Il Comitato Internazionale della Croce Rossa è un’organizzazione creata sul principio di neutralità e che ha come obiettivi principali l’alleviare le sofferenze della guerra e soprattutto salvaguardare la dignità e i diritti umani. La nascita del Comitato e il suo sviluppo sono stati fin dall'inizio essenziali nel promuovere il diritto internazionale umanitario e soprattutto nella sua applicazione. Dopo la prima Convenzione di Ginevra del 1864, il corpo giuridico del diritto internazionale in materia della guerra si ampliò con la Dichiarazione di San Pietroburgo, le Convenzioni dell'Aja del 1907, la Convenzione di Ginevra del 1906 e infine la Convenzione per i prigionieri di guerra del 1929. L'impero zarista fu sempre favorevole e in prima linea nella promozione del diritto umanitario, ma durante la guerra civile i bolscevichi cambiarono l'assetto del governo e nel 1929 non firmarono la Convenzione di Ginevra. Non essendo vincolata dalla Convenzione, l'URSS non fu costretta a rispettare le disposizioni accordate dagli Stati firmatari e il CICR, non avendo rapporti diretti con Mosca e soprattutto non avendo più delegati, non riuscì a prestare soccorso ai prigionieri sul territorio sovietico. Durante la Seconda Guerra mondiale gli unici enti che si occupavano della tutela dei diritti umani dei prigionieri di guerra ed in seguito dei civili erano il CICR e la Santa Sede. Reduci dall’esperienza della Grande Guerra, gli 85 ginevrini che nel 1939 facevano parte del Comitato, non appena ebbero il sentore che le tensioni stavano per esplodere in una nuova guerra istituirono nuovamente l’Agenzia centrale per i prigionieri di guerra. Questa Agenzia, tra il 1939 e il 1947 si occupò di svolgere circa 8000 visite ai prigionieri di guerra nei campi di concentramento e di prigionia, trasportò circa 39 milioni di schede relative ad un militare o ad un civile catturato, disperso o deceduto e distribuì 24 milioni di messaggi civili. Infine, per 120 milioni di volte i prigionieri di guerra e le loro famiglie ebbero la possibilità di scambiarsi notizie. Nel 1944, dagli 85 ginevrini che componevano il comitato all’inizio della guerra si arrivò a raggiungere le 3373 persone. In questo lavoro di ricerca, attraverso una prima analisi di articoli scientifici, testi, saggi ed in seguito di fonti d’archivio edite e inedite si vedrà come la tesi secondo cui il lavoro di tutela umanitaria con il CICR e il sistema giuridico internazionale attraverso le Convenzioni di Ginevra siano stati importanti nel prevenire violazioni di diritti umani verso prigionieri di Guerra. Infine, si analizzerà il caso studio dell’URSS e dei prigionieri di guerra italiani reclusi nei campi di prigionia sovietici soggetti a violazioni e senza la possibilità di ricevere soccorsi dal Comitato Internazionale.

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa e la tutela dei prigionieri di guerra: il caso dell'URSS durante la Seconda guerra mondiale

POZZI, MATILDE
2022/2023

Abstract

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa è un’organizzazione creata sul principio di neutralità e che ha come obiettivi principali l’alleviare le sofferenze della guerra e soprattutto salvaguardare la dignità e i diritti umani. La nascita del Comitato e il suo sviluppo sono stati fin dall'inizio essenziali nel promuovere il diritto internazionale umanitario e soprattutto nella sua applicazione. Dopo la prima Convenzione di Ginevra del 1864, il corpo giuridico del diritto internazionale in materia della guerra si ampliò con la Dichiarazione di San Pietroburgo, le Convenzioni dell'Aja del 1907, la Convenzione di Ginevra del 1906 e infine la Convenzione per i prigionieri di guerra del 1929. L'impero zarista fu sempre favorevole e in prima linea nella promozione del diritto umanitario, ma durante la guerra civile i bolscevichi cambiarono l'assetto del governo e nel 1929 non firmarono la Convenzione di Ginevra. Non essendo vincolata dalla Convenzione, l'URSS non fu costretta a rispettare le disposizioni accordate dagli Stati firmatari e il CICR, non avendo rapporti diretti con Mosca e soprattutto non avendo più delegati, non riuscì a prestare soccorso ai prigionieri sul territorio sovietico. Durante la Seconda Guerra mondiale gli unici enti che si occupavano della tutela dei diritti umani dei prigionieri di guerra ed in seguito dei civili erano il CICR e la Santa Sede. Reduci dall’esperienza della Grande Guerra, gli 85 ginevrini che nel 1939 facevano parte del Comitato, non appena ebbero il sentore che le tensioni stavano per esplodere in una nuova guerra istituirono nuovamente l’Agenzia centrale per i prigionieri di guerra. Questa Agenzia, tra il 1939 e il 1947 si occupò di svolgere circa 8000 visite ai prigionieri di guerra nei campi di concentramento e di prigionia, trasportò circa 39 milioni di schede relative ad un militare o ad un civile catturato, disperso o deceduto e distribuì 24 milioni di messaggi civili. Infine, per 120 milioni di volte i prigionieri di guerra e le loro famiglie ebbero la possibilità di scambiarsi notizie. Nel 1944, dagli 85 ginevrini che componevano il comitato all’inizio della guerra si arrivò a raggiungere le 3373 persone. In questo lavoro di ricerca, attraverso una prima analisi di articoli scientifici, testi, saggi ed in seguito di fonti d’archivio edite e inedite si vedrà come la tesi secondo cui il lavoro di tutela umanitaria con il CICR e il sistema giuridico internazionale attraverso le Convenzioni di Ginevra siano stati importanti nel prevenire violazioni di diritti umani verso prigionieri di Guerra. Infine, si analizzerà il caso studio dell’URSS e dei prigionieri di guerra italiani reclusi nei campi di prigionia sovietici soggetti a violazioni e senza la possibilità di ricevere soccorsi dal Comitato Internazionale.
2022
The International Committee of the Red Cross and the protection of prisoners of war: the case of the USSR during the Second World War
CICR
URSS
Prigionieri
Guerra mondiale
Croce rossa italiana
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/46658