For the purpose of this dissertation, the characteristics of a particular category of special needs, i. e. pupils with dyslexia, have been presented, taking into account the barriers that may occur during the learning of a foreign language, particularly English. In this respect, general strategies have been listed which teachers will be required to apply in order to try to remove these barriers and make their lessons accessible. After defining and delineating the peculiarities of language teaching accessibility, it was highlighted how these strategies find a great correspondence with the precautions that CLIL teachers must implement to make their lessons effective. This gave rise to the idea of proposing this particular approach to foreign language teaching as a tool for accessible language teaching, despite differing views on its effectiveness. In fact, the replies to the questionnaire given to parents and teachers reveal a certain degree of perplexity, particularly with regard to the cognitive overload associated with the application of this methodology, especially for pupils with special needs. Hence the proposal to take into account the need to adopt a new perspective on language education that considers the wealth of cognitive resources involved in the learning process not as a result but as a starting point. In this sense, cognitive resources must be simultaneously activated and supported to promote language learning. This can be a resource for everyone, but above all it can be of benefit to pupils who, because of their characteristics, have difficulties in controlling their general cognitive processes (memory, attention, automation, etc. ), which include pupils with dyslexia. This vision certainly paves the way for further experiments that are vital in the school environment, in an action-research perspective, to generate good practices.

Ai fini di questa dissertazione, sono state presentate le caratteristiche di una particolare categoria di bisogni speciali, cioè gli alunni con dislessia, prendendo in considerazione le barriere che possono intervenire durante l’apprendimento di una lingua straniera e nello specifico della lingua inglese. Sono state a tal proposito elencate delle strategie generali che l’insegnante sarà tenuto ad applicare per cercare di rimuovere queste barriere e rendere le proprie lezioni accessibili. Dopo aver definito e delineato le particolarità dell’accessibilità glottodidattica, è stato messo in luce come queste strategie trovano una grande corrispondenza con le accortezze che il docente CLIL deve mettere in atto per rendere le sue lezioni efficaci. Da qui è emersa l’idea di proporre questo particolare approccio all’insegnamento delle lingue straniere come strumento per una glottodidattica accessibile nonostante le opinioni contrastanti riguardo la sua efficacia. Infatti le risposte al questionario che è stato somministrato a genitori e insegnanti rilevano una certa perplessità in particolare riguardo al sovraccarico cognitivo che porta con sé l’applicazione di questa metodologia, soprattutto negli alunni che presentano dei bisogni speciali. Da qui la proposta di prendere in considerazione la necessità di appropriarsi di una nuova prospettiva sull’educazione linguistica che vada a considerare il bagaglio di risorse cognitive coinvolte nel processo di apprendimento non come risultato ma come punto di partenza. In questo senso le risorse cognitive si devono contestualmente attivare e sostenere per promuovere l’apprendimento linguistico. Questo potrà essere una risorsa per tutti ma soprattutto potrà portare giovamento negli alunni che, a causa delle loro caratteristiche, presentano difficoltà nel controllo dei loro processi cognitivi generali (memoria, attenzione, automatizzazione…) tra cui rientrano per l’appunto gli alunni con dislessia. Questa visione apre sicuramente la strada a ulteriori sperimentazioni che in ambito scolastico sono linfa vitale, in un’ottica di ricerca-azione, per generare buone pratiche.

La metodologia CLIL come proposta di glottodidattica accessibile. Per un insegnamento della lingua inglese ad alunni con dislessia evolutiva.

ARMELLINI, IRENE
2022/2023

Abstract

For the purpose of this dissertation, the characteristics of a particular category of special needs, i. e. pupils with dyslexia, have been presented, taking into account the barriers that may occur during the learning of a foreign language, particularly English. In this respect, general strategies have been listed which teachers will be required to apply in order to try to remove these barriers and make their lessons accessible. After defining and delineating the peculiarities of language teaching accessibility, it was highlighted how these strategies find a great correspondence with the precautions that CLIL teachers must implement to make their lessons effective. This gave rise to the idea of proposing this particular approach to foreign language teaching as a tool for accessible language teaching, despite differing views on its effectiveness. In fact, the replies to the questionnaire given to parents and teachers reveal a certain degree of perplexity, particularly with regard to the cognitive overload associated with the application of this methodology, especially for pupils with special needs. Hence the proposal to take into account the need to adopt a new perspective on language education that considers the wealth of cognitive resources involved in the learning process not as a result but as a starting point. In this sense, cognitive resources must be simultaneously activated and supported to promote language learning. This can be a resource for everyone, but above all it can be of benefit to pupils who, because of their characteristics, have difficulties in controlling their general cognitive processes (memory, attention, automation, etc. ), which include pupils with dyslexia. This vision certainly paves the way for further experiments that are vital in the school environment, in an action-research perspective, to generate good practices.
2022
The CLIL methodology as a proposal for accessible language teaching. For teaching English to pupils with developmental dyslexia.
Ai fini di questa dissertazione, sono state presentate le caratteristiche di una particolare categoria di bisogni speciali, cioè gli alunni con dislessia, prendendo in considerazione le barriere che possono intervenire durante l’apprendimento di una lingua straniera e nello specifico della lingua inglese. Sono state a tal proposito elencate delle strategie generali che l’insegnante sarà tenuto ad applicare per cercare di rimuovere queste barriere e rendere le proprie lezioni accessibili. Dopo aver definito e delineato le particolarità dell’accessibilità glottodidattica, è stato messo in luce come queste strategie trovano una grande corrispondenza con le accortezze che il docente CLIL deve mettere in atto per rendere le sue lezioni efficaci. Da qui è emersa l’idea di proporre questo particolare approccio all’insegnamento delle lingue straniere come strumento per una glottodidattica accessibile nonostante le opinioni contrastanti riguardo la sua efficacia. Infatti le risposte al questionario che è stato somministrato a genitori e insegnanti rilevano una certa perplessità in particolare riguardo al sovraccarico cognitivo che porta con sé l’applicazione di questa metodologia, soprattutto negli alunni che presentano dei bisogni speciali. Da qui la proposta di prendere in considerazione la necessità di appropriarsi di una nuova prospettiva sull’educazione linguistica che vada a considerare il bagaglio di risorse cognitive coinvolte nel processo di apprendimento non come risultato ma come punto di partenza. In questo senso le risorse cognitive si devono contestualmente attivare e sostenere per promuovere l’apprendimento linguistico. Questo potrà essere una risorsa per tutti ma soprattutto potrà portare giovamento negli alunni che, a causa delle loro caratteristiche, presentano difficoltà nel controllo dei loro processi cognitivi generali (memoria, attenzione, automatizzazione…) tra cui rientrano per l’appunto gli alunni con dislessia. Questa visione apre sicuramente la strada a ulteriori sperimentazioni che in ambito scolastico sono linfa vitale, in un’ottica di ricerca-azione, per generare buone pratiche.
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