicologici, economici e sociali per quelle donne che subiscono violenza domestica. Tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del Duemila, anche i primi progetti rivolti agli uomini maltrattanti hanno cominciato a prendere piede, sulla spinta della messa in discussione dei modelli dominanti di mascolinità, sempre avanzata dalle lotte femministe. Il seguente studio tenta di contribuire alla riflessione sulla necessità di investire risorse nello sviluppo di progettualità dedicate agli uomini maltrattanti, affinché il fenomeno della violenza maschile contro le donne venga eliminato anche a partire da chi la attua. Le criticità riguardanti questo tipo di progettualità comprendono, oltre alla basilare assenza di risorse (siano esse monetarie o professionali), anche una generale diffidenza verso l’investimento di energie per gli uomini piuttosto che per le donne. Considerando che, nel percorso di uscita dalla violenza, sono infatti queste ultime a vedersi stravolta la quotidianità, risulta a primo impatto ingiusto attenzionare, ancora una volta, quella porzione di popolazione che, socializzata alla violenza patriarcale, contribuisce ad alimentarla e perpetrarla. Attraverso una ricostruzione del contesto sociale letto tramite lenti femministe, l’intento è quello di dimostrare quanto progetti e percorsi di autocoscienza e decostruzione della mascolinità possano contribuire all’eliminazione del fenomeno della violenza maschile sulle donne, nella convinzione che l’educazione sia cruciale per conseguire un tale obiettivo. L’educazione in questione non deve essere concepita come una responsabilità che le donne hanno nei confronti degli uomini, né come una prassi paternalistica e statica da somministrare a soggetti passivi. Si tratta piuttosto di una responsabilità collettiva che miri alla costruzione di una società nuova, spogliata dai divari di potere tra i generi e dalle violenze sistematizzate su di essi.
2022
Projects aimed to abusive men: context, critical issues and usefulness.
violenza
donne
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/46655